domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua

Ho passato la veglia pasquale a mangiare pesce come se non ci fosse un domani, al compleanno del Mason, unica donna su 7, e unica a non aver tirato il pacco. Poi è stato il momento Orange, e ho potuto fare il mio ingresso trionfale (e molto apprezzato) nella compagnia di Mario. Abbiamo assistito impotenti al cambio dell'ora di fronte a un pub che non ne voleva sapere di sentire le nostre ragioni ("Ma anche se sono le tre in realtà è come se fossero le due!") e siamo tornati a casa perché anche se è il 31 marzo la primavera qua ha deciso di farsi attendere come una donna che sa di essere molto desiderata.
Ma oggi, finalmente, c'è il sole, e io adesso potrei anche piangere.
Tutto questo solo per augurare a tutto il mondo virtuale 
BUONA PASQUA

(eh sì, sta pure per ricominciare Game of Thrones...che gran giorno: Domenica, Pasqua, Sole e pure Game of Thrones!)

Alex V

sabato 30 marzo 2013

Ritorni e perdite

Scrivo dalla casa natia, guarita da un febbrone da cavallo buscatomi per la deviazione a Vienna. Perché ho scoperto la neve e mi è piaciuta, ma io non sono piaciuta a lei. 

Un viaggio meraviglioso, per la compagnia (nonostante gli inevitabili screzi interni), i posti, i costi contenuti dell'alcool e delle sigarette.

Nota dolente la perdita della mia amata macchinetta digitale, contente la migliore foto che mi fosse mai stata scattata, Midori con colbacco, una delizia.

Mentre oggi raccontavo a Mutti e Lucia gli avvenimenti, le serate con tre ore di sonno, mia madre mi ha guardato.
-Per tutti questi giorni hai dormito tre ore a notte?
-All'incirca.
-E allora vedi perché hai perso la macchina fotografica? Stavi rincoglionita!

Diagnosi migliore non poteva esserci.

E adesso senza raffreddore, ringalluzzita, posso dedicarmi a ciò che succhierà la ia anima fino a luglio: esami e tesi. Mon Dieu. 

                                                                          Midori

Ma gli androidi sognano pecore elettriche?

Tornare a casa e uscire in piazza, la prima sera, è sempre un grande shock: anche se sono abituata a una burinaggine che sa essere tutta romana, la grezzaggine di certi elementi di questo posto neanche troppo dimenticato da Dio (oserei dire "per niente dimenticato da Dio") che molto spesso sfocia nella pottinaggine più manifesta, mi colpisce sempre. 
Io ormai sono abituata a un altro tipo di giri, di comportamenti, di serate.
E poi cerco sempre il mio ex, se c'è, dov'è. Per fortuna, non c'è mai, e dopo una birra mi dimentico.
In realtà è uno straniamento che dura solo la prima serata di casa, quella che mi ributta nel mondo da cui sono venuta, e che mi fa capire perché me ne sono andata. E' una sensazione passeggera, così come è arrivata sparisce, e anche in fretta.
Mi faccio i miei soliti giri, un amaro al bancone del bar dal barista per cui ho un debole, e prendo atto che quelli che conosco sono sempre meno, o meglio, sono sempre gli stessi, mentre aumentano i nuovi, che poi tanto nuovi non sono, sono i bambini di ieri, quelli che quando la sera uscivo io rientravano a casa alle 10. E io adesso vado fuori non prima delle 10 e mezza.
Ma è il giusto scorrere del tempo e delle cose: in compenso, adesso c'è da socializzare con gli amici di Mario, e non è roba da poco inserirsi, anche solo di vista, in un gruppo già formato, con i suoi equilibri e le sue anomalie.
Però fa sempre un certo effetto (positivo) trovare qualcuno che conosca Blade Runner ed esser sfidata a chi ne sa di più -una sorta di gioco a trabocchetto, per vedere chi è l'alpha degno di parlarne, chi è l'esperto-. Ovviamente io, che in queste cose, per principio, non perdo mai (Midori ha ragione, sono troppo competitiva).
E così di punto in bianco penso agli androidi, se anche loro sognano pecore elettriche, e a che ne sarà di noi, del nostro futuro, delle nostre idee.

Ma a un androide non si può far niente, perché se ne strafregano

Alex V

venerdì 29 marzo 2013

Home sweet home

Il viaggio è stato strepitoso, ma anche tornare a casa ogni tanto non è male. E visto che starò una settimana, me la sto prendendo comoda. Non che possa fare diversamente: diluvia e comunque quasi tutte le mie amiche sono ammalate. Ma tutto sommato non mi va neanche troppo di cercare gente, almeno per ora, appena arrivata.
Lasciatemi così, nel mio felpone da casa, ad aspettare di recuperare il sonno perduto in Ungheria, dove non c'era abbastanza tempo per dormire. Certo, la Orange l'ho vista eccome, lei e il suo Mario, ché sono tanto bellini insieme.
Mentre aspetto di uscire decido la distribuzione dei doni: la palinka a Lupetto, Klimt alla Valerì e alla Bionda, cioccolata per GossipBoy, ché un po' di dolce supporto allo studio serve sempre.
E mentre fioccano sui social le sparute foto della vacanza (fortuite superstiti nei cellulari), non posso non ripensare a quando, una notte, Midori era convinta di aver perso il cellulare, ma siccome erano le 3 e ci dispiaceva svegliare Orso e Watusso per farci accompagnare indietro al locale, siamo andate io e lei, in un nulla di fatto poi, perché il cellulare non si è trovato.
Ma quante macumbe a quella barista antipatica!
Quella come minimo ce la ritroviamo sulla coscienza che perde il lavoro ed è costretta a darsi al porno amatoriale...tutto per  colpa di Watusso, che ha voluto fare un pessimo scherzo a Midori!
Perché poi il cellulare l'aveva preso lui!
Ma dico, non poteva farlo anche con la macchina fotografica?
Che uomo inutile.
E poi penso al gulash caldo con la birra, giusto per scaldarsi nell'attesa di fare un salto a ballare, per poi scoprire che siamo capitati in un locale gay...se consideriamo tutto, di questo viaggio i racconti non mancano di certo!
Poi torni a casa, ne parli con la Orange e quella ride e ti regala un braccialetto con un ciondolo a forma di vulvetta.
Decisamente, questa settimana non poteva chiudersi meglio.

Alex V

Aneddoti vacanzieri

Com'è bella l'avventura, soprattutto in compagnia delle persone giuste. Peccato, mancavano il MioUomo e Amando, ma non si può avere tutto dalla vita. Però intanto io, Midori, Dude, Clark Kent, Watusso, Orso e compagnia abbiamo fatto un bel gruppone di italiani molesti di cui Budapest si ricorderà per un bel po', anche se stavolta siamo riusciti a non far scappare la gente dalle terme o da qualunque altro posto visitato. 
Ancora una volta: Budapest è bellissima. Ma proprio tanto. Andateci e godetevela tutta, io ci torno appena possibile, perché mi manca già (e poi tanto a casa mia fa freddo uguale, quindi l'obiezione "come la mettiamo con il clima" con me non regge).
E a questo proposito:
aneddoto n°1: 
-Ma ti sei portato la calzamaglia, Orso? Fa schifo, è da froci!
-Ne riparliamo stasera e domani...
E così il Sannita si ritrovò a vagare con il pigiama sotto a qualunque tipo di vestito

A parte questo, siamo pieni di racconti di questo viaggio, a tratti rocambolesco.
Ad esempio: i magiari hanno grossi problemi con il verso delle porte. Ah, sì, ma questo l'ho già detto. Allora racconto questa: gli ungheresi hanno un modo tutto loro per farti capire che gli piaci: prima ti guardano ballare tutta la sera, poi ti avvicinano quando vedono che te ne stai andando, ti fermano, e in perfetto ungherese fluente ti dicono qualcosa che tu non capisci (perché ancora non parli ungherese, ma ci stai lavorando, su questo in inglese lo rassicuri) aggiungendo solo all'ultimo qualcosa in inglese che tu interpreti come "photo photo"
Perciò: aneddoto n°2:
io ballo tutta la sera e poi tu mi vieni a chiedere non il numero, non l'indirizzo fb, ma una foto. Ma tutto questo è di una tenerezza infinita! Fossi stata in una qualsiasi discoteca romana mi avevano già palpeggiato fino a cercarmi l'anima! 
Per questo mi è quasi dispiaciuto dovergli rispondere con un raffazzonato e non del tutto credibile "don't understand". Soprattutto perché poi lui si è seduto sconsolatissimo sulla sedia sulla quale avevo ballato per metà serata. Povero il mio forever alone. 
Ma questa è stata solo la prima di scene analoghe in cui perfetti sconosciuti si avvicinano chiedendo una foto. Chissà poi cosa raccontano agli amici su quella foto, ma sempre meglio di una sonora e sgradita palpata di chiappe.

Il gulash è ottimo, mentre la palinka è solo per i fegati più allenati. 
Aneddoto n°3: Dude e Clark hanno deciso, in tutta autonomia, il primo giorno, di comprarsi un bottiglione di palinka da bere la sera come bicchiere della staffa e la mattina come bicchiere del buongiorno. Alla nostra richiesta "oh, possiamo assaggiarla pure noi?" la risposta è stata:
"NO, perché la bottiglia è una e noi siamo in troppi".
Salvo ritrovarsi il pomeriggio della partenza a supplicarci tutti di aiutarli a finire la bottiglia, che dal primo giorno era rimasta praticamente piena.
Naturalmente si sprecano le battute su "braccino corto" Dude...


Alex V

giovedì 28 marzo 2013

Patchwork

E' ufficiale: siamo tornate. 
Ho viaggiato più in questa settimana che negli ultimi sei mesi (leggasi: da quando sono tornata  dalla Turchia), anche perché all'ultimo momento abbiamo deciso di ampliare gli orizzonti e 
farci una giornata a Vienna (saltando Debrecen, maledizione: vorrà dire che dovrò tornare).

Doverosa precisazione(importante per chi se lo stesse chiedendo dopo aver letto la mia lettera d'amore):
Budapest: il mio innamoramento è confermato. La realtà non mi ha deluso: era proprio come me l'ero immaginata. Né più né meno: bellissima, affascinante, emozionante. Vagavo per Pest come se ci avessi sempre vissuto.

L'unica macchia di questo viaggio  che abbiamo io e Midori è il fatto di aver perso, l'ultimo giorno, la macchina fotografica. Del resto, era troppo bello: le foto erano stranamente troppo decenti per tornare a casa con noi e rimanere ricordo indelebile di questa vacanza. Vorrà dire che dovremo farne un'altra...

Quindi potrei adesso iniziare a parlare della palinka che decide di dare un party nella mia valigia (particolarmente apprezzato dai miei maglioni), o del fatto che gli ungheresi non sanno montare le porte (non è possibile, se il bagno è 2 metri x 2, che la porta si apra verso l'interno! Idem con patate per tutto il resto), ma questo post in realtà è solo un comunicato ufficiale in cui vi informiamo, cari lettori fedeli, che siamo vive e stiamo bene. Per raccontare del viaggio ci sarà tempo.

Sappiate però che una volta rientrata il mio viaggio non era finito.
Per uno strano gioco del destino mi sono ritrovata stamattina a San Pietro per la messa del crisma, con i miei, tra mia madre che mi indicava e chiamava per nome tutti i cardinali che sfilavano, e mio padre (non credente- nota bene) che si è preso la comunione solo perché alla fine del libretto della messa c'era scritto che "Hai fedeli è concessa l'Indulgenza Plenaria". E allora me la prendo anche io, e che ca**o!
Poi vabbè, mentre mia madre faceva lusinghieri commenti sulla quantità di pretini ventenni presenti a messa, mio padre è stato anche scambiato per un funzionario vaticano. Era la fiera dei paradossi, insomma.
Una particolare menzione va poi all'autoctono tanto gentile da spiegarci la storia del cimitero di Nonna Lucia a Bolgheri (per che non sapesse dove o cos'è, si rilegga Carducci...), un cimitero piccino picciò, con tutte le croci in ferro battuto ( sconvolgente: io sono abituata ai Monumentali in marmo!), dove abbiamo fatto tappa tornando a casa.
E sì, anche durante questo viaggio di ritorno a casa, tra le colline della campagna toscana, abbiamo incontrato uno degli abitanti più tipici del posto: il fagiano cicciotto.

E così ho capito che ormai ero a casa.

Adesso manca di vedere le amiche di sempre e sono a posto!

Alex V


La saggia della montagna

Cuginetta ha un ragazzo.
Della sua età per fortuna, nessun mio coetaneo è riuscito ad insediarla. Per ora.

Ha chiesto consiglio a me e Lucia, quando ha cominciato ad uscirci. Della serie, lo devo dire a mamma o meno? Ma secondo te se mi comporto così e così? Ma se mi scoccio e voglio scappare che faccio? Come mi accorgo se si scoccia? Cose così, la prima piccola palestra nella quale nessuno è bravo a fare da solo. E lei ha chiesto a noi.
E poi è arrivata la seconda uscita, la terza, il primo bacio, si sono mesi insieme...

Mi sono ricordata di quando ha voluto che io e Lucia la accompagnassimo con zia a comprare il primo reggiseno. E mi sono detta che è bello avere qualcuno più grande che ci è già passato, ma non da molto, qualcuno che può dirti guarda che si sopravvive, anche se a sedici anni tutto sembra folle, anche se i maschietti pensano solo alle tue tette (non che poi il succo cambi molto). Si sopravvive. Certo, io avevo Lucia come sorella maggiore, ma con un anno e mezzo di differenza ci siamo anzi passate insieme, piuttosto che lei prima ed io dopo. E adesso sono anche contenta di una cosa, che Cuginetta abbia due modelli diversi.

Comunque vada con questo tipo (che prima o poi dovrò esaminare), la mia non più bimba avrà una delle due alla quale chiedere consiglio. Se il ragazzetto dovesse rimanere e durare, ecco che Lucia potrà aiutarla a traghettare una cosa da ragazzi in una storia seria, che l'amore si fa anche se oggi sono in tuta e che anche se non ho più sedici anni ci si ama lo stesso, in maniera diversa.

E se dovesse andar male, ecco, Midori è presente, tua cugina ti dimostra che si sopravvive al primo rovinoso amore, ed anche al secondo, che è legittimo piangersi addosso per un po', urlare in testa al tipo e che alla fine anche da sole si sta bene, perché non è che ci sia bisogno di un ragazzo per vivere al meglio e felicemente. Che l'amore è cosa fuggevole, ma a questo punto noi ci si gode il momento e domani mettiamo una gonna più corta ed un sorriso più largo.

Ma magari sto correndo troppo, magari con questo ragazzo durerà poco, si sa come vanno queste cose a sedici anni. O magari voglio solo sentirmi vecchia e saggia.

                                                                                                                Midori

lunedì 25 marzo 2013

Shit happends

Ultima settimana di sessione. Tosse dannata e raffreddore, perché una sola delle due cose mi sembra poco.

Sul pianerottolo incontro il "simpatico" Dinkelecceh.
-Midori, ciao.
-Ciao. [Tosse].
-Ma stai facendo qualcosa per questa tosse? Da una settimana e più ti sento!
-Si, propoli e sciroppo come se piovesse.
-Che poi ti prende male, cioè, io ti sento.
-Già.
-Specialmente la mattina presto. Molto presto.
-uhm, uhm.
-E la sera tardi. Molto tardi.
-Già. Deve essere il fatto di stare stesa.
-Già. Sai, TI SENTO, LA MATTINA PRESTO E LA SERA TARDI [sottolinea sollevando le sopracciglia e calcando la voce]. Immagino tu stia avendo problemi a dormire, quei disturbi a quegli orari...
E allora a me sono girate le palle, perché se ho la tosse a quegli orari non è colpa mia, è inutile che lui provi a farmi sentire in colpa, che crede, che solo perché io ho il buongusto di non dirglielo, non sento cosa faccia in camera? Con la sua ragazza che miagola e mugola ed invoca il nome di Dio invano, invano perché tanto il tutto più di tre minuti non dura? E lui si sta lamentando perché io con la tosse non lo faccio dormire?
-A dire il vero, Dinklecceh, sto dormendo benissimo. Forse tossico nel sonno, capita, sai. Buona giornata.

Prima di partire, incontro sempre con Dinklecceh in portone. Tossisce come un disperato, il naso gli cola.

Karma is a bitch.

                                                                                                        Midori

domenica 24 marzo 2013

Porci con le ali

Ogni tanto mi fisso che mi devo educare. Nel senso che se sento per più giorni di fila un riferimento ad un determinato film o libro che ha fatto la storia, devo metterci le mani sopra, devo leggere, vedere e capire.

Porci con le ali, 1976, Radice e Ravera.

Scaricato ingloriosamente ed illegalmente.
Prima impressione: linguaggio diretto. Non si maschera dietro parafrasi o altro. Un libro che mia madre storcerebbe il naso e direbbe che non le è piaciuto, che non c'è bisogno di essere così volgari. Un libro che è stato scritto per la sua generazione.  Per la sua e quella di baba. Sarà anche per questo che non mi è piaciuto tanto leggerlo, mi è sembrato di sbirciare dal buco della serratura, come quando Lucia insiste per sapere i nomi delle ragazze che baba ha avuto prima di mutti.
Se ci si pensa è un clima che quelli della mia generazione non conosceranno mai: i collettivi, le sedute di autocoscienza... Non che i miei abbiano avuto tute queste esperienze rivoluzionarie. La Puglia degli anni 70, un paesino della Puglia degli anni 70 non è certo la Roma degli stessi anni. Baba probabilmente aveva l'eskimo e dalle foto so che portava la barba. Mutti era troppo impegnata a lavorare e studiare per mantenere la famiglia per interessarsi alla condizione della donna nella società, blablabla.
Quindi, una volta assodato che non posso sovrapporre i miei genitori a Rocco ed Antonia, i due protagonisti, posso andare avanti.

Carne e sesso, quel sesso delle prime volte, indeciso, insicuro, ma con la voglia di esplorare l'altro fino a rivoltarlo da dentro a fuori. Poco parlare, tanto fare. A volte anche inverosimile. Mi scopro più reazionaria di questi adolescenti di quarant'anni fa, non per le pratiche, è per il farlo, no, ma per la mentalità, il pudore che ho immaginato proverei in determinate situazioni.
Non è stato quindi il sesso a colpirmi. Un po' l'ambientazione. Un po' la storia.

Tanto la lettera che Antonia scrive a Rocco, alla fine del libro. Perché scrivere una lettera è una cosa dannatamente intima, scriverla a mano, con tutte le cancellature, il peso della penna su una determinata parola, arrotondare le lettere, aggiungere una virgola, rileggere e cercare di spiegare, aggiungere un trattino unico per la doppia t, e poi mandare, non avere la garanzia che l'altro l'abbia letta o ricevuta, altro che facebook con visualizzato alle.

Ed in questa lettera che Antonia scrive a Rocco, ecco, mi ci sono rivista o voluta rivedere. Una lettera che la ricopierei, magari non tutta, non pari pari, ma i concetti fondamentali, quelli che si sa che valgono per ogni storia. E la ricopierei a mano, arrotondando tute le lettere.

                                                                     Midori

venerdì 22 marzo 2013

Valigiando

Stranamente, mi ritrovo con la valigia già pronta in camera di Midori che invece sta cercando di riempire il trolley, quindi le faccio un po' da spalla. 
-Considerando il freddo, io i tacchi non li ho portati
-Sì, ma te sei anche alta, che c'entra
-Te l'ho detto che ieri mia madre è andata per una visita dall'ortopedico e in sala d'aspetto ha trovato una ragazza che si era rotta la tibia cadendo da un tacco 15 all'entrata della discoteca?
-Alex, vaffanculo
-Dicevo per dire
-Ah, che spreco le mutande col pizzo
-Invece sono molto carine
-Sì, ma per il tempo che le ho tenute indosso, guarda, potevo anche fare senza
-Ma che vuol dire, hai fatto bene a metterle, non si può mai sapere in questi casi, meglio non essere ricordate che diventare protagoniste di un racconto da bar in cui il demente di turno racconta di come avevi i mutandoni della nonna...
Parli del diavolo, spuntan le corna. -Midori, non ti porterai mica quella roba
-Senti sono comode
-Midori, sono orribili. Non sono semplicemente antisesso, sono proprio anti tutto, sono orrende! 
-Le metto quando ho il ciclo e ci sto comoda, va bene?
-Quella roba deve sparire
-MAI! E adesso passami i calzettoni di lana da notte rosa con i coniglietti.

Perché? Perché?Perché?

Alex V

giovedì 21 marzo 2013

Lettera d'amore

Più il tempo passa, più si avvicina il momento di partire, più l'entusiasmo lascia spazio a qualcosa che non saprei ben definire, quasi una fibrillazione della pelle, uno sfrigolio, ma con una nota d'incertezza di fondo. Io vorrei...non vorrei...ma, se vuoi...Voglio andare certo, voglio scoprire se era tutto nella mia mente oppure no, ma da un lato c'è il timore di rompere quell'equilibrio che si è instaurato subito e che si porta avanti immutato, anzi, sempre più forte, da quasi una vita. 
Io e Budapest: un amore cominciato più di 10 anni fa, così, inspiegabilmente. Come tutti gli amori, del resto.
E' stato prima dell'amore per il Giappone, che è nato alle medie: per Budapest, per l'Ungheria, avevo 7 anni, e avevo appena finito di leggere I ragazzi della via Pàl. Già mentre lo leggevo dentro mi nasceva questa smania per l'Ungheria. Vattelappesca perché. Oh, c'è chi ce l'ha per l'America, chi per Londra, chi per Parigi, o per la Spagna e per la Germania. Io ce l'ho per Budapest. E' strano, adesso, pensare di andare in quella città che ho tanto sognato, in cui ho ambientato tanti dei miei viaggi mentali, dei miei fantastici universi paralleli. 
Non ho mai visto Budapest, eppure mi sembra di conoscerne se non proprio ogni angolo, almeno le parti principali: l'antica Buda, la nuova Pest, l'isola Margherita, il Danubio, il Parlamento. Che poi sono quelle cose, quei luoghi comuni, che se uno li cerca su internet, trova molte più cose di quanto io in realtà non sappia. Però è diverso: a me sembra di averci vissuto. Ho letto Orkeny, ho letto Marai, ho letto Szekely e Fisher: a me sembra, quell'aria, di averla respirata. 
Ho approfondito la storia dell'Ungheria, dai romani a Mattia Corvino, e poi gli Asbugo, Andrassy, Horty, Nagy e adesso Orban e tutto ciò che ne consegue. 
E adesso mi sembra un po' di essere come quei bambini che si innamorano dell'amico di penna che non hanno mai visto, che magari non risponde neanche sempre a tutte le lettere, ma a cui comunque pensano sempre. E adesso è arrivata l'occasione per incontrarlo, perché per chissà che circostanze strane della vita o del destino, con la famiglia ti trovi a passare da lì.
E sai bene che potrebbe essere amore, amore come quello che provi già adesso, alla cieca, al buio, amore totale e incondizionato, come vorrebbe la tradizione romantica, ma soprattutto come vorrebbe il cuore, che in tutti questi anni non ha mai avuto un dubbio su quello che d'istinto sentiva,
Ma da un lato, la parte più matura, più razionale e anche più disillusa sa che potresti restare delusa. Perché gli occhi sono diversi da come te li sei immaginati, i capelli troppo crespi, i modi troppo bruschi, e soprattutto quella sintonia che tanto ti eri costruita in realtà non c'è.
Alla fine, nella valutazione di Budapest, di razionale c'è poco. E non vedo l'ora d'incontrarla davvero, con il suo cielo, i suoi colori, i suoi modi e le sue opinioni, ma si sa, quando ci sono di mezzo gli idealismi, le fantasie, la fregatura è dietro l'angolo.
Qualunque cosa rappresenti Budapest per me, a questo punto, lo saprò domani a quest'ora. 
Per adesso, le vado incontro con amore e col sorriso.

Alex V

mercoledì 20 marzo 2013

La noia

Ultimamente la gente si lamenta che io stia uscendo poco. Analizziamo i fatti: è vero. Un po' è perché ho delle giornate non piene, pienissime, tra turni, studio, tempo perso sui mezzi, lezioni, MioUomo, miei amici, eccetera. Un po' è perché in sessione d'esame non sono uscita salvo eccezioni (poche e sempre ben motivate, tipo i Baustelle), e si sa, l'essere umano si abitua. E le abitudini una volta prese sono dure a morire.
Che poi, non è mica vero che non esco mai: se ho il pomeriggio libero un giretto in centro o al parco me lo faccio volentieri. Quello che sotto sotto mi disturba, in realtà, è uscire la sera. O meglio: posso anche uscire a cena, ma poi a mezzanotte, preferisco andare a casa che al pub, o peggio, in discoteca.
Avere 21 anni e non sentirli. 

Oh, ma che ci devo fare se non ne ho voglia? Non è che sto a casa e mi deprimo: leggo, mi guardo un film, sto con il MioUomo (altro ultimamente non proprio famoso per essere un vivieur...), mi rilasso. La mia vita sociale non mi sembra risentirne più di tanto (e poi ora c'è la vacanzina), la mia vita mentale ringrazia invece per le ore di sonno in più.
Quando dico che a me, tutto sommato, di uscire non mi va, le persone mi guardano strano. Ma analizziamo razionalmente i fatti: i miei amici li vedo tutti i giorni perché praticamente ci vivo insieme, a questo punto uscire significa prendere del freddo,dover tirarsi a modino, e almeno 10 euro a volta che se ne vanno tra metro e bevute, e se penso che con 15 euro mi posso comprare un abito da H&M, mi dispiace il paragone non regge. Perché, diciamolo chiaro e tondo, quello che mi manca è il vero grande motore di tutta la macchina mi vesto a modo-esco-bevo-ballo eccetera: l'uomo. In effetti dovrei dire "quello che non mi manca".
Essendo provvista non di un uomo qualunque, ma del MioUomo, viene a mancare lo stimolo primo all'uscita in compagnia, ovvero la necessità o la velleità (a seconda dei casi) del rimorchio selvaggio.
Ché poi quando esco (Dude anche lui non viene quasi mai) mi ritrovo in mezzo a tutti single, quindi c'è pure il rischio che a ballare mi tocchi rimanere stare a reggere il moccolo a chi invece se la limona allegramente.
Solo un'altra cosa può spingere le mie pigre membra fuori di casa: il caldo. Che è ancora lontano, ma presto arriverà e mi sveglierà dal letargo invernale.
Ché poi volete mettere farsi trovare alle 2 di notte dal proprio uomo addormentate a letto, con La noia di Moravia aperto a metà sul cuscino?
Non so perché, ma mi sono sentita decadente. Decadente e crepuscolare.

Sì, lo so. Dovrei cominciare a uscire di più.

Alex V

martedì 19 marzo 2013

Le notti d'Oriente

Visto che si prospetta un breve week end (lungo) di terme, per non farmi cogliere impreparata ho fatto visita alla mia estetista romana, che ha ingrandito il centro. Sì, perché se prima si trasformava in truccatrice occasionale, adesso invece ha assunto una ragazza qualificata
-Ah, Alex: è bbravissima! *strappo* Esci che nun te riconosci...
Andiamo bene.
-Respira-Prendi aria *strappo* No perché se nun era brava, io mica la prendevo, che poi mi rovina la nomea...
-Infatti mo' c'avemo il lancio a prezzo speciale *strappo* ma la prima prova è aggratis: sicura che nun te serve? Esci che sei n'artra persona...*strappo*
Considerato che l'ultima volta che mi sono fatta truccare aggratis poi ci ho messo mezz'ora buona per ritrovare la pelle sotto il calcestruzzo fondotinta...sì, ero veramente un'altra persona.
Ma poi penso che a gratis non si rifiuta neanche la febbre e, da brava figlia di MioPadre quale sono, accetto. Tanto poi a casa mi devo fare una doccia.
Non ho fatto in tempo a rimettermi la maglietta che già mi avevano teletrasportato a fianco la zona trucco. Dai, la ragazza in effetti ha un'aria professionale: incocca sicura il pennellino dello stucco..ehm..del fondotinta. E' talmente sicura che non fa in tempo a realizzare che no, io quella roba lì non la uso (mi dà molto fastidio quando vado in giro/sto studiando/faccio l'amore/mangio/qualsiasi attività non contempli lo stare seduta a farmi truccare/ e di colpo mi crolla l'impalcatura posticcia sulla faccia -o mi si scioglie, che è peggio-: davvero, meglio senza):
-Vabbè dai, ormai ho iniziato: te ne metto poco, vedrai che poi comincerai a usarlo! E' troppo comodo!
Dopo aver aggiunto 3 o 4 fard diversi, sta per passare agli occhi quando sento l'estetista che la chiama
-Ah Giasmìn, 'ndo hai messo i rossetti?
OMMIODDIO sono finita a Jersey Shore e nessuno me l'ha detto! 
Troppo tardi: è già passata agli occhi....Mi rassegno,temo il peggio, dopo dovrò nascondermi sotto un burqua, altro che Notti d'Oriente...E invece no. A dispetto del nome poco rassicurante (oh, è più forte di me: ho un pregiudizio innato verso i nomi strani stranieri su gente italiana da 7 generazioni minimo. Roba come Sheila, Chantal, Brandon, Jessica, Jhonathan e affini mi urta,già Nicol per me è al limite...poi queste persone le conosco e mi do' della cretina, ma lì per lì...) devo dire che mi ha truccato proprio bene. Niente eccessi, niente labbra rosso fuoco, o nere, o viola, occhio composto, ben ombreggiato, Midori ha dovuto convenirne. E brava Giasmìn!
C'erano comunque quei 4-5 kg di stucco che sembravo avere un mascherone sul viso, però però però nessuno è perfetto. E devo dire che così avevo una pelle perfetta che nemmeno la modella della copertina di Vogue.
Però solo quando a casa ho disseppellito Amedeo, il brufolo sulla guancia destra, ho potuto riconoscermi. 

Alex V

Letture

In una settimana ho letto quello che nei due mesi di sessione precedente ancora non ero riuscita a leggere, per un totale di 5 libri iniziati e finiti e 1 cominciato (da finire presumibilmente prima della partenza).
Ecco la mia personale classifica:

Mr.Gwin, Baricco: su consiglio di MioPadre. Pretenzioso come solo Baricco sa essere. Se si fosse concluso a metà, mi sarebbe anche sembrato carino, invece ho trovato la storia piuttosto scontata, con un che (anzi, più di un che) di banale già visto. Quello che mi disturba è la quantità di frasi a effetto oggettivamente belle e incisive, seguite da una parola che puntualmente rompe l'incanto come "Portò il cane a pisciare". Baricco, appunto. 6, perché nonostante il fastidio, certi passaggi sono ben scritti.

Tentazione, J. Szekely: consigliato da Midori. A parte che non riesco a pronunciare il cognome, mi è piaciuto non un sacco, di più. Si legge che è una bellezza, e suggerisce modi di dire (alcuni tipicamente ungheresi) che personalmente ho adorato. 10, imprescindibile

Sotto il culo della rana in fondo a una miniera di carbone, Tibor Fisher: consigliato sempre da Midori. Mi è piaciuto, ma mi ha detto meno rispetto al connazionale Tentazione. Forse però per molti è più appetibile perché è più breve (e più comodamente trasportabile). Con il precedente, getta luce su alcuni modi e comportamenti tipicamente ungheresi, che poi era quello che mi interessava conoscere. 9, così, secco. Anche perché parla di Budapest.

Villetta con piscina, H. Koch: era un sacco che volevo leggerlo, da quando l'avevo visto in libreria dopo aver letto La cena. Lo stile rimane quello, uguale spiccicato: si entra da subito nella mente del protagonista. E si vede tutto dal suo punto di vista. Koch sa far sembrare tutto molto reale, tanto che non mi stupirei neanche più di tanto se mi dicessero che una vicenda del genere è realmente accaduta. 8, me lo sarei letto molto volentieri al mare, quest'estate

Qualcuno con cui correre, David Grossman: Midori passò. Ma a me proprio non cala. Lo leggo a spezzi e bocconi, ma la storia non mi entusiasma, i personaggi mi sembrano un po' ingenui, un po' troppo rigidi nelle loro prese di posizione. Un po' finti, in un contesto che invece sembra voler essere molto reale. Ma forse sono io che non sono ancora pronta. Giudizio sospeso, può darsi che lo riprenda in mano in un altro momento e cambi tutto

La noia, Moravia: Moravia è uno dei miei autori preferiti. La noia è il suo capolavoro, qualcuno dice. Giudicherò a breve, per adesso 7 e mezzo. Ma sono fiduciosa.

Visto che mi sono divertita (soprattutto a scrivere critiche) penso che recensirò più spesso i libri che leggo. E forse anche quelli che ho già letto. Soprattutto quelli brutti.

Alex V

domenica 17 marzo 2013

Babbescamente babbo



pagato viaggio,
rianimato carta credito
non ho più lacrime, nè soldi
 
buona domenica
bellissima figliola  (Figliola: frazione del comune di Crognaleto, in provincia di Teramo, esposto verso la catena del Gran Sasso e la sottostante valle...  ???? )
un abbraccio
 
ps: il prossimo abbraccio spero sia gratuito

Babbo
-Caspita Midori, ma tu lo sapevi che Figliola era la frazione del comune di Crognaleto? Io neanche lo sapevo che in provincia di Teramo esiste un posto che si chiama Crognaleto...vedi, comunicare con MioPadre, quel tanto alla volta, è sempre proficuo...
-Io non so se vi ammiro, se mi fate paura o cosa...

Alex V

sabato 16 marzo 2013

News

Anzitutto: GRAZIE a tutti i lettori, blogger e non, per il sostegno e i messaggi di incoraggiamento.
E' strano, perché avevamo aperto il blog per trovare sfogarci di quello che ci succedeva nel mondo reale, e adesso le cose sembrano essersi ribaltate. 
Ma è stato un momento, e abbiamo risposto, credo, con successo.
Quindi grazie ancora.

Siamo pronte ad andare avanti, qui e nella vita reale.

E per farlo, cosa c'è meglio di un viaggetto per prendere una boccata d'aria nuova?

Era già un po' che volevamo parlarne anche qui, ma è successo quello che è successo e gli eventi hanno preso il sopravvento. Comunque è deciso: si parte alla scoperta della paprika, palinka e terme. Budapest.

Per me è il sogno di una vita che prende finalmente forma. 

Si preannuncia dieta di gulasch e birra. 

Alex V

Come sempre

Ieri sera.
In macchina con Judoka, di ritorno da Ostia, sulla Cristoforo Colombo, buia. Davanti a noi la strada, illuminata solo dai fari. Una fuga prospettica perfetta, con i pini neri contro il cielo violaceo.

-Mi piace l'effetto dei pini che si stagliano contro il cielo viola.
-Sai perché il cielo è viola, vero?
-Per l'inquinamento luminoso.
-Brava.

Judoka guida, sono le due di notte e sembra che al mondo ci siamo solo noi, con la strada vuota davanti. Ma al mondo non ci siamo solo noi, ci sono anche i nostri problemi o le nostre preoccupazioni, e lo so che la Judoka ne ha, le vedo nella linea dritta che prende la sua bocca mentre scala le marce, mentre fissa il telefono che non squilla, ma dovrebbe.

Mi piace questo clima alla Thelma e Louise ogni volta che prendiamo la macchina, perché nonostante lei mi sappia essere una frana, mi fa tenere il navigatore. E cantare insieme alla radio, sapendo che se volessimo si potrebbe andarsene ovunque, fino a quando c'è benzina e libertà.

Occhiata nello specchietto retrovisore.
-Dietro è tutto buio.
-E noi che importa? Noi stiamo andando avanti.
-Come sempre.
-Già, come sempre.





                                                                                                         Midori

giovedì 14 marzo 2013

Qualcuno mi spieghi

Qualcuno per favore adesso mi spieghi: com'è che nell'ospedale dove faccio tirocinio, gli specializzandi sono tutti dei grandissimi gnocchi e invece gli strutturati hanno tutti 50 anni,la panza e sono senza capelli?
Dov'è finita la fascia intermedia di medici tra i 32 e i 45 anni? 
Com'è possibile che si passi da un estremo all'altro con soluzione di continuità così marcata?
Voglio dire, chiaro che preferisco che a insegnarmi sia un giovane a cui posso dare del tu senza sentirmi a disagio, ma quello che mi chiedo è:
uno entra in specializzazione e diventa figo, no? poi la finisce, viene assunto e improvvisamente la mattina dopo si sveglia e improvvisamente ha la pancia e gli occhiali spessi come fondi di bottiglia?
Cos'è, una specie di sortilegio-maledizione dal retrogusto kafkiano?
E' il prezzo da pagare di questi tempi per passare dall'indeterminatezza dello specializzando schiavo al posto sicuro dello strutturato?
Qualcuno per piacere me lo spieghi.

Alex V

PS: per le donne il problema non si pone: se sono specializzande gnocche, diventeranno dottoresse fighe. O almeno così suggerisce la mia (per ora ancora limitata) esperienza in materia.

mercoledì 13 marzo 2013

Speciale Papa

Stavo palpando il MioUomo alla ricerca della tiroide quando Amando mi ha telefonato gridando FUMATA BIANCA FUMATA BIANCA!

E niente, maledicendo la pioggia che ci ha fatto tutti desistere dall'andare a San Pietro ci ritroviamo stipati in camera del MioUomo (unico possessore di televisione) a litigare con l'antenna e a pregare che esca in fretta, ché abbiamo già tutti una fame boia.

Partono le congetture dell'ultim'ora: daje a Scola...no, fanno il brasiliano...eddaje a uscì che io voglio andare a mangiare...a me piacerebbe che si chiamasse Francesco, t'immagini che bello? 

Signori, so che dirlo adesso non vale un tubo, ma lo scriverò comunque: io l'ho detto, anzi, l'ho preannunciato. Ed erano presenti Dude, Midori, Amando e il MioUomo.
Mi hanno sentito, mi hanno maledetto perché dovevamo scommettere e adesso chissà quando ci ricapita un'occasione del genere, mi hanno implorato per dargli i numeri della prossima estrazione del lotto e quindi che adesso nessuno metta in dubbio le mie indubbie e innate capacità di preveggenza!

Già solo perché mi ha dato ragione nella scelta del nome questo papa mi doveva piacere ancor prima che uscisse per il tradizionale urbi et orbi. 

Segue l'ultimo grande avvenimento della serata: l'Indulgenza Plenaria via skype (ha detto qualunque mezzo di comunicazione tecnologico, no?)

Era proprio segno che si dovesse ricominciare da capo.

Alex V

Habemus Protodiacono!

Habemus Papam!




Ma il migliore rimane lui, il protodiacono che ha pronunciato la storica frase, con quella sua aria da vecchietto che avrebbe preferito rimanersene al paesello a guardare i cantieri e dare i consigli ai muratori.

Ma non vi fa tenerezza?

O scompisciare dalle risate?


                                                                                                           Midori

martedì 12 marzo 2013

Mi sento violata, come se mi avessero costretta a camminare nuda per strada. E neanche con sconosciuti, ma tra gente che conosci, che vedi.

Ed allora di corsa, a mettere in salvo il salvabile, scappare e blindare, aspettare che si calmino le acque.

Oltre a questo la tristezza. 

Quando ci siamo lasciati io gli avevo chiesto questa prova di fiducia. Buttata nel cesso. Olè.

Sinceramente non mi sento di scrivere altro per oggi.

E vedo tutto buio ed in salita.

Oggi per la prima volta dopo mesi sono veramente stanca.

                                                                 Midori

Punto e a capo

Si ricomincia.
S'era appena detto che il blog precedente era quello serio, quello importante, l'unico e solo, e non ci lasceremo mai,ci eravamo accoccolate nel nostro spazietto, che piano piano era cresciuto e ci aveva regalato un sacco di soddisfazione, quando, d'emblé, ti ritrovi sfrattato.
Ed essere sfrattato dal proprio spazio virtuale è non solo traumatico, ma anche paradossale.

In soldoni: l'ex di Midori (che aveva giurato e spergiurato che si sarebbe dimenticato dell'esistenza del blog) ultimamente non ha avuto niente di meglio da fare che spulciare tra i post e leggere qualcosa che l'ha ferito. 
Siccome non manca mai di mettere in mostra la sua virilità, non ha trovato niente di meglio da fare che andare a piangere da qualche amico e poi si sa, il passaparola in questi casi è d'obbligo.
Che poi, io che ho subito l'intero tornado da esterna, e che sono stata colpita anche se non ero il bersaglio diretto, posso dire che è stata la Fiera della Falsità: Midori, Lucia, datemi retta, è stato meglio così, almeno adesso avete una ragione più che manifesta per lasciar perdere certi rifiuti umani. 
Pensavo che il Carogna (che per l'ex di Midori come soprannome mi sembra anche troppo magnanimo) dopo tutte quelle che ha fatto passare a Midori avesse davvero toccato il fondo. Invece no,mi sbagliavo.Così il nostro anonimato è saltato,  in un colpo solo.
Non tanto il mio, quanto quello di Midori e Lucia, per cui il colpo è stato ancora più grosso e meschino.
E così ci siamo trovate tutte coinvolte. E con il culo per terra. Mi prudono le mani perché non ho la possibilità di prenderli a schiaffi uno per uno, quei codardi. 
Mi prudono le mani perché oggi è stata una giornata di urla e telefonate, e, come se non bastasse il fatto del blog, sono caduti tutti gli altarini e sono saltati fuori altri scheletri nell'armadio che noi tutte avremmo preferito non sapere.
Gente che alla fine di tutto continua a contattarti solo per dirti

Mi raccomando, adesso stalle vicino per favore

IPOCRISIA PORTAMI VIA

Al di là della rabbia, eccoci qua, senza bisogno di tante presentazioni.
In realtà questo blog non è nuovo, non cambia nella sostanza, continueremo a scrivere, a sfogarci, a dare opinioni e a raccontare fatti sempre e solo dal nostro punto di vista.

Per adesso siamo blindatissime, ma è una soluzione temporanea.

Ci scusiamo per il disagio.
Si continua.

Alex V





lunedì 11 marzo 2013

Don't panic

Capisci che l'università fa male a te e a chi ti sta intorno quando il tuo ragazzo, neolaureato con il massimo dei voti, tranquillo fino all'ultima volta in cui l'hai visto (cioè circa 2 ore prima, mentre stava ancora studiando per un esame che ha a breve), quando vieni svegliata dallo stesso nel cuore della notte non per una sessione straordinaria di acrobazie ginniche da letto ma perché
Alex, ho l'ansia e non riesco a prendere sonno, mi faresti una camomilla? Anzi, non me la fare...oddio, ma come faccio? Ho un esame, e poi lezione e poi mi sono laureato e non mi sono riposato neanche un po', ho bisogno di staccare non sono neanche andato a casa...sì, forse è meglio che la camomilla me la fai, anzi no, non farmela...
Eh no caro, adesso mi hai svegliato e la camomilla non solo te la faccio, ma te la bevi pure di gusto!
Io non sono una persona che s'incarognisce se viene svegliata nel cuore della notte, quindi con tutta la pacatezza possibile (un po' per tranquillizzarlo, un po' perché sono comunque le 2 di notte e quindi chiaramente sto un po' inebetita) mi alzo, in camicia da notte, vado in cucina, e metto su l'acqua, cercando di fare in fretta e ignorando la vocina che cantilena nella mia testa
domani hai tirocinio e 6 ore di lezione e non ti reggerai in piedi ciccaciccaciccaaaa
Mentre cerco di non pensare a niente, addocchio il tablet sul tavolo e lo accendo, e per abitudine vado su google...

MERAVIGLIA DELLE MERAVIGLIE! 

Che oggi era l'anniversario della nascita di Douglas Adams non me l'aveva detto nessuno! Com'è possibile? Comunque su wiki si scoprono un sacco di cose fiche, tipo che ha collaborato con i Monty Pyton e ha curato i copioni per Doctor Who...oh, anvedi!

Ehi, ma...aspetta un attimo:come ha fatto a non venirmi in mente prima?

Entro in camera del MioUomo e gli lancio in faccia un asciugamano:
-NON FARTI PRENDERE DAL PANICO E PORTA SEMPRE UN ASCIUGAMANO (mica vorrai fare la figura dello sporvveduto?)


Ah, sì: se non ci fosse la Guida!

Alex V

A Manzoni donato non si guarda in bocca

E a prendere questo caffè ci sono andata.
Che di caffè poi non se ne è vista manco una goccia.

-Che poi tu  me pareva me stavi a guardà male, prima del bijettino, no? E allora io sò andato dar capo a dije se c'eravamo dimenticati di portarvi quarcosa, ma lui m'ha detto, macchè nulla. Poisei passata coll'amico tuo, m'hai soriso e t'ho soriso. Poi m'hai lasciato 'l numero ed ho capito ch'era fatta. Che poi, nun era la canzone sur bijetto? Call me maybe, ecco, me sonava poco nuova.

Si è provato a parlare, ma il Manzoni non era di parlare che aveva voglia.
Ed io ci sono stata, perché è più facile baciarlo un tizio che stare in silenzio chiusi in una macchina in mezzo ad un temporale. E poi lui voleva altro.
Anche io sinceramente.

Non sono brava in queste cose.

Ma tu chi sei, pensavo, mentre ero in intimità con questo tipo. Devi pur essere qualcuno a parte il cameriere che rimorchia avventrici del pub. Tua madre probabilmente pensa altro di te, o i tuoi amici. Chissà cosa gli dirai. Ma alla fine sei solo un ragazzo e mi fai quasi tenerezza, tu ed il tuo corpo depilato, il tuo romanaccio, il tuo schiacciarmi col tuo peso. Non sento nessun formicolio quando ci tocchiamo. Non ci conosciamo neanche. Eppure sono qui, con te, ora. Mi fa anche un po' schifo questo contatto col tuo corpo, che fino a ieri mattina non sapevo neanche popolasse questo mondo. Mi chiedi se mi piace, e ti direi di no, sinceramente, ma alla fine è più facile limitarmi a sorridere in silenzio, povero ragazzo, mica lo sai, che io sono in questa macchina, eppure non ci sono. Tengo gli occhi chiusi e provo a lasciarmi andare senza pensare, ma ecco, in un attimo che gli ho aperti ti ho visto, così affannato e tutto sommato bovino ed ho capito che per me la cosa fondamentale deve essere l'amore o per lo meno un po' di affetto, se no queste facce strane che fai scopando non te le perdono. Che sono le stesse facce che probabilmente sto facendo anche io.

L'epitome icastica di tutte le strane facce da sesso


E alla fine quando sono scesa dalla macchina ha provato a baciarmi e a dirmi "Ci sentiamo su facebook". Ed io ho deviato il bacio, ho sorriso ed ho finto di crederci. Poi sono sparita alla velocità della luce.

-Cotto e mangiato in meno di dodici ore.
-Bell'aumento di autostima, cavolo!

Alla Bitchy che poi ieri sera mi ha chiesto, con sguardo malizioso come fosse proseguita la cosa, ho imbastito quella che diventerà la versione ufficiale: ci sono uscita, non ci ho fatto nulla.

Mi sa che si conclude così la mia avventura col sesso occasionale.

                                                                                                             Midori



domenica 10 marzo 2013

E' tutta una mia responsabilità

Un sabato sera come tanti, in un locale come tanti, io, Midori e il resto dell'allegra combriccola di fronte a una sana dose di birra: abbastanza per stare allegri, non abbastanza per stare male (sì che è sempre birra, ma sai mai).

Inizio promettente
Do' di gomito a Midori:
-Midò, ma l'hai visto il cameriere?
-No
-Allora datti una svegliata e guardalo!
-Eh, in effetti...
-In effetti cosa? Guarda lì, che è un manzone!
E giù birra e risate (io poi quando esco da un periodo di chiusa divento particolarmente molesta: è che mi prende un'allegria da voglia di vivere!...)

Più tardi
-Oddio Midori che hai?
-Non potete capire: l'unica volta nella vita che vado in bagno da sola, la porta era rotta e un tizio mi ha aperto mentre stavo seduta!
-Oddio e che hai fatto?
-Niente: ho chiuso, mi sono pulita, e mentre mi lavavo le mani l'ho guardato e con molta flemma ho detto "Evidentemente il gancetto non funzionava", e me ne sono andata.
-Grande! Così si fa! Però adesso mi accompagni al bagno?

All'ultimo bicchiere
-Ho iniziato uno scambio di sguardi con il Manzoni
-E chi è il Manzoni?
-Il cameriere gnocco. Ma sono pur sempre una letterata!
-...
-Che dici, glielo faccio un biglietto con il numero e call me maybe?
-OVVIO CHE SI! 
-No, dai...che poi che figura ci faccio...
-Ma come che figura ci fai? C'hai solo da guadagnarci! E ricorda che il gioco lo conduci tu!
-Eh...non ho la penna...
-Sì ma quella ce l'ho io
-Va bene, lo faccio: ma che sia chiaro, QUESTA E' TUTTA UNA TUA RESPONSABILITA', ALEX V!

Un attimo dopo era fatta: raggiungiamo gli altri e ci avviamo a casa.
-Watusso, Bitchy,Cavallo Pazzo, Orso: venite da noi che ci facciamo il bicchierino della staffa!
-Oh, ciao ragazzi, io vado dal MioUomo...
-NO! TU NON TI MUOVI DI QUI!


Ciao, sono il Manzoni, il cameriere del locale: piacere ;)

-ODDIO ADESSO CHE GLI DICO!!!
-Dai qua Midori: anni di discoteche versiliesi mi avranno pur insegnato qualcosa!

Insomma: è fatta. Midori oggi si vede con il Manzoni per un caffè. 
Ovviamente non mi sono scampata il momento delle seghe mentali:
E adesso che ci faccio? Io a casa non ce lo porto NO NO NO, e Watusso cosa penserà, e cosa mi metto, ma non lo voglio vedere, se mi mettessi la maglia grigia? e quale reggiseno? oddio questo mi ha detto che ha già la bottiglia pronta, e se poi ci esco e non gli si alza, e se poi invece ci esco e gli si alza? e se poi mi uccide e finisco su Chi l'ha visto?, e forse ti stai facendo un po' troppe seghe mentali Dici Alex? No ma figurati, ti pare, il fatto è che io queste cose non le faccio...

Ma che devi fare poi? Devi andare a prendere un caffè con un bel ragazzo: se ti piace e ti va ci stai, se non ti piace lo mandi a spigolare: ricordati che sei TU che dirigi le danze, non farti intimorire e pensa a divertirti. Che, ripeto, non vuol dire che ci devi per forza scopare (ma nel dubbio, i preservativi sono nel cassetto del comodino...ALEX! Che c'è?) ma solo che se ti ci trovi bene e se ti va ci puoi ridere e scherzare e pensare di vederlo un'altra volta. Sennò addio, ci rivediamo la sera in cui ancora mi servirai birra, garçonne!

Così Midori si è tranquillizzata e mi ha commissionato il presente post. A cui devo aggiungere l'epilogo di ieri sera (che importa se viene un po' lungo, tanto è domenica, non c'è fretta=), ovvero quello che è successo dopo che me ne sono andata e sono rimasti Midori, Watusso...e Cavallo Pazzo.
Che, diciamolo, ha la stessa opportunità di un brufolo in faccia il giorno della laurea.
Ed è riuscito a non capire l'andazzo e a rimanere tra le balle, nonostante Watusso e Midori fossero seduti abbracciati a ridere e a farsi grattini*: è la seconda volta che fa una cosa del genere, o non ci arriva o non ci arriva. 
Ma dopo camerieri fighi e grattini e abbracci e scherzi a doppio senso e birra e chivas e alcool vario per Midori le emozioni erano troppe: cito testualmente il racconto della nostra eroina della serata:

Alla fine quando Cavallo Pazzo ha schiodato e se ne è andato anche Watusso, ho rincorso quest'ultimo per le scale, pronta a dirgli che preferivo lui a qualsiasi cameriere manzo di qualsiasi birreria. E per le scale l'ho chiamato, lui che era già una rampa giù: siamo rimasti quella frazione di secondo da film, lui che alza la testa e mi guarda e io affacciata alla balaustra della tromba delle scale:
-Watusso...
-Dimmi
-...
-...
-Niente...Buonanotte

La primavera è alle porte, gli ormoni alle stelle, e si sente.

Alex V

*: dalla regia mi dicono di correggere, perché era lei che stava facendo i grattini (molestando, scrivi molestando! ehhh esagerata!) a lui