A Roma è arrivata la stagione dei monsoni ed io mi sono prevedibilmente ammalata.L'altro ieri, al mattino, ad un orario che è praticamente l'alba in casa nostra, mi sono trascinata in cucina, ho riscaldato un po' di latte e sono andata a morire un po' a letto.
Quando AlexV ha fatto capolino nella mia stanza ha subito capito con cosa avesse a che fare.
Sono stata quindi confinata in camera, con un tè caldo e l'obbligo di stare coperta.
Ieri, neanche fosse un temporale estivo, il mio febbrone era già passato.
Inutile dire che sono andata in università nonostante lo sciopero dei mezzi e che quando sono tornata a casa, voglia di studiare zero. C'è stata solo una cosa, allora che ho avuto voglia di fare.
Dopo cena, io, AlexV ed Amando siamo andati al cinema, solo noi tre, senza gente di mezzo (anche se avevamo invitato Dude, che ha graziosamente declinato: "Lunedì ho un esame. Ma grazie di avermi pensato").
Abbiamo visto "Una grande bellezza".
Era il film giusto per ieri sera. E penso per ogni altra sera nella vita.
Di solito trovo i film di Sorrentino molto lenti e pesanti. Ho amato "This must be the place" (a parte alcune scene verso la fine del film), ho russato sonoramente su "Le conseguenze dell'amore", sono arrivata a due quinti de "Il Divo" prima di andare "un attimo al bagno, torno subito". Ogni volta mi beccavo un'occhiata di rimprovero da Dude, che si inchina ogni volta che viene pronunciato il nome del regista e che suppongo di Toni Servillo abbia anche il filmino del matrimonio.
Ma il film di ieri, il film di ieri era un'altra cosa. Due ore e mezza e non sentirle.
Del film ho letto tanto e di tanti. Recensioni, commedie, opinioni, dichiarazioni d'amore a Servillo, Sorrentino e Roma. Potrei quindi diffusamente parlarvi della scena jazz etiope, di undici libri di impegno politico, di tatuaggi di papi, delle razze di cani più stupide, di occhi chiusi, di chiavi, di sarti romani, di tornare al paese e principesse.
Potrei raccontarvi di una Roma notturna e all'alba, bella, bella da togliere il fiato e da essere felice di viverci.
O potrei spendere parole e parole sulla colonna sonora, variegata eppur sempre giustissima.
Potrei parlarvi di tutte queste cose, essere profonda ed intellettualmente stimolante.
Potrei atteggiarmi a critica, scegliendo i paroloni, asserendo che "è chiaramente un rifacimento della Dolce Vita di Fellini ai giorni nostri, insomma, tutto il simbolismo, tutto molto felliniano", pulendo le lenti degli occhiali da pentapartito e con aria non chalant.
Potrei arrivare all'anima del film, come riesce sempre a fare Raffy, ma ahimè, il film mi ha dato emozioni che non riesco a proferire in ordinate parole.
Non farò nulla di tutto questo.
Vi dirò invece che mentre uscivamo dal cinema, io ed AlexV davanti, Amando al seguito, due tipi ci hanno fermato e ci hanno fatto la seguente domanda:
-Scusate, avete appena finito di vedere Fast and Furious 6?
Addio poesia.
Midori
Ahahahah da sbranare!
RispondiEliminaIl film non sono riuscito a vederlo, ma se ti ha emozionato a tal punto dovrò recuperare... I critici andassero a farsi friggere!
Comunque... grazie <3 :*