Succede come nella fiaba giapponese della moglie gru.
Sentendomi molto Carrie Bradshaw mi ritrovo a scrivere di sera, sigaretta in una mano, un bicchiere di succo di frutta nell'altra (che un Cosmopolitan non me lo posso fare adesso).
Comunque, dicevo, prima o poi capita a tutti nella vita. Investire tanto in una storia, su una persona. Perché la si ama, e la si ama tanto. Non sono l'unica a cui è successo, è matematico, nella vita prima o poi succede a tutti. Anche a persone insospettabili.
"Stiamo così bene insieme, perché dobbiamo litigare per questa cavolata?". E giù a fare il primo passo, ad ingoiare rospi, Nel 90% l'altro (o l'altra, perché quando dico che capita a tutti, parlo anche dei maschietti) ci marcia e non farà mai quel passo, in nessun caso.
"Abbiamo litigato, mi ha trattato malissimo, anzi direi umiliato, però dai, alla fine è una tantum, mi ha detto che cambierà". E l'altro, l'altra non cambiano, mai. Ma è una storia nella quale si è deciso di investire, quindi via, ci si sacrifica, ci si spiuma a sangue. Dall'altro lato solo avidità, perché a tanti va bene finire per avere sempre ragione.
Ma alla fine arriva un punto in cui ci si rende conto che così non va. Che la storia nella quale si era investito non era questa. Che la persona che si è tanto brigato per tenere con noi non è quello che quando si litiga non richiama mai, tanto lo fa l'altro.
Sono le piccole cose che fanno scattare.
Un messaggio troppo telegrafico.
Il rumore ossessivo di un pacchetto di gomme che viene aperto.
Un tono di voce troppo alto.
"Ma io con questo che ci sto a fare ancora?".
In quasi tutti i casi, quando si lascia, si è ancora innamorati. Nella prima settimana pianti, ma pianti seri. "Perché senza l'altro non ci so stare".
Tutto sta nel riprendersi e rendersi conto che si sopravvive.
All'altro rimarranno le mani piene di piume, mentre la gru vola via.
Midori
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