Nella famiglia Pa il 7 dicembre è un giorno importante. Il 7 dicembre, la vigilia dell'Immacolata Concezione è un giorno che, cascasse il mondo si passa col ramo paterno della famiglia. Da quando io e Lucia abbiamo memoria, il 7 si tornava a casa da scuola e da mangiare c'era solo un panino. Quando siamo state abbastanza grandicelle anche noi si digiunava. C'è da dire che è l'unico digiuno religioso mai rispettato in tutta la storia della famiglia.
Alle cinque del pomeriggio si va dai nonni. L'unica occasione in cui questo non si è verificato è stato il 7 dicembre del 2005, quando rimanemmo a casa a rompere il digiuno. Si, perché alle cinque e mezza sei, c'è la cena tutti insieme.
Di solito non manca nessuno, a casa dei nonni. Si sta lì, in tavola tredici portate tra pesce e frutti di mare. Spaghetti con le cozze, riso patate e cozze, vari tipi di baccalà, fritture di pesce, pettole (con acciughe e cime di rape o vuote), capitoni che la nonna ha diligentemente decapitato nel lavandino, filetto di tonno e salmone.Si sta lì tutti insieme e si mangia tutto questo ben di Dio, dopo che il nonno ha guidato la preghiera, guardando male noi cugini che ridacchiamo. I nonni hanno sempre il riscaldamento a palla, il vino scorre e siamo tutti rossi mentre mangiamo. Lucia e Cuginona litigano per chi deve finire le cozze dei miei spaghetti e del mio riso, nonna Loren passa e mi allunga un pezzo di tonno in più, Cuginetto svuota il bicchiere di ZioPiacerePa mentre sta girato. E si vede dalla finestra che fuori fa freddissimo, ma noi stiamo al caldo, stiamo tutti insieme e ridiamo, scherziamo e litighiamo, perché anche quello fa tanto famiglia. Alla fine ci sono sempre i primi dolci di Natale, quando non si ha ancora la nausea di cartellate, calzoncelli, cuscinetti e chi più ne ha ne metta. E se Nonna Loren ha avuto tempo, di solito ci ha preparato anche la mousse al cioccolato.
A fine cena chiudersi in bagno noi cugine a dirsi i segreti, mentre i grandi prendono il caffè e Cuginetto gratta alla porta, lamentandosi che lo escludiamo.
Questo è il terzo anno che manco alla cena della Vigilia. Per Lucia è il quarto.
Eppure non ci abbiamo ancora fatto l'abitudine.
Midori
E' difficile perdere certe abitudini :) Mancano spesso anche a me, come il fare l'albero di natale io mia sorella e mia madre il pomeriggio dell'8. E' proprio dura la vita dei fuoriesce....
RispondiEliminaChe tenerezza.... *____* Anch'io sento tanto la mancanza delle tavolate dai nonni paterni: le caramelle alla menta del nonno, gli specchi della sala da pranzo utilissimi per barare a carte, la stanza della pro-zia nubile dove noi cugini facevamo scherzi telefonici e giocavamo a "I dodici rintocchi" (nascondino al buio)...
RispondiEliminaBei ricordi.