A maggio ci saranno le elezioni comunali, giù a casa. Svariate sono le cose che mi lasciano perplessa:
- Per la prima volta dopo anni la destra non si presenta compatta (pazienza).
Questa cosa è abbastanza un evento. E vabbè che da noi la sinistra è un teatrino con personaggetti buffi, ma diciamo che la certezza è sempre stata la desta unita e la sinistra frammentatissima. Ed ora questo. Mah.
- Il Pd ha raccolto sul suo carrozzone tutti quelli che a destra non si sentivano più rappresentati.
Praticamente ha aperto un circo. Ora, già normalmente il PD non si accocchia al suo interno, pure con quelli di altri schieramenti volete impegnarvi? Della serie facciamo ridere. Ed appunto percvhè facevano ridere e volevano una persona seria hanno chiesto a Mutti di candidarsi come consigliere comunale. Chi è più serio di Mutti? Chi saprebbe dar meglio un'immagine di stabilità, austerity e polso di ferro? Churchill, forse. La Mutti, che non nutre grande rispetto per i politicanti o pseudo tali del nostro comune ha declinato, non so se usando la frase "siete quattro pagliacci" o qualcosa di più politically correct.
- La gente ha già cominciato a chiedere voti in giro.
Roba che persone che non sentivo da anni mi contattano su fb e mi chiedono se scenderò a casa per le votazioni. E se so già chi votare, perché ci sarebbe mio padre/cugino/zio/fidanzato/padrino di battesimo/cognato che si candida. h, non scendo? Ma mia sorella scende? Ma i miei sanno già chi votare? Anche i nonni? Neanche un voto riesci a far uscire dalla tua famiglia? Capisco. Ma tu hai nessuno che si candida? No? E che ti costa un voto allora?
Lo schifo, in sintesi.
- Un partito particolarmente progressista e giovanile ha candidato gente particolarmente progressista e giovanile.
Gente del 1991 per intenderci che è venuta a scuola con me, con la quale ho studiato per la maturità. E se tra quattro giorni compio vent'anni e vago nella bolla del "politica vade retro", vedere gente della mia stessa età militante mi fa accapponare la pelle. Della serie che dovrei smetterla di cojoneggiare, mettere la testa sule spalle e smetterla di amare follemente il governo tecnico (si, perché a me il governo tecnico piace). Che poi da un lato sono contenta di essere sfuggita a quel mattatoio che sono le sezioni giovanili dei partiti. Quei posti dove ti lobotomizzano e ti mettono a portare borse di personaggi piccoli piccoli con la speranza un giorno di essere favoriti in qualche colloquio o concorso pubblico. Meglio come sto io, mi sa.
Qualche specificazione di dovere sul perché io ami il governo tecnico:
Il governo tecnico è qualcosa di buono e giusto. Va bene, non ci hanno promesso altro che sangue, sudore e lacrime, ci cavano soldi come salassi, ma lo fanno equamente. Soprattutto sanno quello che fanno! In Italia abbiamo questa tendenza, un po' a fare senza competenza, ad arrangiarci, ma la cosa va bene fino ad un certo punto. Poi rischia di diventare solo ridicola, tutti che accialdano tutto.
Negli ultimi anni i Italia non si trattava più di politica, ma di circo. Mi ricordo le ultime elezioni, quando bisognava spiegare a nonna p come e chi votare. Un po' come quando ci fu il passaggio all'euro e dovemmo spiegarle il valore di ogni moneta e banconota (cosa che afferrò molto, ma molto in fretta. Della serie: il gruzzoletto non si tocca).
L'addetta in questo caso ero io, con il valente sussidio di mia sorella. Ppapà ci aveva dato i facsimile da far studiare alla nonna e sui quali farle fare le prove.
-Allora, nonna dove devi mettere la croce?
-Ddow (qui).
-No nonna, proprio su quello no!
-P'ccè allà nonn? c' yè cuss?
-Berlusconi nonna.
-Nzia' maj! (non sia mai !)
Questa sera ogni sera la settimana prima delle elezioni. Ancora oggi tremo al pensiero che nonna possa aver dato un voto a Berlusconi per sbaglio.
Ai serva Italia.
Midori
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