giovedì 28 marzo 2013

Patchwork

E' ufficiale: siamo tornate. 
Ho viaggiato più in questa settimana che negli ultimi sei mesi (leggasi: da quando sono tornata  dalla Turchia), anche perché all'ultimo momento abbiamo deciso di ampliare gli orizzonti e 
farci una giornata a Vienna (saltando Debrecen, maledizione: vorrà dire che dovrò tornare).

Doverosa precisazione(importante per chi se lo stesse chiedendo dopo aver letto la mia lettera d'amore):
Budapest: il mio innamoramento è confermato. La realtà non mi ha deluso: era proprio come me l'ero immaginata. Né più né meno: bellissima, affascinante, emozionante. Vagavo per Pest come se ci avessi sempre vissuto.

L'unica macchia di questo viaggio  che abbiamo io e Midori è il fatto di aver perso, l'ultimo giorno, la macchina fotografica. Del resto, era troppo bello: le foto erano stranamente troppo decenti per tornare a casa con noi e rimanere ricordo indelebile di questa vacanza. Vorrà dire che dovremo farne un'altra...

Quindi potrei adesso iniziare a parlare della palinka che decide di dare un party nella mia valigia (particolarmente apprezzato dai miei maglioni), o del fatto che gli ungheresi non sanno montare le porte (non è possibile, se il bagno è 2 metri x 2, che la porta si apra verso l'interno! Idem con patate per tutto il resto), ma questo post in realtà è solo un comunicato ufficiale in cui vi informiamo, cari lettori fedeli, che siamo vive e stiamo bene. Per raccontare del viaggio ci sarà tempo.

Sappiate però che una volta rientrata il mio viaggio non era finito.
Per uno strano gioco del destino mi sono ritrovata stamattina a San Pietro per la messa del crisma, con i miei, tra mia madre che mi indicava e chiamava per nome tutti i cardinali che sfilavano, e mio padre (non credente- nota bene) che si è preso la comunione solo perché alla fine del libretto della messa c'era scritto che "Hai fedeli è concessa l'Indulgenza Plenaria". E allora me la prendo anche io, e che ca**o!
Poi vabbè, mentre mia madre faceva lusinghieri commenti sulla quantità di pretini ventenni presenti a messa, mio padre è stato anche scambiato per un funzionario vaticano. Era la fiera dei paradossi, insomma.
Una particolare menzione va poi all'autoctono tanto gentile da spiegarci la storia del cimitero di Nonna Lucia a Bolgheri (per che non sapesse dove o cos'è, si rilegga Carducci...), un cimitero piccino picciò, con tutte le croci in ferro battuto ( sconvolgente: io sono abituata ai Monumentali in marmo!), dove abbiamo fatto tappa tornando a casa.
E sì, anche durante questo viaggio di ritorno a casa, tra le colline della campagna toscana, abbiamo incontrato uno degli abitanti più tipici del posto: il fagiano cicciotto.

E così ho capito che ormai ero a casa.

Adesso manca di vedere le amiche di sempre e sono a posto!

Alex V


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