domenica 16 settembre 2012

L'amour

La premessa dei tragici accadimenti che sto per raccontare è doverosa. 
Il Rufo è stato cresciuto da sua madre Wonder Woman come una perfetta donna di casa. Lui lava, stira, spolvera e rassetta che manco il migliore butler inglese. La sua passione è però una, bruciante ed ossessiva. L'aspirapolvere. Lo passa dalle tre alle sei volte a settimana, ma non una passata veloce come le mie, che si tratta di uno spostamento della polvere dal punto A al punto B meno visibile. No. Lui, in maniera maniacale fa sparire ogni minima traccia di polvere. Tutta. E alla fine si coccola l'aspirapolvere, pulendo e lavando le spazzole, controllando il sacchetto ed oliando le rotelle.

Tranquillo pomeriggio con il Rufo, a casa sua. Solita formazione: io sul divano a leggere, lui alla scrivania a bestemmiare contro la tesi, contro l'ingegneria, i professori ed il mondo tutto. 
-Basta, devo fare qualcosa che mi appaghi. Mi sa che passerò l'aspirapolvere.
-Eh beh, allora è sicuro che ti rilassi.
-Ah, ah. No comunque non mi ricordo se te l'ho detto ma abbiamo cambiato aspirapolvere.
-Ah si?
-Si, adesso abbiamo quella autonoma, che fa da sola.
-L'aspirapolvere tonda che evita gli ostacoli e si fa tutta la stanza? Quella che noi non possiamo prendere perché altrimenti Nonna P ci litigherebbe e finirebbero ad inseguirsi per tutta la casa?
-Si e vacci piano con le parole.
-Che?
-Lei è un robot, non un'aspirapolvere, anche se a volte per comodità la chiamo così.
-...
-Eccola, sta partendo.
-...
-...
-...
-...
-Rufo, la stai guardando come si guarda un cucciolo o un bimbo che gattona.
-Già... non è meravigliosa?
-Tu mi spaventi.

                                                                                             Midori

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