Io non sono adatta agli esami, li devo di solito dare due volte per ottenere il risultato sperato. Ormai ci ho fatto il callo.
Oggi parlavo con la Gatta, al suo primo esame e al suo primo anno, con le sue ansie e le sue paure...
Quello che c'è da capire è che l'esame non è una questione di studio ma una questione di culo: puoi aver studiato metà libro e prendere 30 perché ti fanno domande solo su quella metà, o aver studiato tutto e poi fare comunque un orale disastroso (grazie, amica ansia che mi sei sempre al fianco in questi casi).
Il voto dell'esame è burocrazia. E' lo stesso discorso dell'abito che non fa il monaco. Ho visto gente che non sapeva una beata mazza prendere voti altissimi perché o copiava o beccava l'assistente buono.Poi è chiaro che un bel 30 fa sempre piacere,e così dev'essere, però non sono certo i voti sul libretto a fare una persona.
Soprattutto, il voto dell'esame non quantifica quello che sai, quello che sei o quello che sarai.
Una sessione sbagliata non ti condanna a essere fuoricorso. Parola mia che l'anno scorso a febbraio feci un disastro, disastro che ho pagato a furia di lacrime e studio (non che prima non avessi studiato, solo che l'ingegner mio padre si era convinto che me la fossi solo spassata, da brava fuorisede nullafacente) e che mi ha portato a finire TUTTI gli esami del primo anno a settembre.
Ma anche se così non fosse stato, NESSUNO ha MAI il diritto di giudicare il nostro modo di fare l'università.
Come ama ripetere il mio amico Buddha: "E' un esame, non è mica un tumore!"
Tanti in bocca al lupo a chi deve affrontare un esame di qualsiasi forma o specie, e che i 30 e lode vengano giù come la manna. E se così non fosse, chissenefrega, Io sono felice lo stesso. :)
Alex V
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