giovedì 18 aprile 2013

Antigone- la storia non finisce

Una delle mie passioni sono le grandi tragedie greche, ma questo l'ho detto più volte. Anzi, l'ho detto così tante volte che il MioUomo ha deciso una volta per tutte di regalarmi un biglietto per andare a vedere l'Antigone al Teatro Eliseo. In realtà, quello che lui non poteva sapere (ma io sì) era che lo spettacolo in questione non è l'Antigone di Sofocle, ma una rielaborazione di Valeria Pannella, versione che ha debuttato questo settembre, a Napoli mi sembra. Poco male, purché di Antigone si parli.

I fatti di fondo sono gli stessi: il corpo di Polinice da seppellire, Creonte che lo vieta, Antigone che si ribella alla legge degli uomini per seguire la legge della pietas, la legge del cuore, lo scontro, "anche se sei mia nipote e l'innamorata di mio figlio la legge non può cambiare", la prigione, l'intervento di Tiresia, il corifeo e la corifea spaesatoi (di chi porto la voce, se sono solo? Solo di te stesso), e infine il suicidio. Quello che cambia in questa versione, quello che fa la differenza tra l'antico e il moderno, è che Polinice non è morto sul campo di battaglia: si è spezzato l'osso del collo,e da 13 anni giace immobile in un letto, senza parlare, senza mangiare, senza respirare se non con l'ausilio delle macchine perennemente in attività. Creonte ha vietato che sia altrimenti. Ma Antigone non ci sta: la vita è un soffio che esce, non uno che entra. 
90 minuti ininterrotti di sola emozione, tra l'altro mi sarei aspettata di tutto ma non l'espediente della regia mi ha davvero colpito, che è stato azzeccatissimo: scelta di far recitare gli attori sul palco, ma dietro una sorta di "schermo", su cui all'occorrenza vengono proiettati in primo piano i volti degli attori, e a ogni cambio d'azione alcune frasi a effetto prese dal testo. Insomma, sono proprio contenta. Il teatro mi manca molto, sia vederlo che farlo, e uno spettacolo così fa sentire la nostalgia ancora di più.

Al MioUomo non è piaciuto, perché non gli piacciono le tragedie. Ma in alcuni punti c'era un'ironia sottile, senza contare "il lato comico" del tutto, rappresentato -egregiamente- dalla guardia. E poi avrebbe apprezzato più una posizione più moderata, da parte di Antigone come di Creonte. 

Scusa, ma così non c'è lo scontro, c'è solo conciliazione, e se c'è solo conciliazione allo spettatore non è richiesto lo sforzo del farsi delle domande e di pensare, e magari di prendere una posizione. Che poi è il compito per cui il teatro esiste ancora, nonostante la televisione e i dibattiti e il politically correct. 

Quando al legislatore manca la ragione, è il popolo che deve tornare a ragionare

Alex V

3 commenti:

  1. scusate. commento off topic. ma con la segretezza del blog come siete messe? posso aggiungervi al blogroll o volete restare nell'ombra?

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