Di ritorno dall'università sono stata travolta da un'orda di batuffoli bianchi. O le pecore sono arrivate in città o semplicemente la pet care lì davanti era molto affollata. Barboncini, cani barboni e scnhauzer nani si rincorrevano e abbaiavano gioiosamente in questa mattina di primavera. E poi sono passata io. Ora, già normalmente mi mettereste in copertina su Vogue, ma quando torno dall'università sembro la ragazza-madre tossica Jo, figura che ha funestato il mio immaginario infantile. I capelli mosci che penzolano, con i boccoli spariti, il trucco che procede verso il decadimento, la giacca trascinata ed un quintale di libri sulla schiena. Roba che i cani si sono fermati e si sono accucciati a guardarmi.
Non vi nasconderò che è stata una segreta soddisfazione. Perchè? Perchè il cane barbone del proprietario del negozio mi guarda con aria di sufficienza. E non ha tutti i torti, lui alto, slanciato, elegante e vaporoso, elegantissimo anche nel sollevare la zampa per fare pipì...e poi io, che trascino i piedi, la giacca e sembro un carro armato.
Effettivamente anche io mi farei schifo se fossi quel cane.
Midori che si fa mettere le zampe in testa da un cane magnifico
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