Finalmente posso dire da brava romana d'adozione di essere stata anch'io al concerto del primo maggio. Io, e le mie 4 amiche di università, anche loro novelline del concerto. Parole chiave, oltre a lavoro, speranza e futuro.
Non fai in tempo a prendere la metro che hai già la fila di ometti in maglietta dei guns and roses o led zeppelin o bob marley che ti assedia e attacca bottone. Si sa, 5 donne sole al concerto del primo maggio sono una facile preda.
A me il concerto è piaciuto una marea. Cioè, un po' pioveva e un po' no, l'acustica era ovviamente pessima, ma ho visto dal vivo Nobraino, Sud Sound System e Teatro degli Orrori!!! Cioè, Pierpi Capovilla! Ma soprattutto, il presentatore era Francesco Pannofino!!!
Mio idolo già come doppiatore, da quando ho visto tutte e tre le serie di Boris (la fuoriserie italiana, girata a Ciampino, va in onda su fox, è una di quelle serie da 20 minuti che ti fanno morire dal ridere e anche un po' riflettere, che soprattutto la mattina a colazione non guasta mai) lo è ancora di più!
E C'ERA TUTTO IL CAST DI BORIS!
Insomma, già solo per questo ne valeva la pena. Se vi chiedete se non ho visto anche Caparezza e Subsonica vi dico di no, sono andata via prima.
Perché andare al concerto di piazza San Giovanni è un evento sociologico che una volta nella vita si deve fare. Però c'è un però.
Al di là delle canne, degli ubriachi, dei pugni alzati, e dello sporco che ognuno dei partecipanti si è lasciato dietro (che sono tutti ambientalisti ma poi ti lasciano in giro carte cartine bottiglie e lattine ARGH!), lo spirito del concerto mi sembra comunque una grandissima farsa.
Voglio dire, tutti queste belle parole su questa bella gioventù che è al concerto per supportare i lavoratori di tutto il mondo (unitevi), contro il precariato, il governo, Berlusconi e non ci sono più le mezze stagioni, sì belle parole, peccato prive di sentimenti: lo show, ben organizzato, devo dire, è stato una grande e manifesta farsa.
Io, che non mi sento anti-democratica né tanto meno sono contro i lavoratori, non mi sono sentita rappresentata per niente, né dal pugno alzato di Capovilla, né dalle bandiere dell'Iran o dalle magliette di Che Guevara. Mi sono seriamente chiesta: ma chi ci crede più?
I giovani che partecipano al concerto non parlano di politica, semmai bevono e si fanno un paio di canne. Dormono, vomitano, sbandierano, fanno un po' di casino, e poi tornano a casa contenti. Di lavoratori neanche l'ombra. Epperò il sindacato ha comunque salvato la faccia (non che sia rimasto molto).
Il fatto non è che il concerto del primo maggio sia sbagliato, il fatto è che sono i sindacati a essere inadeguati. Non l'istituzione del sindacato, ma i sindacalisti.
Vabbè ormai son stanca, non ci sono più con la testa, un po' sragiono, un po' non capisco, veramente, tutta questa ostentazione forzata di un comunismo che poi non c'è neanche più, e chissà se c'è mai stato (intendo lì, tra la gente "che conta"), ragazzi comunisti nostalgici (di cosa bene non si sa), ideali comodi da tirare fuori dal cassetto a piacere e quando ci fa comodo.
Insomma, io vado a letto, spero che i lavoratori (quelli veri, non chi come me ha il tempo e la voglia di andare a sgomitare e saltellare in giro per piazza San Giovanni) si siano riposati, e intanto per fortuna posso liberarmi di pensieri poco opportuni sulla festa del primo maggio in quanto è già il 2.
Alex V
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