lunedì 10 dicembre 2012

Fame

Quando avevo 15 anni, il mio insegnante di pianoforte iPoddy, visto che mi giudicava una persona degna di stima in quanto "Hai letto Lolita di Nabokov, io ti ringrazio per avermi dato un po' di fiducia in quest'umanità", mi consigliò di leggere Fame di Knut Hamsun.

Lo comprai e lo lessi. Francamente, non lo capii. Dovrei rileggerlo, anche perché lo ricordo poco e male, ma non è questo il punto.

Solo che mi è venuto in mente visto che in testa ho un pensiero solo:
FAME

Ho fame costantemente, dalla mattina quando mi alzo alla sera quando vado a letto.
L'unico momento in cui smetto di avere fame e quando mi siedo a tavola per mangiare qualcosa.
Mi devo pure sforzare di mangiare qualcosa, perché dopo il primo boccone mi passa. 
E mi ritorna dopo.
Più forte e implacabile di prima.
E non importa se ho mangiato un piatto di lasagne o di ravioli o una bistecca o ho finito tutte le riserve di tonno e taralli e biscotti di questa cosa.
Non importa se ho mangiato il mangiabile.
Mi siedo alla scrivania e realizzo che Ho fame.
Non riesco a pensare ad altro.

Forse è lo stress pre esame, forse è la noia, forse è il freddo.

Non penso neanche sia davvero fame.
Forse ho bisogno di amore, di affetto, di chiacchiere, di distrarmi, di pensare ai regali di Natale.
Forse.

O forse è solo fame. 

Mi andrò a fare una cioccolata calda con Midori, così, nel dubbio. Magari unisco le due cose e mi passa.
E poi riesco a studiare con cognizione.

Alex V

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