Ieri sera.
In macchina con Judoka, di ritorno da Ostia, sulla Cristoforo Colombo, buia. Davanti a noi la strada, illuminata solo dai fari. Una fuga prospettica perfetta, con i pini neri contro il cielo violaceo.
-Mi piace l'effetto dei pini che si stagliano contro il cielo viola.
-Sai perché il cielo è viola, vero?
-Per l'inquinamento luminoso.
-Brava.
Judoka guida, sono le due di notte e sembra che al mondo ci siamo solo noi, con la strada vuota davanti. Ma al mondo non ci siamo solo noi, ci sono anche i nostri problemi o le nostre preoccupazioni, e lo so che la Judoka ne ha, le vedo nella linea dritta che prende la sua bocca mentre scala le marce, mentre fissa il telefono che non squilla, ma dovrebbe.
Mi piace questo clima alla Thelma e Louise ogni volta che prendiamo la macchina, perché nonostante lei mi sappia essere una frana, mi fa tenere il navigatore. E cantare insieme alla radio, sapendo che se volessimo si potrebbe andarsene ovunque, fino a quando c'è benzina e libertà.
Occhiata nello specchietto retrovisore.
-Dietro è tutto buio.
-E noi che importa? Noi stiamo andando avanti.
-Come sempre.
-Già, come sempre.
Midori
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