martedì 30 luglio 2013

Un posto (di lavoro) al sole.

Il mio week end con Lucia ed AlexV è stata una non riposante, ma meravigliosa esperienza. Passare due giorni (scarsi) con loro è sempre bellissimo. Mancava però Amando, il galletto del nostro pollaio.

Pensavo ancora a questi momenti bellissimi lunedì, al lavoro.

Poi la tragedia.

Un rantolo, uno sbuffo ed il condizionatore era andato.
Io ed i colleghi ci siamo guardati.

Nel frattempo Napoli vedeva la giornata di afa più bollente degli ultimi dieci anni.

Alle Undici boccheggiavamo.
In pausa pranzo meditavamo di rovesciarci i boccioni di acqua del distributore addosso.
Alle tre il sole batteva esattamente nell'ufficio. Le persiane erano roventi.
Alle cinque eravamo delle pozzanghere in terra.

Che lunedì di merda.

                                    Midori

lunedì 29 luglio 2013

Vedi Napoli e poi muori

Ci sono città che piacciono o non piacciono. Napoli è una di queste: o la ami, o la odi. Io personalmente la amo, e con Roma Budapest e Istanbul rientra nella rosa delle mie città predilette. Lucia la odia, ma del resto lei ama Milano, quindi la posso capire (sul fatto che poi nella metro di Napoli potrebbero anche mettere qualche indicazione in più poi non posso non darle ragione).
E mentre faccio queste considerazioni Midori lavora, vende e ha colleghi fighissimi: meglio di così non poteva andare. E tra un caffè e un fritto di Louise alle 10 del mattino (giusto per mantenerci leggere), la mia mini trasferta napoletana è stata tutta una grande risata. Che poi è l'effetto che ci facciamo noi tre insieme.
Un altro effetto di noi tre messe insieme è che facciamo acquisti emozionali che mai faremmo da sole,Tipo i miei ultimi sobrissimi orecchini:
Dude approva (a sorpresa)
Amando disapprova (ma già si sapeva)
Sì, lo so, è che avevo proprio voglia di qualcosa di discreto...
Poi vabbè, vai sul regionale e ti ritrovi a pensare che sì, trenitalia fa schifo, perché appena parte si ferma e accumula un'ora di ritardo (ufficiale). Ma almeno sono in una carrozza piena di napoletani, che tanto per non farsi mancare niente, rispettano tutti i cliché e iniziano a parlare tra loro, coinvolgendo tutto il resto del treno (e dato il tono di voce, proprio non puoi fare a meno di ascoltare).
Per conto mio, vengo sempre scambiata per straniera (russa, per la precisione) e quindi posso ascoltare indisturbata; ho sempre trovato il napoletano una lingua molto musicale, che lo si capisca o no.
Posto che non ho capito tutto quello che si sono detti e che ogni tanto la mia mente vagava altrove, per sommi capi questo è quello che hanno detto una vecchia e un giovane a una interdettissima emiliana davanti a me:
-i napoletani sono brutta gente e rovinano Napoli
-a Napoli non si deve girare con la borsa aperta
-i bambini del nord sono culturalmente più calmi e pacati
-le persone del nord sono persone per bene
-al nord certe cose non succedono
-a Napoli si gira senza casco perché se metti il casco sei un assassino
-a Napoli se vedi 3 in motorino senza casco non ti allarmare, stanno solo provando gli ammortizzatori
-tra rumeni e polacchi non si sa più dove sbattere la testa
-i neri puzzano e comunque sono brutta gente
-gli albanesi sono tutti cattivi
-in Italia ci sono 60 milioni di abitanti, ma 59 milioni sono loro, gli stranieri, non noi
-i cinesi non muoiono mai, e quando muoiono li sostituiscono prima che qualcuno se ne accorga
-i neri non possono prendere il sole (infatti è risaputo che nell'Africa nera i neri escono solo dopo il tramonto) come noi perché sono più delicati e poi sennò si bruciano e non se ne accorgono perché non diventano rossi, visto che sono già neri (qua io mi stavo tenendo la pancia dal ridere)
-non ci sono più i camorristi di una volta (ma com'erano gentili quelli!e come facevano rigare dritti gli stranieri!)
-le russe (cioè io) sono tutte troie (per riallacciarci al fatto che tanto, a me, mi scambiano per russa. e pensano che non capisca quello che dicono)

Detto questo, io non credo che i napoletani siano brutta gente, però sono fermamente convinta che gli stupidi siano ovunque.

Alex V


venerdì 26 luglio 2013

Vado al massimo!

Nonostante abbia finito gli esami, questa è stata la settimana più piena da due mesi a questa parte: il giro dei saluti estivi, no, non perdona. Come neanche il caldo. E devo dire che sono abbastanza provata, visto che ho dovuto sopportare le mattane di tutti gli ingegneri che mi attorniano e che fino a stamattina avevano esami (tranne il MioUomo che è sempre bravissimo e bellissimo ma se ne sta andando a casa).
In particolare, a Dude che continua a lamentarsi nonostante gli esami siano andati bene vorrei indirizzare un tanto caro VAFFANCULO, e sorridi che magari domattina ti svegli sotto un cipresso!
Non riesco proprio a sopportare chi non è mai contento. Sarà il cado, va'.
Tutto questo per dire che adesso mi sono rotta, e chi me l'ha fatto fare di sopportarvi tutti quanti. Quindi ciao ciao belli, io vado a Napoli da Midori. 
Vado a Napoli, piezz 'e core, che almeno lì c'è il mare. E al solo pensiero sono già più contenta.

Alex V

giovedì 25 luglio 2013

I'd rather dance with you

Per chi non lo sapesse, i Kings of Convenience sono un duo indie pop norvegese, formato da questi due tizi qua sotto con due nomi impronunciabili, il moretto bono come il pane e il rosso allampanatissimo con gli occhialoni spessi che un fondo di bottiglia gli fa 'na pippa. Che pperò è comunque un F.I.G.O, grazie all'aura di carisma che avvolge lui e contagia chi gli sta intorno.
Per chi non fosse di Roma e per chi fosse di Roma ma a) non c'ha fatto caso b) non gliene frega niente, suonavano stasera a Villa Ada. Ovvero l'altra parte del mondo, per me. Ma a me loro piacciono così tanto da valere una traversata -e ritorno- nella sudaticcia e appiccicaticcia Roma del 24 luglio, munita di sciabola all'Autan contro le zanzare tigre del laghetto di Villa Ada. E poi con me c'erano Amando e un'amica brasiliana: che faccio, sto a casa?
E così, dopo aver molestato 1 gestore di un bar,aver tartassato 2 guidatori di autobus ed essermi fatta i cazzi di tutta la carrozza del tram, sono arrivata precisa precisa sotto il palco, pronta a non perdermi niente.
Come si dice: dal vivo, tutta un'altra cosa. Come mi sono divertita, come si sono divertiti loro, a condurre un concerto mezzo in italiano mezzo in inglese, chiamando il pubblico a partecipare, cantare, battere le mani, snap the fingers, balzellare e gorgheggiare con loro. Il moro, che ha anche il nome più comprensibile, è tanto timido, mentre il rosso...ehhh il rosso è travolgente (anche se ancora devo capire come si pronuncia il suo, di nome).
Un concerto indimenticabile. 
Ma il bello deve ancora venire: prima mi sono trovata spalla spalla di fianco a Eirik, il moro (che, giuro, dal vivo è proprio bono, nelle foto non rende), mentre firmava autografi (e quindi sì, ho l'autografo). Il mio telefonino si è emozionato così tanto che si è scaricato, così non ho potuto fare foto (forse è ora di comprarsi una vera macchina fotografica...) Poi, non chiedetemi come né chiedetemi perché sono riuscita a essere al posto giusto al momento giusto per 2 volte di fila nell'arco di 20 minuti, esce Erlend il Rosso dal backstage e me lo ritrovo davanti, mentre la folla è distratta dall'altro che firma autografi. Lo guardo (presumibilmente sorridendo come un'ebete), mi guarda. Sorride. Dite quello che vi pare, e vi assicuro che non sono per i rossi, ma lui ha tutto un fascino e un carisma travolgente, al diavolo l'altro (e sì, comunque l'altro è sposato con figli e io non sono una sfascia famiglie).Mi sciolgo. A quel punto faccio l'unica cosa che il cervello mi di fare (meno male che i miei neuroni lavorano in fretta): gli stringo la mano, gli dico Bravissimo e poi gli schiocco un mega bacio sulla guancia. Dopo lui sorride visibilmente soddisfatto. Io probabilmente ho un sorriso idiota, ma sticazzi, e comunque ho il cervello in panne, troppe emozioni troppe emozioni.
Posterei la foto che la mia amica ha avuto la geniale idea di scattare proprio mentre lo bacio, ma francamente non si vede un cazzo e quindi preferisco dirlo a parole: IO ho baciato questa persona:
Non ancora del tutto soddisfatta, mi butto in pista e ballo con lui. Sì, perché il ragazzo, dopo essere uscito dal backstage, si è buttato a ballare in piazza in mezzo alla gente. Se non è meraviglioso questo, andare a un concerto e poi dopo ballare con il cantante. Cantante che ride, sorride, e si fa pure una chiacchierata. 
Totalmente senza parole.
Sono una bimba tanto tanto felice.

Alex V

domenica 21 luglio 2013

Domani è un altro giorno #2

Un ultimo sforzo, ci siamo quasi. 

Alex V

Se fai un caffè per i napoletani

La prima settimana di stage è andata. Più che bene, tra le altre cose.

Ieri mi hanno affidato l'incarico più di responsabilità di tutto l'ufficio. Non credevo sarebbe mai capitato a me, ma alla fine si vede che di me hanno stima.

Mi hanno fatto preparare il caffè nel cucinino.

Certo, il binomio stagista caffè è vecchio come il mondo. Lo so, lo so. Ma dobbiamo considerare che siamo a Napoli e che il caffè in ufficio lo fanno rigorosamente in una maniera: con la moka sul fornello. Niente macchinette a cialde. Il caffè è una cosa seria. E la moka è quella da sei tazze.

Tutto è andato bene. Il caffè qui va zuccherato nella macchinetta. prendo il barattolo, metto i cinque cucchiai che mi hanno prescritto e giro. Un collega viene a fare da assaggiatore. Impallidisce. 

Certo, pure loro, mettere il barattolo del sale vicino alla caffettiera. 

L'ho poi rifatto e sono stata promossa. 

Mettendo lo zucchero, ovviamente.

                                              Midori

venerdì 19 luglio 2013

Epifanie delle 7.45

Stamattina mi è caduta la meravigliosa, la trousse spaziale, enorme, luce dei miei occhi.
Si è rotto il coperchio.

Temevo avrei pianto o che mi sarebbe venuta una crisi isterica, o un attacco di panico. Invece niente. Mi sono riguardata un po' allo specchio, un attimo stupita.
Niente?
Niente.

L'anno scorso, ancora di questi tempi, per molto meno sarei ancora piangente in un angolo.
Invece nulla. Mi sono chinata, l'ho raccolta, ho constatato che lo specchio interno era intero (niente sette anni) e amen. 

Penso sia stato il segno definitivo. Io, Midori Pa, ho superato in toto quello che mi aveva preso l'anno scorso. Cose che mi sembravano impossibili, limiti invalicabili, li sto superando tutti.

Il fatto stesso di essere partita per uno stage che mi mette a contatto con tante persone diverse ogni giorno, doveva darmene la misura.

E con una trousse rotta in mano, ho capito di essere felice.

                                                                                                   Midori


mercoledì 17 luglio 2013

Domani è un altro giorno

Il mio pessimo karma mi ha ripagato: adesso ho una mega afta, così imparo a dire cattiverie. La verità è che proprio non posso avere pietà o compassione o comprensione per chi, in questo posto di dolore e sudore, zompetta allegramente senza avere niente da fare.
Ma cosa c'avrai tanto da ridere? Anzi, da non ridere?
Sissignori, perché adesso va di moda non ridere più e non uscire più quando si finiscono gli esami e la tesi. Chiudiamoci in casa va', che è meglio. Andiamocene in giro sconsolati lamentandoci di non avere niente da fare.
Oltretutto sono giorni di noia pura, perché tutti studiano e non si può nemmeno spettegolare.
Allora, io mi chiedo: se avessi finito gli esami i primi di luglio, adesso dove sarei?
Non certo qui a rosolarmi dal caldo. O quantomeno andrei per negozi. Io non vedo l'ora di levarmi dalle balle quest'esamino di merda che devo fare, così poi posso andare a dilapidare il mio piccolo patrimonio in via del Corso mantenendo una parvenza di coscienza pulita.
Ma almeno trovati un lavoro, guarda Midori!
No, invece no. 
Permaniamo in questo posto senza una ragione. Senza fare nulla. Neppure uscire. Voglio dire, ci sono frotte di studenti stranieri e turisti in questo periodo, vai e caccia, che magari te ne viene pure qualcosa di buono. 
No. No. Asocialità è il tuo secondo nome. Dito in culo no, quello è solo il soprannome.
Quello che sto cercando di dirti, in sintesi, ma non posso perché ho l'afta, è questo:
Oh BITCHY, MA LEVATI DAI COGLIONI!

Alex V

PS: all'aperitivo hai annunciato che domani te ne andrai in Salento, per poi tornare inspiegabilmente qua tra 5 giorni: ma ti si abbronzassero solo le dita dei piedi!


lunedì 15 luglio 2013

Chiedi e ti sarà dato

Ieri sera per la prima volta nella mia vita ho dormito in una casa completamente da sola.
Dormito per modo di dire.
Un po' per l'ansia del primo giorno, un po' per la paura dei rumori vari, alle tre di notte mi sono trovata a mangiare cereali e yogurt, pensando malinconicamente che se fossi stata a Roma AlexV mi avrebbe bastonato per aver comprato la sottomarca. I cereali sono una cosa seria. Mentre mestamente masticavo, imploravo una qualche divinità felina o antropomorfa, o altro di mandarmi uno dei miei coinquilini.
Bisogna però fare attenzione a ciò che si chiede all'universo, perché spesso l'universo risponde a modo suo.
Sul muro. Enorme. Un ragno. 
Il primo impulso è stato quello di chiamare Amando. Il secondo quello di fare le valigie.

Poi ho sospirato, mi sono resa conto che, diamine, sono Midori Pa, ho ventun anni e la devo smettere di avere paura anche della mia ombra. Ho pensato allora di ammazzare il coinquilino non invitato. Poi ho pensato che avrei dovuto rimuovere il cadavere. Allora mi sono fatta coraggio, l'ho intrappolato sotto un bicchiere e l'ho buttato fuori da casa.

Sono tornata ai miei cereali. E all'universo ho chiesto un modello di Abercrombie nel letto.

L'universo aveva chiaramente deciso che per ieri sera aveva fatto abbastanza.

                                                                                Midori

E' sempre la stessa storia

Il MioUomo è preoccupato per il fratello. Passano ore e ore al telefono da due giorni. Chiamata in causa in veste di curiosa consulente medico, ma in gran segreto, visto che nessuno deve sapere che sono stata coinvolta in quanto il pensiero che qualche femmina possa sapere lo sgomenta, scopro che il fratello da un mese ha un dolore forte al perineo ("tra palle e culo", testuali parole) e che ha pensato nell'ordine di:
-stare per morire
-avere le emorroidi
-stare per morire
-avere il varicocele
-stare per morire
Dopo aver consultato vari specialisti tra cui un urologo, un proctologo, un chirurgo vascolare e uno psichiatra (nonostante la sua sia un'ipocondria da manuale, l'ha consultato solo in veste di medico di base), il responso è stato il più difficile, forse, da comunicare: lei non ha niente, è perfettamente sano.
Quindi sta assillando il MioUomo per vedere se magari per proprietà transitiva a forza di dirglielo, che ha un dolore, gli viene anche a lui.
-Mmm, quindi anche l'urologo ti ha detto che non hai niente...Sì, sì, capisco...ma senti un po', non è che porti le mutande strette?

30, una laurea, un dottorato, un master e un lavoro e ancora non essere in grado di comprarsi le mutande da solo.

Alex V

domenica 14 luglio 2013

Adventure time

Il momento è arrivato. I miei sono ripartiti ed eccomi in quella che sarà la mia casetta per il prossimo mese, mese e mezzo. Quando ho chiuso la porta alle loro spalle, ho analizzato tutte le fasi emotive che avrei attraversato. 
La prima è stata quella dell'euforia. Home alone, whoo whoo, per la prima volta senza coinquilini, questo sarà un mese in cui dopo lo stage mi ritirerò in un silenzio esistenzialista a scrivere racconti con una sigaretta tra le labbra.
Poi è subentrato lo sgomento nel sentire i miei passi solamente, In casa il silenzio. Ho ciondolato un po', ho acceso la tv. Ho acceso il pc. Sono uscita sul balcone a fare una telefonata fiume con Judoka, ho fumato una sigaretta. 
Tra un po' subentrerà il panico. Ma chi me l'ha fatto fare, sarei dovuta rimanere a casa con mammà, sputando su questa opportunità e finire poi a lavorare dal Mc Donald's in via Sparano. Sono ancora in tempo per chiamarli e farmi riportare a casa. 
Arriverà poi l'ansia, che mi porterà a girarmi e rigirarmi nel letto. 
Si spera giungerà un sonno pacificatore.


                                                                         Midori 

venerdì 12 luglio 2013

Glory days- la mia grossa grassa laurea pugliese

Chiedo venia per il silenzio, ma la mia grossa grassa laurea pugliese mi ha esaurito. 
Ebbene, a scrivere adesso è la Dottoressa Midori (wowowowowo).
Tutto il processo ha toccato momenti epici:

  • La cena la sera prima della laurea con tutto il parentado: genti ubriache, camerieri gnocchi che danno il loro numero a mio padre ed io ubriaca come una zucca con dei fiori bianchi nei capelli.
  • Svegliarmi il giorno dopo con dei postumi che ve li raccomando. E realizzare di dover discutere la tesi con i due emisferi del cervello divorziati.
  • Andare in università solo con AlexV, praticamente all'alba ed essere consumata dall'agitazione.
  • La carica e la gestione del mio gregge familiare in università, con AlexV, Judoka, Zzia a fare da cani pastori e a recuperare nonni e zii randagi.
  • Lo sclero nel corridoio mio e di AlexV, con tutti i nostri pezzi di repertorio, tra cui il ballo del t-rex e le ghetto girl coatte.
  • La discussione, che ho sostenuto con un vocino mieloso e di circostanza. Ed il voto più basso di quanto mi aspettassi. Ma sti.
  • I brindisi, i cori, le foto (nessuna carina), gli abbracci, i baci e l'imbarazzantissimo momento in cui mi hanno chiesto di fare un discorso. Che ho svagato dicendo AMMACCABANANE.
  • Il pranzo con la famiglia (e nella famiglia ci sono anche AlexV, Amando, Judoka e Zzia). Ubriachi bis.
  • I lacrimosissimi saluti con Lucia. Ne vogliamo parlare? No. 
  • I saluti con la mia famiglia.
  • La festa a casa la sera, con tutti gli altri amici. Cicchetto party, birra, spumante, dolcini e patatine. Gente ubriaca e felice. Ero anche abbastanza sbronza da salire sulla sedia e fare un discorso. Non riuscendo poi a scendere.
Anche questa è andata. Mi rifiuto in futuro di festeggiare qualunque cosa con più di dieci invitati.

Tra le altre cose, novità: lunedì inizio uno stage. A Napoli.

Premetto che mi sarà difficile aggiornare, ma farò il possibile.



                                                                                                       La dottoressa Midori

giovedì 11 luglio 2013

Vacanze coi fiocchi


Nonostante qui a Roma sia evidentemente iniziata la stagione dei monsoni, fatta di caldo torrido, diluvi universali puntuali come orologi svizzeri e zanzare grosse come elicotteri, e nonostante la sessione sia ancora lontana dalla fine, o forse proprio per questo, si sente nei tempi morti il bisogno viscerale di pianificare una vacanza. Che a me basterebbe dedicarmi anima e corpo alla Versilia, ma poi il MioUomo pretenderebbe di ricambiare il favore e mi ritroverei Stuck in Molise with you (and your family). Anzi tagliatemi un orecchio, ecco.
-Amore, allora prenotiamo una vacanza?
-Sì, dove vogliamo andare?
-Boh, non lo so, pensavo sole, mare e tanto relax...Eolie?
-Uhm, sì, mi piace! Aspetta, controllo i traghetti...no, non è fattibile per agosto...e se andassimo a Maiorca, che c'è la ryan che ci arriva?
-Bello!Sì, dai, cerca per Maiorca
-Ok, quando vogliamo andare?
-Non lo so, facciamo il 15 agosto?
-Cooosa? Già ci sarà il mondo, ma se andiamo il 15 c'è anche l'universo parallelo!Io pensavo...se partissimo subito a fine luglio, dopo gli esami, direttamente da Roma?
-Eh no...ma così io non torno a casa!
Perché, io torno a casa secondo te?
-Sì, ma tanto la roba la può portare tuo fratello a casa, e poi almeno io non faccio avanti e indietro...
-Eh,ma tu puoi venire a casa con me...
Gocciolina di sudore freddo lungo la fronte.
-Ma ci tieni proprio a tornare a casa subito?Tanto poi dobbiamo partire da Roma
-No, è che, sai, in quei giorni...c'è la Pezzata di Capracotta e ci vado tutti gli anni e non vorrei proprio perdermela!
*La pezzata, per chi non lo sapesse, è la sagra della pecora alla brace e dell'agnello bollito*.
-Pensavo, amore...magari vieni pure tu, ci facciamo la sagra e poi partiamo! Eh? Che ne dici?

Alla fine siamo riusciti a incastrare le sue esigenze e le mie: lui torna in tempo per le pecore, io in comodo per casa.
E meno male, che sennò me ne andavo da sola a Viareggio. 

Alex V


domenica 7 luglio 2013

Storia di un percorso


Era il lontano 2003 (già dieci anni fa, sigh!) e una me molto confusa e molto adolescente si ritrovava ad acquistare in maniera un po' inconsapevole e un po' poser l'ultimo (di allora) album dei Muse, in uno di quei negozi di dischi che ormai non esistono più (almeno, quello non esiste più, là dove c'era adesso c'è un negozio di scarpe per bambini). Era Absolution, con tanto di contenuti live, e Matt che canta Hysteria con un opinabilissimo cappotto/giacca/telo metallizzato. Costava 17 euro o giù di lì (perché era l'edizione speciale con DVD- pure!), 
quando l'ho ascoltato la prima volta mi sono fermata 10 volte su Time is running out che era l'unica che conoscevo, mio padre m'ha detto "stai occupando la tv- e poi cos'è sta robaccia", e io mi sentivo una vera idiota, con le mie all stars gialle, i miei shorts di jeans,la mia polo rossa con scritto Boston University presa dal cinese al mercato, e i miei braccialetti in finta pelle con le borchie in tono con la cintura (sì, anche io rabbrividisco a ricordarmi così, ma tutti abbiamo avuto un periodo buio, e il mio coincide con quando avevo 12 anni, uno spasmodico bisogno di sentirmi accettata dal gruppo e quella brutta malattia chiamata "ho un naso grosso e non ancora le tette" e a mia discolpa posso dire che almeno non avevo le punte dei capelli nere alla Avril Lavigne e neanche lo smalto nero, ché poi mia mamma m'avrebbe chiesto se ero scema davvero o cosa). Mi sentivo un'idiota per aver ceduto alle pressioni della mia amica di allora, che vestiva di nero, di borchie e di pestone agli occhi, di comprarmi anche io un disco. Lei si prendeva quello dei Blink, se non sbaglio, ma io non potevo comprarmi lo stesso, ché poi sarebbe sembrato che non avevo personalità e le copiavo i gusti musicali. Vabbè, mi sentivo comunque un'idiota perché m'ero spesa soldi ad cazzum a comprarmi un cd di una band di cui conoscevo una canzone e basta, e che non mi diceva nemmeno nulla. E oltretutto la mia amica mi disse che a lei i Muse non piacevano, quindi fallì anche l'intento di accettazione. Il fiasco finale fu realizzare che il cantante non era nemmeno così figo da meritare un tale interessamento (oh, avevo 12 anni, c'erano i Blue in piena attività, che cazzo). Già. Si sa, le medie sono un periodo infame. Comunque lei adesso ascolta i Green Day, mette ancora le borchie (che nel frattempo hanno fatto pure in tempo a tornare di moda- SOMMO OVVOVE!),smalto nero e frisè compreso, e lavora in una tavola calda nella periferia di Londra. 
Ma insomma: mi comprai 'sto cd+dvd di 'sti Muse, alla fine qualcosa ci dovevo fare, e non sono il tipo da rivendere le mie cose. Quindi niente, come si dice a Roma, stacce.
Poi è successo che le medie sono finalmente finite, e con esse anche il periodo borchie e punk rock e finto alternativismo a tutti i costi, sono spuntati gli ipod e Time is running out è sempre rimasta tra le più ascoltate, ed è stata anche uno dei primissimi testi che io e la Orange abbiamo provato a tradurre,anche se con scarsi risultati ( "il nostro tempo sta correndo fuori, tu non puoi premerlo sottoterra" "ma underground non è la metropolitana" "occhei, mi sa che stiamo sbagliando qualcosa, ma cosa???"...)...vabbè, adesso basta pubblica gogna e continuiamo con il mio personale percorso musicale. Perché dopo il primo ascolto diffidente e anche un po' scocciato (io in quel cd+dvd cercavo la mia rivelazione, la mia musa che mi avrebbe guidato nell'intricato pantheon delle passioni musicali adolescenziali: com'è che tutti ne avevano una e io no?) i Muse hanno iniziato a piacermi davvero.
Con Black holes and revelations,il Bellamy ha acquistato un sacco di fascino ai miei occhi, e al di là di Starlight, il video di Supermassive Black Hole mi faceva impazzire! 

E così, quella fissa adolescenziale autoimposta è andata avanti fino a trovare il MioUomo, anche lui fan, con le dovute moderazioni, dei Muse, dai tempi di The Resistance (quindi tempi recenti). 
Insieme, si è combinato il fattaccio (diciamo che io l'ho un po' tirato in mezzo, comprando i biglietti sette mesi prima e costringendolo a una levataccia da vera fan storica, con fila e disagi e gente che produce sporcizia come se non ci fosse un domani): in piena sessione estiva, spendere un'intera giornata solo per loro, solo per i Muse.

Ma del resto, come non amare un gruppo che ti mette come cover di copertina un cervello con tanto di midollo allungato bene in evidenza (non posso farci niente, è la prima cosa che noto ogni volta che guardo la figura) e nella scenografia del live si avvale di una decina di enormi neuroni luminosi sparsi sugli spalti?

L'ho già detto che ne valeva la pena? Se non altro, il MioUomo dopo tutto questo racconto ha capito perché per me era davvero così importante vivermi tutte le emozioni da concerto live. Perché no, questa volta l'arrivare con calma alle 7 e prendere comodamente posto a sedere non sarebbe stato abbastanza: io le coreografie, lo show, Matthew che sfila sul palco e suona e si sdraia e distrugge una chitarra e scende e stringe mani e si comporta come un cantante dovrebbe comportarsi, queste cose le dovevo vivere dentro, le dovevo toccare con mano.
Questo ai Muse lo dovevo, e di certo lo dovevo alla ragazzina adolescente che è in me e che riviveva tutto con le stesse all star gialle e gli shorts di 10 anni fa, perché in fondo quei 17 euro del 2003 sono stati spesi davvero bene.
Anzi, dulcis in fundo, con il live di ieri ci fanno pure il dvd. 
Beh, un po' i Muse questo me lo dovevano.
Alex V

PS: chissà dove sarei adesso se al posto dei Muse all'epoca avessi deciso di ascoltare i Metallica? 




Love is our resistance

Non ci siamo fatti mancare nulla: sveglia (quasi) all'alba e attesa di 10 ore, sciolti sotto al sole di mezzogiorno e poi zuppi come mai più in quella maledetta mezzora di diluvio universale (quando mi sono tolta le all star a casa, pensavo uscissero le ranocchie). Un ipod completamente andato per l'acqua dentro e una calcolatrice salvata per miracolo (del resto chi non va a un concerto da 60000 persone, sul prato, senza portarsi una calcolatrice scientifica per prepararsi all'esame di lunedì?), sopportare il tizio davanti a noi che con la sigaretta spenta se ne accende un'altra a ripetizione, ma soprattutto la bimbaminkia pisana che grida e bestemmia e urla contro tutti per le 4 ore restanti...è davvero questo il prezzo umano da pagare per essere sotto al palco (non è esatto, noi stavamo sotto la prolunga del palco, dove si è svolto il più dello show) al concerto dei Muse???

Io all'ultimo avevo quasi perso le speranze, ma posso dire ora, che senza ombra di dubbio ne è valsa la pena. Due ore e mezza filate di musica canto urla saltelli show spettacolo fuoco luci e tanta tanta tanta energia (e conseguente emozione). Io sono incantata. Le foto non le posto perché sono tutte sfocate (in questo, lo devo dire: grazie Dude, fotografo di fiducia, almeno le tue si salvano, e che belle!), ma è stato da rimanere a bocca aperta.

Speriamo di aver fatto una faccia vagamente intelligente, semmai mi avessero ripreso e avessero intenzione di mettere anche me nel dvd. Che show!

Fortemente raccomandato, almeno una volta nella vita!



Alex V

PS: al MioUomo, che ha un esame lunedì, che per sua stessa ammissione è borghesissimo e voleva andare in tribuna, e che si è trovato con me sul prato, "love is our resistance". Da soli non ce l'avremmo fatta, ma ne valeva davvero la pena.

Sabati sera DIFFERENTI

A qualche giorno dalla picciola vigilia non ho ancora aperto la tesi per prepararmi.
In compenso ieri sono andata al Gay Village, accompagnata dalle fighe sorelle Judoka.

Il posto è ancora più figo di quanto pensassi: la possibilità di essere chiunque si voglia essere è lì, a portata di mano e la si coglie. Ballare in una pista piena di uomini che non sono interessati a toccarti il culo. E riuscire comunque a rimorchiare.

Ammirare le drag queen e chiedersi perché non si è così femminili ed eleganti come loro.
Vedere gente che si ama, o si bacia o si tiene per mano e pensare che per strada sarebbero additati, o peggio.
Ballare scatenandosi, cantando a squarciagola.
Oppure semplicemente stare con le amiche, sedute sul prato, con i tacchi ed i vestiti, a guardare il mondo, dicendosi che è meraviglioso perché è vario.

                                                                                            Midori

sabato 6 luglio 2013

Pronti?

bevande ghiacciate: ci sono
3 focaccine con il prosciutto: fatto
4 focacce con il salame: fatto
8 panini piccoli (sempre al salame): fatto
stuzzinichini calma-(eventuale)-fame: fatto*
telefono: carico
salviettine: prese
carte: prese
crema solare +30: presa
occhiali da sole: presi
fazzolettini (chi più ne ha più ne metta): presi
telo: preso




Manca niente?
ah, sì: I BIGLIETTI!

Presi quelli non ci ferma più nessuno: Muse arriviamo!!!!



Alex V

*= Dude ha strabuzzato gli occhi quando ha visto la quantità di cibo che ho nello zaino, e probabilmente ci si potrebbe nutrire una truppa ma...avete mai visto il MioUomo affamato sotto al sole di luglio in mezzo alla gente? Io no, e non ci tengo a vederlo. Quindi, cibo a volontà!

venerdì 5 luglio 2013

Gli auguri ai tempi dei social network


tumblr
Tanti auguri, a chi tanti amanti ha! Tanti auguri, in campagna ed in città!...
Devo dire che ogni tanto mi viene, la voglia malsana di fare gli auguri di compleanno citando la Carrà, su fb, così, a gratis. Poi mi ricordo che non tutti hanno il senso dell'umorismo, che è facile travisare, e allora mi blocco e scrivo le solite due parole di rito: tanti auguri/happy birthday (e se sono stranieri aggiungo hugs, così, a caso, perché ho visto che lo fanno tutti)
Il fatto è che leggendo il post di gegge  sull'argomento, mi sono trovata ancora una volta a riflettere sull'eterno dilemma dell'italiano medio social network dipendente (chi può chi meno): fare o non fare gli auguri su fb? e se sì, anche all'amico dell'amico dell'amica della nonna dell'uomo nudo, con cui siamo andati una volta a ballare tutti insieme e abbiamo scambiato sì e no due parole in fila alla cassa "voi cosa prendete da bere" che non erano neanche rivolte a lui, e che poi comunque abbiamo aggiunto solo per essere taggati nelle foto della serata e basta?
Hard to say.
Allora, all'alba dei tempi, appena iscritta a fb, la cosa era una moda e mi irritava parecchio: perché gente che normalmente non mi farebbe gli auguri, adesso me li fa come  se fossimo amiconi? Quanta ipocrisia!
Poi ho iniziato a vederla diversamente: un po' l'abitudine, un po' il fatto che tanto su fb si è tutti "amici" (inflazione e conseguente svalutazione del termine: fatto) un po' il fatto che un po' ero in mala fede verso il "tutti fanno indiscriminatamente gli auguri a tutti" (leggasi: fine dell'era in cui chi ti faceva gli auguri era davvero tuo amico perché se l'era scritto sul diario e dopo averti fatto gli auguri si vantava di essersi ricordato), un augurio non è mica un vaffanculo! 
A me è capitato di incontrare conoscenti, chiacchierarci e farci anche due risate, poi arriva qualcun a interrompere esordendo con "TANTI AUGURI!!!" e io lì, con gli occhi strabuzzati e la faccia tipo "Ah, tanti auguri, non sapevo che era il tuo compleanno", quasi scusandomi di non saperlo prima (quando quella persona, per quanto simpatica sia, la incontro magari 3 volte l'anno).
Almeno fb ti leva d'impiccio e d'impaccio: si fanno gli auguri, e se sei il festeggiato a fine giornata scrivi un messaggio generale "Grazie a tutti per gli auguri ^_^" (adoro le faccine felici).
Magari evito di scrivere "amore mio quanto sei bbella tantissimi auguri per i tuoi millemila anni non cambiare mai resta sempre come sei xxo", che non avrebbe senso neanche scritto alla mia migliore amica, ma credo che sia un pensiero condiviso, visto che gli auguri su fb sono una cosa molto pacata e cortese. E va bene così, ché con chi vuole festeggiarti, vai fuori a prendere una birra, e non solo il giorno del compleanno!

Ma in realtà tutto questo preambolone era perché mi è venuto in mente che qualche anno fa, proprio nel periodo in cui maturavo questa idea, e cioè che il fare gli auguri sulla bacheca di fb è un gesto puramente simbolico di cortesia e non di ipocrisia, un giorno vedo che ho ben 4 compleanni contemporanei: 4! Dai, figo, son nati tutti oggi! 
Galvanizzata dalla cosa, faccio gli auguri a tutti, la chiudo lì e me ne torno alle mie faccende.
Il giorno dopo scopro che 1 dei 4 aveva dato una data falsa, per comunicare a tutti quelli che gli avevano fatto gli auguri quanto non fossero suoi veri amici.
Perché?
image
No, davvero: perché?
A che pro mettere una data di compleanno falsa? 
Anche perché chi non era tuo amico, lo sapeva anche prima. 
Facebook è nato appositamente perché gli studenti di Harvard potessero giudicare quanto fossero gnocche le studentesse, e solo dopo ha copiato riadattato il motto della nokia connecting people. Posto che svolge un ruolo importante e comodo sotto molti punti di vista, uno di questi non è certo far diventare tutti amici come per magia. 
Insomma, quanti problemi e quanta malizia per una semplice forma di vuota cortesia.
Ma anche in questi casi, basta saperlo: per qualcuno gli auguri sono un problema? Benissimo, niente auguri. Il mondo del resto va avanti lo stesso, con la gente che per strada non si parla e poi sui social si scrive messaggi di amicizia eterna, e con gente che non si caga su internet ma se si incontra per strada si saluta e chiacchiera.

Detto questo, non credo che farò gli auguri all'amico dell'amico dell'amica della nonna dell'uomo nudo. Perché ormai le foto le ho e lui posso cancellarlo.
Ahhhhh gli auguri (e l'amicizia) ai tempi di facebook!

Alex V

No way, Bitchy



A Roma da due giorni, rivisto tutti i miei amici (tranne Zzia, Zzia dove sei mi manchi). Consegnata la tesi al professore e la settimana prossima accadrà: la laurea.
Dal sud giungono preoccupanti notizie di pulmini, pranzi con due primi e "tu non ti preoccupare che ci pensiamo noi". Non ti preoccupare un paio di palle. Nel dubbio sto ignorando il problema come se non esistesse. Perché io ho altro a cui pensare: ho trovato uno stage questa estate. In una città partenopea. Il mondo gira.

E dovrebbe girare anche il karma.

-Ciao Watusso! Ciao Bitchy!
-Midori! Ma sei scura quanto la kebabbara dell'angolo!
-Watusso, certamente Midori è abbronzata, ma è anche il contrasto col rosa pallido del vestito. [sfodera il sorriso latte&miele, dall'alto della sua carnagione fosforescente]
Mandata dal cielo arriva AlexV, arriva, sorride e dice:
-Veramente è un corallo acceso.




                                                                                                 Midori

giovedì 4 luglio 2013

Andata e ritorno

Valeva la pena di tornare a casa, questa volta, anche solo per la notte bianca e i fuochi al castello e la maglietta fatta dalla mia amica con la scritta:
IL CONGIUNTIVO E' 
SEXY 
(figuriamoci la consecutio!)
Per rivedere gli amici senza fare troppo tardi la sera, che c'è ancora sessione (tranne per quella secchiona artista della Orange, che ha preso tutti 30 e un 30 e lode, e ha detto che mi regala i disegni di anatomia grafica *__*), ma bersi comunque un sorso di estate, che sa di mare, di sole e di vodka lemon molto vodka poco lemon.
Per la prima volta dopo mai prima d'ora ci siamo ritrovate tutte e 5 occupate e contente, ché non è mica cosa da poco, prima c'era sempre una single o con un problema di coppia. Dici niente.
C'è mio fratello, uccel di bosco, che si lamenta che quando va a ballare (in una discoteca sulla spiaggia che è più una balera ed è a 5 minuti a piedi da casa) poi deve rientrare a mezzanotte e mezza: caro Duccio, io alla tua età a ballare non ci potevo andare, e avevo lo stesso orario di rientro.
Che sforavo matematicamente sempre (non so neanche come o perché), con ritorsioni minime. Ti senti abbastanza forte da sfidare il potere?

Linea diretta con Roma e la sessione del MioUomo: si impone il ritorno, per non lasciarlo solo con i suoi dolori e le sue fisime, ché per telefono sembra un fiorellino senz'acqua.

Adesso, fatemi capire: perché torno sempre con il diretto, e stavolta mi devo fare due cambi di treno per arrivare a Firenze prima di Roma? Questa cosa non ha senso! E' una follia! Com'è possibile che nessuno se ne sia accorto prima? Con nessun vantaggio in termini di tempo di arrivo? IDIOZIA MI HAI PORTATO VIA. E' l'unica spiegazione coerente, il resto non conta.
Così mi ritrovo con un libro di anatomia patologica in valigia su un regionale, ipod scarico e computer batteria a 0, a guardare fuori dal finestrino aspettando di scendere al volo e poi di corsa per le scale per non perdere la coincidenza.
Avventura, mi dicono.
Avventura un par di palle.
Ho un libro, ma non mi azzardo a leggerlo mi dovessi sentir male (non sono proprio nella condizione). E allora niente, facciamoci 'sto viaggio molto vecchio stile, su un regionale senza musica e senza tecnologia e vediamo che ne viene fuori. 
Via, non male, ormai il treno è un'abitudine.
Alla fine scopro pure che il biglietto della freccia è per la prima classe...

Ma è uno sballo!

Ci sono piccolezze inaspettate che migliorano la visione delle cose...che poi, chissà perché ho il biglietto in prima classe...quando si dice "sviste gradite"...

Alex V

lunedì 1 luglio 2013

Corsi e ricorsi storici

Sera tardi in casa Pa. Squilla il mio telefonino.
-Midori, mi DEVI aiutare.
-Ciao Cuginetta, dimmi.
-Ho un problema.
-Ovvero?
-Il mio ragazzo mi ha fatto un succhiotto e mi vergogno con i miei.
-Correttore, correttore come se piovesse.
-Io sono in giro e non lo ho con me.
-...
-...

Quattro anni fa. Vigilia delle nozze d'oro dei miei nonni. Lucia è di fresca storia d'amore con Renzo. Nel pomeriggio è stata al parrucchiere, si è fatta i capelli corti e poi è uscita con la sua dolce metà.
Al mattino, mentre io già pronta passo nel corridoio, una mano esce dal suo bagno e mi ghermisce.
-Midori, mi DEVI aiutare.
-Dimmi Lucia, me che hai, il torcicollo?
-No, ho questo.
Il succhiotto più grosso che io avessi mai visto.
-Io ho finito il correttore e mutti e baba se lo vedono mi scuoiano.
-[Il pensiero corre al mio correttore di Chanel, che ho risparmiato mesi per comprare, che uso con il contagocce] NO!
-Si tratta dell'unica soluzione.
-No.
-...
-Mettine poco.
L'antico succhiotto fu portato in salvo. Il correttore fu implacabilmente finito. In tutte le foto Lucia posa con il viso piegato, come una gallina a cui avessero tirato il collo.

-Ho capito Cuginetta, passa pure.

Cuginetta è passata ed ha preso in prestito il correttore. Non Chanel, questa volta, ma abbastanza costoso.


Dovrei imparare a dire di no.

                                                                                     Midori

I don't like mondays


Te lo dico io perché non mi piacciono i lunedì: perché questo qui in particolare, alla vigilia del rientro a Roma, tra le altre cose, è iniziato con la visita dalla ginecologa. Olè.

Non ricordo di averne già parlato, ma la mia ginecologa è la stessa che mi ha fatto nascere. Praticamente Inception con le vagine al posto dei sogni. 

I maschietti difficilmente potranno capire il fastidio dello stare seduti a gambe aperte, mercanzia al vento, parlando del più e del meno, mentre la dottoressa ti visita con i guanti gelidi.

-Allora, fastidi o altro?
-No, tutto regolare.
-Bene, bene. Stai avendo rapporti?
-Diciamo che sono credente, ma è un po' che manco da Messa.
-Come scusa?
-No, non ne sto avendo.
-Ma li hai avuti, vero? Perché se no la modalità della visita cambia...
-Si, li ho avuti [mocc a te, sono tre anni che mi visiti, ogni volta sta domanda].
-Allora, rilassati.
-...
-...

A parte cinque minuti per trovare la mia ovaia sinistra con l'ecografia,  tuto è andato normalmente.

Lamentandomi più tardi al telefono con AlexV.
-Non puoi capire la sgradevolezza.
-Posso.
-Buah.
-Si, si, come se poi non ti piacesse.

Per lo meno di solito prima mi faccio offrire un caffè.

                                      Midori