giovedì 8 dicembre 2011

Amico sì, fesso no

Mentre studiavo in stanza ho alzato gli occhi al muro e non ho potuto non sorridere a guardare i ritratti e le foto che Midori mi ha fatto: sono disegni e fotografie che gridano felicità, ci sono io con vari amici, tutti conosciuti con la mia nuova vita universitaria. Ci troviamo come raramente mi era successo. Penso a Dude, a Midori, alla Bedda, al Ricciolo, a Le Figarò e tutti gli altri e allora per associazione penso anche agli amici storici, quelli lasciati a casa che vedrò a breve, nella pausa natalizia.
Prima di tutto penso alla Orange (l'articolo è d'obbligo, perchè io penso in termini di articolo più nome) e penso a tutte quelle che abbiamo passato insieme, alla nostra amicizia che ancora resiste, anche se lei non mi chiama mai, non ha per nulla la fissa del telefono. Un po' me la prendo, poi penso che probabilmente se litigassimo per questo (o anche per altro) lei non verrebbe a scusarsi, lei non prende in considerazione di poter sbagliare, è troppo orgogliosa, a volte irritante. Però alla fine è come in amore: bisogna valutare se ci interessa di più l'orgoglio o quella persona, e da lì è facile.
Poi penso alla I liceo, e a come fu difficile quell'anno in termini di amicizie. A scuola, per lo meno, fuori avevo i miei gruppi, del Muretto e del Teatro, e mi trovavo benissimo. A scuola no, quello fu un anno, o almeno un inizio anno terrificante. I primi d'ottobre Orange mi telefonò e mi disse che quelle mie care amiche con cui avevo passato l'estate e con cui ero pure andata in vacanza studio a Dublino su fb (che io all'epoca non avevo) avevano scritto "Spodestiamo Alex V". All'epoca ero rappresentante di classe, a breve sarei stata rappresentante d'istituto, ero una personalità forte a scuola. Il colpo fu che una cosa così me la sarei aspettata dalla Magnamerda (sul nome tornerò un'altra volta..), o dalla Svampita, non certo dalle mie amiche. Terribile.
Siccome ho una faccia di bronzo non indifferente andai subito a parlare con le interessate, una per una, separatamente, per capire perchè. Nessuna mi diede mai una spiegazione e io mi sentivo come nel Processo di Kafka.
Io sono sempre stata più che brava a scuola, non ho mai trovato difficoltà, per cui se c'era da parlare con i professori incaricavano me, godevo di un certo ascendente, passavo pure i compiti in classe, gli appunti, però non mi sono mai vantata, non ho mai detto niente, tenevo un profilo basso, cercavo di minimizzare le mie competenze. Però questo non bastò a tenermi al riparo dall'invidia della gente. Anzi, delle altre donne. I maschi se ne fregavano altamente, e i miei amici continuarono a parlarmi senza problemi. Forse neanche si accorsero di quello che stava accadendo. Le ragazze no. Le ragazze (che poi neanche tutte, e so che a fomentarle era una sola) eressero un muro di silenzio verso di me, mi sparlavano dietro, mi ostracizzavano insomma. Orange salava spesso, e quando non c'era la mia mattinata era solitaria.Avevo anche pensato di cambiare scuola, ma poi mi ero detta che non l'avrei data vinta a nessuno. E infatti più si andava avanti e più la gente aveva bisogno di me, dei miei compiti, delle mie verifiche, della mia disponibilità e soprattutto del mio cervello. Non mi negai mai e dopo Natale le cose si erano attutite. Tutto tornò alla normalità, la tartassata non fui più io, ma la Svampita come sempre (notare che io l'avevo sempre difesa e aiutata; lei, proprio come una bestia, non appena mi presero di mira diede man forte: quando fu di nuovo presa di mira non mossi più un dito), e le cose tornarono alla normalità.
Perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi: JFK, quanto hai detto bene!
Io cambiai taglio di capelli, uomo e modo di fare:
- Scusa, puoi dire alla prof di rimandare il compito di una settimana?
- No
- Perchè no? a te cosa ti cambia? tanto sei brava, io invece in una settimana studio di più
- A me cambia eccome: via il dente, via il dolore. Tu piuttosto, dovresti chiedermi di far anticipare il compito anzichè posticiparlo: tanto in quella settimana in più non faresti un cazzo come al solito, se fai il compito prima almeno hai la scusante per dire "mi serviva più tempo"
Anche nelle discussioni, non mi seccava più far vedere quanto sapessi più delle altre e nè mi seccava più dire che in realtà io uscivo tutti i pomeriggi, per le mie svariate attività e per vedere l'allora mio ragazzo. Alludevo neanche troppo velatamente alle gioie di una attività sessuale soddisfacente e regolare, aumentando l'invidia di quelle frigidone che morivano dalla voglia di scopare e si chiedevano come "un cesso come quella potesse avere uno che era anche carino". "Per lei è anche troppo" sentenziò la Smorfiosa vedendo l'allora mio ragazzo, che ora è il "caro estinto".
Mi rendo conto di aver peccato di ubris e di essere stata veramente odiosa alle volte: però almeno mi son levata la soddisfazione di far rosicare fino in fondo quelle che tanto avrebbero rosicato e sparlato di me ugualmente. Sarebbe comunque accaduto, e allora mi levo io lo sfizio di darvi il motivo per parlarmi dietro, stronze!
Le mie poche vere amiche sono rimaste (con loro comunque non facevo l'acida, non sono un'ingrata) le altre andassero tutte al diavolo.
Chi trova un amico, trova un tesoro: io ho i miei ori, pochi ma dannatamente buoni e belli. La bigiotteria non mi è mai piaciuta.

Alex V

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