domenica 30 giugno 2013

Mancanza

Si avvicina il ritorno a Roma, per la settimana di ritiro spirituale prima dell'evento. [Yes, abbiamo una data, che verrà scaramanticamente rivelata a posteriori e postumi].
Si avvicina anche il momento dei bilanci. Cosa mi mancherà più di casa?


  • Nonna P, che ha le mie foto sulla mensola, tra Padre Pio, Giovanni Paolo II e papa Francesco. E scusate se è poco.
  • Le partite a burraco con Mutti. Nonché gli acquisti compulsivi e di pancia, tipo questo:


  • Le sigarette con Baba, a fine giornata, sul terrazzo o sul balcone.
  • Il cibo. Tipo:


 




E scusate se è poco.

                                                      Midori

venerdì 28 giugno 2013

San Giorgio mi fa un baffo

Un urlo squarcia il silenzio di casa Pa. Mutti. E poi Nonna P. Io e Baba, imboscati sul balcone a fumare rientriamo di gran carriera. In cucina è  il panico. Le donne sono lì con le vesti scomposte ed i capelli scarmigliati. Riusciamo a capire la ragione di questo panico. Sotto il tappeto.
Coraggiosamente sollevo questo novello velo di Maya, comprato al mercato per pochi euro al metro. Il mostro è lì. Una lucertolina poco più grande della mia unghia del mignolo. 
Adorando i rettili, la porto in salvo.
La quiete domestica è salva. Novella San Giorgio mi aggiro baldanzosa.
Per Mutti, la donna che fa tremare docenti, alunni e appuntati di segreteria con uno sguardo,  si prospetta un'estate di prese per il culo. Battuta da una lucertolina.

                                                                             Midori

Piccoli piaceri da sessione estiva #3

La cosa che in assoluto mi piace di più degli esami, di tutti gli esami, a prescindere dalla materia, dal voto, dalla modalità, e a ben pensarci anche l'unica cosa che mi piace degli esami, è il sentore di complicità e empatia che si respira subito prima di iniziare.
Quell'odore di tensione che segnata dal "mal comune mezzo gaudio", "siamo tutti sulla stessa barca", "ridi tu che rido anche io"...insomma, il cameratismo pre-esame, quel "siamo tutti amici", senza invidie o rancori. E' un momento in cui si cerca di darsi conforto a vicenda, anche se è più un ritrovo di condannati a morte, e così ti ritrovi a parlare con chi ti è seduto vicino come se fosse il tuo migliore amico.
A me questa cosa piace, e non finisce mai di stupirmi. Agli esami infatti ritrovo gli amici, quelli con cui passo le ore morte in aula, e gente nuova e mai vista prima, e ci impertichiamo su discorsi assolutamente frivoli e senza senso, così, per dar aria alla bocca e possibilmente anche al cervello. Poi vabbè, di solito son sodalizi che durano proprio il tempo di una mattinata, per carità, ma va bene così, e comunque quando ci si vede per caso dopo l'esame ci si saluta come amici di vecchia data, strizzandosi l'occhio.
Io poi, per carità, in sede d'esame sono socievole all'ennesima potenza. Pensieri positivi e positività, sempre: bisogna crederci, ché se il training autogeno non me lo faccio io, chi lo farà per me?
Però quando pure Nemesi ha attaccato bottone tutta ciarliera sono rimasta stupita: in tre anni che facciamo gli esami insieme, lei se n'era sempre stata in disparte a ripassare, o a morire nella sua solitudine scelta e difesa con sguardi sdegnosi a noi altri, pfuà.
Beh, questa volta no. Forse perché l'esame era davvero tosto, forse perché aveva il ciclo o alla fine troppa solitudine ha determinato un vuoto affettivo da colmare, com'è come non è mi sono ritrovata con lei, alla fine di tutto, che mi chiedeva di darle il mio numero "ché un giorno andiamo a fare shopping insieme!".
In effetti avevamo passato le ultime ore a parlare di come sarà il suo abito da sposa, a cosa devo o non devo mettermi io per andare al suo matrimonio ("perché io che son la sposa non devo mica sfigurare!") e cose così.
E il giorno dopo m'ha davvero chiamato!

Alex V

giovedì 27 giugno 2013

C'erano 3 giapponesi e un gruppo di coreani

Termini, ore 06:58 a.m.:affollata e assolata.
Il mio treno almeno è semivuoto: c'è solo una comitiva di coreani che mangiano a tutto spiano panini del McDonald, ne finiscono uno e ne aprono un altro,a ripetizione. Sono così stordita dal sonno comunque che non realizzo (ma che cazzo si magnano quelli a colazione???) e piombo in uno stato a metà tra la veglia e il sonno (leggasi "mi siedo e il rincoglionimento mattutino non passa, anzi, semmai, peggiora").
Più in là, verso Pisa, sale una coppia di giapponesi con figlio lattante al seguito, e si piazzano nei posti davanti ai miei. Sono chiaramente giapponesi e non cinesi o coreani, e lui ha chiaramente la faccia bidimensionale. Questo lo posso capire ancora, nonostante sia stordita dal sonno.
Parlottano. Lei chiude il passeggino o quello che è e va a metterlo in fondo al vagone.
-Reggi il pupo
Lui rimane lì, incastrato tra il tavolino e il posto, in piedi, con il lattante in braccio, che lo guarda come se volesse dire "embè, adesso che si fa".
Lui è visibilmente imbarazzato. A un certo punto inizia a fare pat-pat sulla testolina del neonato, che prima probabilmente si chiede "ma che sta facendo questo qua", e poi saggiamente scoppia in un pianto disperato. Sì, vuole decisamente la mamma. 
Questa arriva, lo calma e poi sibila al marito:
-Sei un deficiente!
O qualcosa del genere. Ma ci sono dinamiche così universali che anche una lingua completamente diversa dalla nostra non può dissimulare.
Il tutto è durato più o meno 50 secondi. Uno spasso che mi ha svegliato.
Vabbè, tanto dovevo scendere.
Chissà dove se ne vanno però, un gruppo di coreani e 3 giapponesi, su un treno diretto a genova, di mercoledì mattina, e senza valigie!

Alex V

mercoledì 26 giugno 2013

Storia di due corpi

Oggi la figlia della padrona di casa, quella a cui prendo la pressione (che, nel caso vi interessasse, ultimamente si è un po' alzata e sta sul limite del consentito...), mi ha bussato ansiosissima, e ha esordito con:
-Ho saputo che tu studi medicina, è vero?
-Sì?
-Ecco allora io...Blablablabla etcetcetc (ancora non ho fatto il giuramento di Ippocrate, ma già mi sento vincolata dal segreto professionale) vede *e tira fuori la lingua*
-Sì, ecco...come lei immagina, io non posso prescriverle nessun farmaco...
-Sì, ecco però io blablablabla (e riattacca con tutta la storia tale e quale a prima)
-Certo, capisco...ne ha parlato con il suo medico?
-Sì, e lui mi ha detto che blablablablablablablabla...però ancora adesso blalablablablabla...Ah, e poi mi fa male qui *indicando il centro del collo* Che ce sta qui?
-La tiroide
-Ecco, perché io blablablablablabla no, poi prendevo quell'altro farmaco e mi sentivo rincoglionita, mi girava tutto...e poi tra tre giorni devo tornare dal medico e blablablablabla
-Certo, capisco, è anche per questo che ha interrotto...
-Ecco, io volevo sapere: adesso, mi può succedere qualcosa?
-No, non si preoccupi, non le succederà niente
-Oh, bene, grazie: è quello di cui avevo bisogno.
Santa pazienza, commenterà poi l'accaduto Amando.

Più tardi, mi chiama spaventatissimo Clark, che mi chiede se posso misurargli la pressione. 
Polso e pressione sono perfettamente normali, come ci si aspetterebbe in un ragazzo di nemmeno 25 anni. 
-No, perché mi sono sentito come mancare...e mi sono spaventato
-Quant'è durato?
-Mah...1-2 secondi
-Guarda, adesso la pressione è a posto, stai tranquillo, sarà stata la posizione tenuta a lungo, o la stanchezza, o il caldo...
-No ma cioè era stranissimo: non è che magari vado al pronto soccorso...
-Guarda, al pronto soccorso non ti daranno corda...e poi tranquillo, sei giovane e sano
-Ma magari era un infarto!
-Non era un infarto, stai tranquillo
-Ma non potrebbe essere il dolore dell'infarto? O di un ictus? Qual è il dolore dell'infarto?
-Non è quello che hai avuto tu, stai tranquillo
-Ma...a quest'età posso avere un infarto?
-No, è parecchio improbabile
-Ma allora quelli che muoiono giovani per un infarto...
-Quelli che muoiono giovani per un infarto generalmente hanno un problema congenito al cuore...che tu non hai
-No, ma se io avessi tipo...
-Guarda, se vuoi, vado su a prendere il fonendo e ti visito.
-No, grazie, allora sto bene.

Io non capisco: tutti vogliono essere rassicurati sul fatto che no, non moriranno di lì a tre giorni,dicono che hanno bisogno di farsi visitare, si allarmano, vogliono andare a tutti i costi in pronto soccorso, poi si offre una via sensata d'uscita all' ipocondria, oltretutto gratis, a domicilio, roba che il sistema sanitario nazionale così com'è adesso se la sogna...no, grazie, sto bene, preferisco stare con i miei malanni immaginari.

Bah.E io che ci stavo anche a prendere gusto, a fare il medico di paese palazzo.

Alex V

NB: ho letto Storia di un corpo, l'ultimo di Pennac. Niente da dire, mi è proprio piaciuto. Ma sono molto di parte: amo Pennac da sempre, e amo anche il corpo. Sennò a che pro interessarsi a medicina?

martedì 25 giugno 2013

La chiara spiegazione del mio pessimo karma

Sono una persona orribile.
All'inferno c'è già un posto chiaramente assegnatomi.
Faccio male alle genti.
Merito tutto il karma negativo di questo mondo.

Domenica abbiamo portato Nonna P al mare. A me il compito di metterle la protezione sul corpo e sul viso.

Ad oggi nonna p sfoggia una bruciatura solare pari pari al tatuaggio di Mike Tyson.


Mi cospargo il capo di cenere. 

                                                           Midori

Comparse

Una volta finite le lezioni e i tirocini, e rimasti solo gli esami, i giorni diventano tutti uguali: una lunga serie di domeniche una appresso all'altra, che si susseguono in attesa del lunedì, il giorno X, il giorno dell'esame.
Uno può decidere se alzarsi presto alla mattina, oppure studiare fino a tardi ed alzarsi relativamente tardi (le 9) per riprendere il rito quotidiano. Ogni tanto puoi pure decidere di fare nulla. Comunque, tutti i giorni si somigliano.
Poi vabbè, ognuno ha le sue distrazioni, un caffè con i vicini, il MioUomo, il mio adorato coinquilino, le telefonate fiume con una Midori sempre più abbronzata...ma non oggi.
In questa opinabilissima domenica sono sola in casa, anche Amando è uscito. Pazienza, più studio-noia per me e il mio cervello. Almeno posso girare in desabillè, visto che fa un caldo boia.

Ecco, come non detto, suonano al campanello. 
Un attimo e arrivo. Sarà Amando che è rientrato, o Dude  che ha finito lo zucchero, che ne so. 

Invece mi trovo davanti un individuo allampanato, con degli occhialetti tondi e una camicia a maniche corte a righe. Avrà più o meno la mia età. 
Ci sono delle persone che piombano nella tua vita per caso, e la cambiano per sempre. Magari adesso mi si presenta come The Doctor, e allora siamo a posto:mi fiondo nel TARDIS e chi mi vede più. Addio gente, addio caldo, addio esami estivi!
No, ma non può essere il Dottore: questo qui non è neanche un briciolo affascinante, è solo un po' strano a vederlo così.
-...Sì, ehm...ciao?
-Ciao
-Cerchi qualcuno?
-Sì, il Virgineo.
Ecco, appunto: sarà un compagno di corso del Virgineo. Ora che ci penso bene, l'ho anche già visto qua. Mai 'na ggioia eh da queste parti.
-Ah...mi spiace se non è in casa non so proprio dove sia
-Ehm, senti non è che puoi telefonargli? Io ho il telefono spento da 4 giorni: è proprio andato. E con il Virgineo eravamo d'accordo che lo passavo a prendere per andare a riprendere il motorino dal meccanico. Se mi telefona e non mi trova pensa che gli sto tirando una sola e poi non mi parla più.
Sì, direi: è proprio da Acidone...
-Sì, certo...ehm...
Anche se sono in sessione,non posso dismettere i miei panni da brava padrona di casa: c'è solo una cosa che posso fare:
-...intanto vuoi entrare? Magari ti faccio un tè freddo
-Uhm sì grazie! Come fai a fare il tè freddo?
-Uhm...prendo del tè dal frigo, lo metto in un bicchiere e ci aggiungo il ghiaccio, così è ancora più freddo?
-Mmm ingegnoso...

E così ho passato l'ultima mezz'ora a parlare con uno sconosciuto (pure un po' inquietante), della sua vita e di come ha il cellulare spento da 4 giorni, e di come vada dall'egiziano sotto casa sua, dall'altra parte di Roma, per telefonare ai suoi una volta al giorno:
-Sai, dall'egiziano, ci sarà qualcosa di simile qui, no? Tu vai e lui ti fa fare le chiamate un po' ovunque, lo usano i negretti per telefonare alla famiglia in Niger...
Già.
Alla fine il Virgineo si rende reperibile:
-Sì, c'è qui il tuo amico, te lo passo
-Ciao Virgineo...ma non ti dovevo portare a riprendere il motorino? Ah, era ieri? Ah, scusa, è che ho il cellulare spento da 4 giorni...Ah, ho capito, sì sì, ciao.
Beh, si vede che ho fatto questo viaggio per niente. Pazienza. Comunque dovresti provare.
-Cosa scusa?
-A spegnere il telefono. Per 4 giorni. Immagina: 4 giorni senza nessuno che ti telefona. 
-Già
In effetti, potrebbe essere disintossicante...
-Posso buttarti i cubetti di ghiaccio nel water?
-Come hai detto, scusa?
-Sì, così poi avrai l'acqua del water rinfrescata! Dov'è il bagno?

WHAT DA 
HELL
???????????????????????????????????????????????????????

Ci sono persone che piombano nella tua vita in maniera inaspettata e poi ci rimangono, per cambiarla in meglio o in peggio. Altre che invece fanno solo le comparse. 
E meno male.

Alex V


lunedì 24 giugno 2013

Compiti

Tra la corveè domestica nella quale sono ripiombata, ci sono vari compiti che mi spettano.

Il primo scontatissimo è coccolare Nonna P, eseguire i suoi desideri e provare a non smattare quando per la quarta volta decide di fare il tuffo del pinguino per le scale. Il tuffo del pinguino è quello di pancia giù per l'iceberg, nel caso non aveste presente. 

Ci sono i lavori di bassa manovalanza in cucina. Nonostante io abiti da tre anni fuori casa, in cucina devo ammettere che sono ancora un disastro. Nel senso che saprei anche cucinare, ma il prezzo è sempre qualche scottatura. Per questo motivo Mutti nella sua pragmatismo mi ha relegato alla pulizi di verdura & co. Pomeriggi interi a pulire fagiolini e piselli.

Il terrazzo da innaffiare. Se lo fa baba tutto funziona perfettamente. Quando siamo io e Mutti ad annaffiare scenette alla Stanlio ed Ollio. L'ultima volta Mutti ha pensato bene di annaffiare anche me. E di farmi recuperare i rami che baba aveva potato dalle chicas. Voi lo sapevate che i rami della chicas hanno le spine? Io no, riflettevo, togliendole con una pinzetta. Ho scoperto poi che questo è un lavoro che si fa con i guanti da giardiniere.

L'ultima incombenza è recente: più che un'incombenza è una crociata, una lotta per la giustizia. 
Tutto è iniziato con mutti che urlava alla finestra: "Sciò! Vattene!". Io e Baba abbiamo pensato a qualche tipo losco per strada, a ragazzetti molesti, teppistelli. Peggio: mutti urlava ai due piccioni che hanno deciso di fare del nostro balconcino la loro alcova. D'ora in poi, ogni volta che vedo le immonde bestie, devo scacciarli, in attesa che si compri l'apposito spray repellente.

La vita del soldato semplice in casa Pa riserva sempre grandi emozioni. 

                                                Midori

A bocca aperta

Potrei raccontare che oggi ho fatto un esame che ho preparato con mente e cuore, che mi è piaciuto tanto e mi ha fatto ancora di più appassionare alla medicina. Potrei tacere sul fatto che avrei picchiato il professore che mi ha interrogato, che faceva di tutto tranne ascoltarmi mentre parlavo e rispondevo alle sue domande, neanche mi stesse facendo un piacere, visto che ero regolarmente prenotata e quei dieci minuti dieci che è durata la mia interrogazione rientravano nel suo stipendio mensile da professore di medicina. 
Potrei aggiungere che finalmente mi faccio una settimana di vacanza prima di mettermi sotto a studiare per l'ultimo esame rimasto, e potrei anche indire un sondaggio via web, alla Grillo maniera, per sapere la vostra opinione: lo provo ora o lo do a settembre?

Ma tutto questo, ora, oggi, 24 giugno 2013 passa in secondo piano: l'Arabia Saudita ha spostato il week end. Non più "giovedì e venerdì" com'è stato da sempre (?), bensì "venerdì e sabato". La ragione ufficiale è, ovviamente, economica (ma no, non l'avrei mai detto). Certo è che per gli arabetti e le arabette è un bel cambiamento: spostare il week end vuol dire anche riorganizzarsi la settimana mentale.

Non ho potuto fare a meno di annunciare la notizia al mondo, neanche fossi l'Ansa, dopo aver sentito un'amica, araba per l'appunto, che non stava più nella pelle...questa ragazza studia Medicina in Arabia, ma ha la fortuna (parole sue) di essere molto molto molto benestante, di essere cresciuta in una famiglia open mind, con un padre che pensa "all'occidentale" e che ha educato anche i fratelli maschi a trattarla con rispetto, senza fare differenze di genere...che dire? Sono rimasta a bocca aperta, e sorrido pensando di essere di fronte a un piccolo grande passo: un cambiamento, per quanto piccolo, è pur sempre un cambiamento, soprattutto se in un contesto tendente al conservatorismo...che forse adesso sta cambiando. Non posso aggiungere altro, se non le parole della mia amica stessa: Benvenuto cambiamento,e chissà che presto non ne venga uno più grande...fingers crossed per...donne al volante? 

Alex V


domenica 23 giugno 2013

Via con la Confederation Cup

-Alex, ma tu lo sai cos'è la Confederation Cup?
-Certo. E' quella gara con le barche a vela, no?
-MUHAMUHAMUHAMUHAAHAHAHHAHAHAHHAHAHAHHHAHHAHAHAHAH NO.
-Ah, allora è quel torneo che fanno l'anno prima dei Mondiali di Calcio, una sorta di amichevole tra le nazionali di tutto il mondo.
-AHAhahahaha, più o meno. Ma se lo sapevi perché non l'hai detto subito?
-Perché ero indecisa tra le due opzioni, e con il 50% di probabilità ovviamente ho scelto quella sbagliata. Ah, qual è la gara tra barche a vela?
-Amore, quella è l'American's Cup.
-Ah. 


Ammetto: la prima partita Italia-Messico non l'ho vista, perché non avevo proprio ben realizzato...oh, stavo preparando un esame e mi sono dimenticata di quanto mi piaccia guardare il calcio quando gioca la nazionale.
Ma la seconda, Italia-Giappone, fiiiischia se l'ho vista!
Tra l'altro, pensavo che ci sarebbe stato da ridere, l'Italia contro la squadretta di Holly e Benji...e in effetti in Holly e Benji tutto è normale, anche il Giappone vince il Mondiale! Poi per fortuna, nonostante le evidenti gufate dei cronisti della RAI, la realtà delle cose ha prevalso, la fortuna ha aiutato, e l'abbiamo sfangata. 

In tutto questo ho fatto in tempo a notare che Buffon tiene i capelli raccolti con una forcina come faccio io (sono più incline a credere che questo sia un male che un bene...maledetto parrucchiere che fa il cazzo che gli pare con i capelli altrui!!!Si sistemasse lui e mi lasciasse in pace, sgréndino!) e che mmm ma chi è quel nuovo acquisto? De Sciglio?Mmm carne giovane... Ma vah, gioca pure nel Milan...chissà che non possa corrompere il MioUomo per portarmi a vedere una partita una volta o l'altra...

Una volta notati questi dettagli importanti, finalmente sono riuscita a mettermi nel mood di vedere una partita, anzi, La partita, unica partitozza che davvero poteva fare scalpore: Italia-Padroni di Casa. In questo frangente, non so se interpretare il goal di Dante all'Italia come un segno dei tempi, secoli e secoli dopo...

Comunque, quelli che veramente si sono superati anche stavolta non sono i giocatori (si sa, nel calcio si vince e si perde), ma sempre loro:i telecronisti della Rai. Jettatori patentati, (roba che se lo sapesse Chiarchiaro tornerebbe a invocare giustizia! E a ragione!) sono riusciti anche stavolta a urtarmi i nervi con commenti fastidiosi di nessun rilievo come "Buffon smanaccia" "il Brasile sembra soffrire la nostra energia" (WTF?) et similia, continuati senza pudore alcuno anche nel post partita. Ma io dico, commenti intelligenti su una tv pubblica proprio no, eh?
Roba da chiodi insomma.

Bah. Almeno c'era Via col Vento. 


Alex V



venerdì 21 giugno 2013

Piccole gioie da sessione estiva #2

Quando il caldo è sempre più torrido, la voglia di studiare è sempre più vicina allo 0 assoluto, e pensi che nulla possa costringerti a uscire di casa prima che il sole sia tramontato da almeno 2 ore...è allora che il tuo coinquilino (che ha fatto un esame e ha preso la lode, signori miei: bravo Amando, quante soddisfazioni che mi dai! ) ti prende e ti porta via con il suo motorino come fosse un tappeto volante: verso la gelateria e oltre!



Piccole vacanze romane che intermezzano la sessione estiva.
Più una granita siciliana mandorla e pistacchio.

Alex V


giovedì 20 giugno 2013

Compagni di viaggio

Prima di partire per rotolare verso sud (rotolare letteralmente dato che ho pranzato al giapponese no limits con Judoka e sister), sono ovviamente passata in libreria.

Sono dell'opinione che i viaggi in treno siano un qualcosa di enormemente serio. I viaggi in treno hanno bisogno di un certo numero e tipo di distrazioni e non possono assolutamente essere intrapresi senza un buon libro. Ovviamente non è che il libro si possa scegliere a caso tra quelli che si hanno a casa. Oppure non si può arraffare il primo tascabile che capita sotto mano in libreria. La scelta di un libro per un viaggio in treno è qualcosa di minuzioso e viscerale.

Si deve passare per i corridoi tra gli scaffali lentamente. Prendere in mano, soppesare e chiedersi se questo libro sarà un buon compagno per il viaggio. Chiedersi cosa si vuole provare durante il viaggio. Si sta cercando un amico con il quale dialogare? Si vuole ridere a voce alta spaventando tutto il vagone? E se questo libro fosse il vicino di sedile antipatico che occupa tutto il bracciolo?
Scegliere un libro per un viaggio in treno lungo è una cosa dannatamente seria.

Il libro che questa volta mi ha chiamato dagli scaffali è una raccolta di racconti di Murakami.
Si, lo so: avevo mangiato giapponese, Murakami è il mio scrittore preferito, si tratta proprio di una scelta filosofica. Lo so, lo so. Ma vi assicuro che è il libro che mi ha chiamato.


Un po' mi ha intrigato la copertina, lo ammetto. Ma il peso, l'odore, tutto era giusto. Prometteva di essere un buon compagno di viaggio.
Così è stato.

Nei racconti di Murakami sembra non succeda nulla, ma in realtà accade di tutto. La cosa più bella è il ritrovare pezzi di ricordi che sono poi all'origine di altri suoi libri. I racconti vanno letti uno ad uno, con delle pause tra l'uno e l'altro, perché devono Affondare. 

Già dalle prime righe ho capito che era il libro giusto, perché mi sono riconosciuta in tutti i personaggi, anche se non mi ero mai trovata in quelle situazioni, anche se agivamo dalle parti opposte del mondo. Ma io ero loro.
E poi altri due plus:
  • La raccolta contiene il racconto La lucciola, primo germe di Norvegian Wood.
  • I racconti sono tradotti di Antonietta Pastore, garanzia di un amore verso la cultura giapponese e di una letterarietà che non tradisce gli originali. Anzi, lei vale anche come scrittrice. Suggerisco Leggero il passo sul tatami (primo regalo di compleanno che mi ha fatto AlexV. E scusate se è poco).

                                              Midori

mercoledì 19 giugno 2013

Nuovi talenti nel mondo della moda

Nonna P ha una nuova passione.
Hanno momentaneamente abbandonato il suo cuore i panni da stendere, ritirare e ridisporre sui fili.
Adesso Nonna P gioca a fare Kate Moss.

Nonostante mangi tutto ed in grandi quantità (specialmente cose dolci. Si, Nonna P con l'età è diventata golosissima), l'amabile vecchietta dimagrisce. Adesso ha un figurino che levàte. Così è la vita.
Avevo già parlato della sua gara con Cuginetta a chi i reggiseni andassero più larghi. Il leitmotiv è stato quindi questo.

In casa, io, nonna P e Maria Midori.
-Ame, mi tengono larghi i reggiseni. Chiamindat, Mirò, MariaMidò.
-Si nonna, lo sappiamo.
-Venit ddow, che me li provo.

Ha così avuto luogo una sfilata di biancheria intima per la terza età, nel corso della quale nonnaP con una simil catwalk ci ha deliziato con l'immagine dei suoi reggiseni che le vanno larghi.

Si è reso così necessario l'intervento della Mutti-sister. Mutti-sister è la zia che tutti hanno in famiglia: quella che è amica di una tipa che possiede un negozio di biancheria intima. La zia che procura a tutti mutande, calzini, reggiseni e leggings. Previo accordo telefonico, io e Maria Midori abbiamo fornito a Mutti-sister le taglie di tutti i reggiseni di Nonna, implorandola di risolvere al più presto questa situazione.

Ma la Claudia Schiffer de nmoantri non era ancora soddisfatta.
-Vist che m so spogghiat, vdim come m vonn le gonne ed i sinali [ndt: i sinali sono i grembiuli].

Ha avuto luogo così la sfilata Moda Anziana Mare 2013. Nessun problema sugli scamiciati, sulla gonna di panno e poi il  dramma sulla gonna di jeans.
Larga, troppo larga. E come la fai stringere una gonna simile?
Il panico.

L'emergenza è rientrata spontaneamente quando Nonna P si è ricordata che si era fatta una certa e voleva, anzi doveva, mangiare.

La moda, questa tiranna.

                                                                  Midori

martedì 18 giugno 2013

Se un pomeriggio estivo una professoressa con una connessione

Andando in giro per l'avita cittadina, incontro una mia professoressa del ginnasio.

-Midori, ciao! Come va? Tutto bene?
-Si professoressa, tutto benissimo.
-Finiti gli esami?
-Si.
-Ma quindi ti laurei, che brava! Che io ogni tanto su Facebook ti seguo!
-Eheh [no dico, ma che si risponde ad un'affermazione come questa?]
-E vedo che sei felice, hai un ragazzo...
-Ragazzo?
-Eh, quello al quale stai avvinghiata nelle ultime foto.
[Flashback di un venerdì sera alcolico:qualcuno tira fuori una macchinetta fotografica ed è il panico. Ho foto avvinghiata a chiunque].
-Ma quale, prof?
-Capelli lisci, alto, bellissimo.
-Ahhhh, ma quello è Amando, un mio amico.
-Non era un abbraccio da amico.
-Prof, è il mio coinquilino, mi ha visto con la maschera di bellezza ed il pigiamone. 
-Ah.

Facebook genera mostri.

                                                           Midori

Piccole gioie da sessione estiva #1

Notte fonda e caldo tollerabile: sessione notturna di studio...in compagnia.

Io, Orso, Dude e MioUomo tutti attorno a un tavolo e a un ventilatore scassato degli anni '70: silenzio, qualche sorriso e qualche gomitata di complicità ingegneristica.

A ognuno il suo cockteil a base di caffè più qualsiasi cosa alcolica che ci sia in casa, rigorosamente agitato- non mescolato!
La reale ricetta, ovviamente, è segreta, ma c'è da dire che Dude ha talento come bartender.

Alex V

sabato 15 giugno 2013

Rapidi aggiornamenti

Tornare a casa dai miei significa pigiami ancora più imbarazzanti di quelli che uso a Roma. Tipo quello che sto usando: rosa porcello, sulla maglietta dei finissimi inserti zebrati. Di quei pigiami che non si capisce mai da dove siano spuntati, che si generano spontaneamente nel buio degli armadi.
Sono già andata dal dentista, a farmi torturare dall'igienista bionda e boccoluta. Quella che mi tortura e mi fa domande, alle quali non posso rispondere perché ho i ferri in bocca. Ma lei è geniale, signorina.
In due giorni mi sono risintonizzata sulle frequenze di casa Pa.
Roba che sono tornata a casa dal dentista e mia cugina e mia Nonna facevano a gara a chi delle due i rispettivi reggiseni andavano più larghi. Con conseguente defileè di nonna P in tutti i suoi reggiseni. 
Mi perdonino le persone in sessione, ma ho un bel colorito, finalmente prendo un po' di sole.
E con la tintarella sono anche andata a farmi un taglio di capelli. Tornato alfine il mio carrè riccio.

E questi sono gli aggiornamenti, per ora.

                                                                                              Midori

giovedì 13 giugno 2013

Pensieri

Qualche giorno fa è morto uno zio novantenne della nostra padrona di casa. 
In quanto unica persona libera del nostro menàge familiare, sono andata al funerale.
In effetti sono esperta di funerali. A casa sono io che accompagno mia nonna ai vari funerali quando i miei non possono. In più sono stata cresciuta con un'etica ferrea. Se il defunto è un parente di una persona alla quale tiene o che comunque rispetti, ci vai, anche se non lo conoscevi direttamente. Una cosa che si fa, che si deve fare.  Si tratta di un altro dei capisaldi della mia morale. 

Sono andata, ho seguito meccanicamente la messa (segno della croce, formule di rito), ho fatto le condoglianze, ho scambiato due parole con qualche altro dei condomini che era lì e poi sono tornata a casa.

Tornando me la sono presa comoda. Ho fatto una passeggiata al parco, sono entrata in un negozio per comprare delle cose che AlexV mi aveva chiesto, ho pensato di fare un aperitivo con lei più tardi, a casa. Ho scelto qualcosa da mangiare al supermercato, arrivata alla cassa mi sono ricordata che lei non mangia cose piccanti, sono tornata indietro ed ho preso dei pretzel. Ho camminato ancora un po'.
Ho messaggiato Orso e lui si è fatto trovare in cortile per una sigaretta.
Sono salita a casa, ho salutato e sono andata in camera.

Ho pianto un po'.

I funerali mi mettono sempre malinconia. Anche se non conoscevo la persona in questione. 

Il fatto è che penso sempre che la vita continua. Sono uscita da quella chiesa ed ho fatto una serie di azioni normalissime, mentre la famiglia piangeva. Per me tutto continua. L'inquilina del quinto piano sarà sicuramente tornata a casa ed avrà pulito la gabbia del suo coniglio nano. La famiglia sarebbe andata alla tumulazione.
Al passare dei giorni anche la famiglia sarà tornata alla normalità. Alla fine, del passaggio su questa terra sarà rimasto solamente il ricordo. Una vita si è spenta, ma il mondo ha continuato ad andare avanti.

Circa la sofferenza non erano mai in torno,
i Grandi Maestri: come capivano bene
l'atteggiamento umano; come avviene
mentre qualcun altro sta mangiando, o aprendo una finestra o solamente camminando annoiato;
Come, mentre gli anziani stanno reverentemente, appassionatamente aspettando
la rinascita miracolosa, ci debbano sempre essere
bambini che non vogliano specificatamente che accada, pattinando
su un laghetto al limitare del bosco:
non dimenticano mai
che anche il più orribile martirio deve fare il suo corso,
in qualche angolo sperduto, in un posto sporco
dove i cani continuano la loro vita canina e il cavallo del torturatore
gratta la sua schiena innocente contro un albero.

Nell'Icaro di Brueghel, per esempio: come tutto volga le spalle
a distanza dal disastro; l'uomo con l'aratro potrebbe
aver udito il tuffo, il grido desolato,
ma per lui non era un fallimento importante; il sole splendeva
come doveva sulle gambe bianche che sparivano nell'acqua 
verde; e la costosa nave elegante che deve aver visto qualcosa di straordinario, un  ragazzo che cadeva dal                           cielo
aveva un posto dove andare ed ha continuato a navigare tranquillamente.

Auden.

Traduzione di Midori.

A favore dell'esercizio cerebrale

Ora, bisogna capire che in questo momento sono affetta da DAPA (= depressione ansiogena da prestazione accademica, per chi volesse saperne di più sull'argomento cerchi qui su Doppio Geffer), oltretutto complicata dal fatto che mi deve venire il ciclo e che Midori sta per tornare a casa ( tu che mi lasci qui da sola in una valle di lacrime, pentiti, stronzola!): in una parola, sono Intrattabile.

Però, un punto fisso della mia deontologia di vita, che non cambia neanche in questi momenti, è essere totalmente a favore della cultura libera, soprattutto in fatto di esami universitari: i miei appunti per quell'esame? Prendili. Gli schemi per ripassare? Guarda sì, son questi. Il libro? Ok,  io l'esame già l'ho dato. Tutto il mio materiale si chiama Pietro Giovanni, torna indietro senza danni. E tutto torna, devo dire, tutto mi viene restituito. E no, non ci penso nemmeno ad andare a vendere i miei appunti per far lucrare qualche libraio senza scrupoli che si approfitta della nostra condizione di poveri studenti disperati. 
Sempre per la "cultura" libera, so che esiste un sito dove si raccolgono le domande d'esame: bene, ci vado, e carico le mie. 
Perché una facoltà in cui la gente si aiuta invece di pestarsi i piedi è una facoltà più bella.

Però. Però, figlio mio, il cervello ce l'hai, usalo! 
Finché mi fai la domanda "com'è l'esame? come sono i professori?" posso anche capirlo, perché ognuno in quest'università ha le sue stranezze, e te lo dico volentieri. 
Ma quando le domande cominciano a essere: "ma in quanto tempo si prepara?" e a risposta "2 settimane con calma" mi sento ri-rispondere "eh, no, 2 settimane è troppo!" oppure "eh no, 2 settimane è poco!" : ma what the fuck? Pensavo di averlo dato io l'esame, non tu. Pensavo che la tua domanda volesse una risposta razionale, veritiera, per farti capire l'andazzo, per farti passare le paure irrazionali. 
A questo punto mi verrebbe da rispondere "No, guarda, l'ho preparato in 6 mesi, è un esame impossibile" (e non stiamo parlando di fisiologia o anatomia, tutt'altro!) oppure "Sai, io ci ho messo due giorni, ma perché sono un genio, non so tu..." (altra banfa bella e buona per metterti  un po' di sana ansia in più).
Che poi, non è mica la domanda peggiore. 
No, ohhhh no.
Perché quello che mi è stato chiesto poi è stato 
Ma dove lo compro il libro?

Sei serio o devo veramente risponderti? 

Dove mai lo vorrai comprare un libro?

In farmacia, no? Chiaramente in farmacia...

Voglio dire, saremo i medici di domani, e già questo di per sé spaventa...ma così no, ragazzi, così non va: esercitiamolo ogni tanto il cervello, se non tutti i giorni, se non tutti i momenti (e già questo è opinabile) almeno qualche volta, giusto per non fare la figura dei fessi (che sembra l'unica cosa che conta, al giorno d'oggi). Anche perché non è che se lo usi si consuma; semmai, è se non lo usi che si atrofizza!
Perché è vero che chiedere è lecito, ma non è vero che non esistono domande stupide: dove si compra il libro? 

Non lo so, quando poi in momenti come questo mi trovo davanti alla finestra e penso al genere umano in termini non proprio lusinghieri, non riesco neanche a sentirmi in colpa.


Every. Single. Day.

Ma alla fine sono ottimista: verrà un giorno in cui tutti eserciteranno il loro cervello, a prescindere dal QI, useranno il buon senso nelle cose, faranno ragionare l'ammasso di neuroni di cui la natura li ha forniti...esisteranno i geni, certo, ma saranno davvero geni, e non più perché guerci in un mondo di ciechi.

Alex V

mercoledì 12 giugno 2013

Fenomeni paranormali

A chi non è mai capitato di perdere tra le maglie informatiche qualche documento importante?
A chi non è mai capitato che il computer si spegnesse di botto e inspiegabilmente proprio nel mezzo della stesura di una relazione, o nell'esecuzione di un'attività, che chiaramente non è stata salvata, perdendo quindi tutto?
E poi virus che bypassano ogni antivirus e obbligano a formattazioni forzate, ovviamente prima di averti lasciato il tempo di fare un backup preventivo?
A qualcuno particolarmente sfigato è pure capitato che si bruciasse la scheda madre durante l'inizio di un temporale, pensa un po'. 
Quello che la maggior parte della gente però non sa, o finge di non sapere, è la straordinaria capacità di questi eventi di colpire la malcapitata vittima proprio in corrispondenza della tesi.


Coincidenze?
Io credo di no.
Che poi, la sadica perversione delle intelligenze artificiali a nascondere, mutilare, storpiare e disallineare il layout delle tesi va a sommarsi al rischio che proprio in quel periodo ti freghino il computer in biblioteca, o al lavoro, o sul treno.
Eventi devastanti, di tale portata da far pensare al malcapitato protagonista: Tenetevi il computer nuovo strafighissimo pagato troppimilaeuro, ma almeno rimandatemi la tesi: prometto di non denunciarvi!

Così, stamattina sono stata chiamata d'urgenza in camera di Midori:
-Alex, sto per avere una crisi isterica
-Che è accaduto, dolcezza?
-La signora a cui prendi la pressione.
-Eh? è venuta stamattina
-Lo so. E è anche inciampata nel filo del computer, che si è staccato. E siccome il computer stava senza batteria perché sennò poi si scarica e...
-Sì, lo so lo so, infatti il mio ormai è diventato un fisso
-Ecco. Temo che lo sbalzo di corrente abbia bruciato la scheda madre. Perché il computer è morto. Non si accende più
-Hai provato a...
-Sì, ho staccato tutto e rimesso, ho accesso, ho rimesso la batteria e tutto ma NIENTE!
-OMMIODDIOLATESI!

Panico. Incommensurabile Panico. Amando si è chiuso in stanza per sfuggire all'isteria collettiva:
-MENGELE! Nella mia vita precedente devo essere stata MENGELE!
-Dai Midori, magari è una cosa temporanea, si risolve da sé...
-FINGI ALMENO DI CREDERCI MENTRE LO DICI!!!!

E poi eccolo all'orizzonte: il superman della tecnologia, il paladino delle intelligenze artificiali, Bob l'aggiustatutto de' noartri davanti alla porta con il suo solito leitmotiv:
-Oh, Midò, che c'hai 'na sigaretta?
No, non è quella scimmia informatica di Dude (ma dov'è quest'uomo quando serve!): è il Sannita.
Che al povero prezzo di una sigaretta, prende il computer, lo ribalta, toglie la batteria, inserisce la batteria, accende il computer ---nulla---ritoglie la batteria, reinserisce la batteria, riaccende il computer ---ancora niente!--- a-ritoglie la batteria, a-rimette la batteria a-ririaccende il computer: E LUCE FU!

La tesi è ancora al suo posto, bella come sempre. E il Sannita è il nostro nuovo eroe.

Alex V

PS: Sì, Midori, dovevi essere Mengele nella tua vita precedente per non ricordarti, in tutto questo, che almeno la tesi era salvata sull'hard disk esterno!


martedì 11 giugno 2013

Nausea

Ogni tanto mi vengono i rigurgiti di odio verso l'umanità. Sto lì bella tranquilla a farmi i fatti miei e poi, bbbussc, il mio stomaco si contorce e la bile sale. 
Non ci posso fare niente, sto lì e rosico, rosico fino a quando non mi sfogo. Con AlexV, che sta lì e sente le mie dissertazioni con tanto di opzione multimediale interattiva.
-No perché questa la devi vedere. Adesso va di moda il rap.
-Ne sono consapevole.
-Ed ecco qua,  tutti a fare i ghetto boy, guarda le ditine che fanno i gesti da rapper, guardali come sono vestiti tutti larghi, li vedi, no dico, li vedi?
-Li vedo, li vedo.
-Ecco, adesso senti qui. Perché quando si mettono a fare i rapper fanno i seri, fanno i video e vanno in sala da incisione.
-Si. Sento.
-E adesso la chicca: la parte in inglese!
-Ah.
-Ah, ah un paio di palle! La parte in inglese perché loro sono internascional. Mei cojoni.
-Veramente non si capisce nulla di quello che dice.
-eH...eh. non si capisce si. ma sai la cosa che mi fa PIÙ disperare?
-cosa?
-CHE questi ragazzetti così, fino al mese scorso stavano a giocare a tennis nei loro completini bianchi, che a confronti i Finzi Contini erano dei simil proletati. Ma eccoteli qui che adesso cantano della vita dura, di quanto è difficile arrivare a fine mese, delle ragazze che sono tutte cagne...ma secondo te quanti anni hanno?
-Pochi?
-Esatto! Pochissimi! E la cosa divertente che le ragazze alle quali danno delle cagne sono le stesse che gli vanno dietro dietro a dire quanto sono bravi. Non ti sale la nausea?
-...
-Perché poi ci sono le ragazze.Ed anche lì è una valle di lacrime. Ragazzette brave a niente che "voi non mi capite, mi capiscono solo su Tumblr". Embè, allora. Ragazze che mettono come città nella quale vivono New York, Parigi, ma che quando hanno avuto la possibilità di andarsene dalla provincia, che hanno fatto? Che hanno fatto? Sono rimaste a casa, perché tra il dire ed il fare c'è di mezzo Tumblr. E adesso ogni sabato sera della loro vita vanno negli stessi locali, con le stesse persone e con la stessa musica di merda.
-...
-E tutto quello che mi viene da dire, vedendo queste cose è che un bagno di realtà se lo devono fare ste persone. Ma un bagno serio.
-Finito?
-Si.
-Camomilla?
-Si, grazie.




mi sono rotto il cazzo delle signorine che vogliono fare un sacco di cose 
ma non ne sono in grado e se ne accorgono tardi 
e allora 800 euro per la reflex, 200 per yoga e 300 per i peli del culo e 600 d'affitto 
per emanciparsi 


                                                         Midori

lunedì 10 giugno 2013

Menti provate e contorte

Ho sognato che partorivo.
Ero a casa mia, nel lettone dei miei, vestita di bianco tra delle lenzuola bianche e in una luce bianca. Sola, con una levatrice, ostetrica. E partorivo.
Che cosa non lo so.
Ma dev'essere andato bene, visto che il MioUomo era tutto contento, e Midori e Dude e Amando mi venivano a trovare tutti sorridenti.
Ma la cosa che mi stupiva di più e che continuavo a ripetere a tutti era che ero felice, e non avevo sentito dolore. Proprio niente. Semplicemente, partorivo. Senza dolore.

Poi mi sono svegliata, e sono andata a fare l'esame.
E meno male è stato come partorire nel sogno: felice e indolore.

Alex V

sabato 8 giugno 2013

Ricapitolando

Sì, è un po' che non mi faccio vedere in giro: è che faccio vita da reclusa, al massimo vado dall'altra parte della città a ripassare con la mia nuova amica e collega o sto sui libri fino alle 2 (di notte) dal MioUomo che intanto studia fisica dei plasmi (o qualcosa del genere, non ho mai ben capito...). Quindi non ho molto da dire, a parte che ieri ho studiato qualcosa come 11 ore.
Sono super focalizzata, la sessione è arrivata anche per me. 
In realtà no, non solo sessione, stasera è sabato e faccio festa.
Soprattutto, ho scoperto una nuova serie televisiva per cui è già partita l'addiction...ehhhhh sì, è  arrivato anche per me il tempo di Doctor Who.

Della serie: come se già The Big Bang Theory, Grey's Anatomy, Scrubs e Game of thrones non bastassero! 
Capitemi, è che è il momento dei finali di stagione.
E poi visto che a 11 anni non mi è arrivata la letterina di ammissione a Hogwarts, posso sempre sperare che arrivi lui, The Doctor, a portarmi via da questa valle di lacrime esami.
Sono giovane, carina, e anche io ho vinto una medaglia di bronzo ai giochi della gioventù: un paio di viaggetti qua e là nel tempo me li farei volentieri.
Mentre aspetto, continuo a studiare. Almeno sembra che sia arrivato il caldo.
Fantastic.

Alex V

martedì 4 giugno 2013

Goal

Una ragazza, ferma sul marciapiede. Sorride. Sulle spalle uno zaino Eastpack. Nello zaino un libretto. Sul libretto tutti gli esami di una laurea triennale. Gli ultimi due con la data di quello stesso giorno.
Una macchina accosta, la ragazza sale, e ride e canta con l'amica che è venuta a prenderla. Più tardi la ragazza organizza un aperitivo con questa amica ed i due coinquilini, provando infruttuosamente a contattare un'altra amica (irrintracciabile, come sempre).
La sera a letto, la ragazza sorride ancora. E credo si addormenti così.

Alla fine ce l'ho fatta. Vi ho ammorbato da ottobre, ma eccoci qui, gli esami finiti, la tesi work in progress.
Alla fine è vero.
Midori si laurea a luglio.

I festeggiamenti, per lo meno quelli per la fine degli esami sono già iniziati. Oltre allo chicchissimo aperitivo (sic) nel quale ho stappato un prosecchino in offerta a 3.99€, brindando col tè freddo (perché l'antibiotico non perdona), mercoledì si prospetta una giornata da Zzia e sabato...beh, sabato girls night out, io, Zzia e Judoka. Lasceremo che la vita notturna romana ci inghiotta e pace. Ci si rivede domenica mattina in un bellissimo hang over condiviso.

Quando ho stappato la bottiglia, al momento del brindisi, hanno voluto un discorso (prendendomi palesemente in giro). Eppure io il discorso l'ho fatto, perché ogni tanto divento sentimentale:
"Grazie di essere qui accorsi. E adesso brevemente, vi dico solo che se esistesse una figura di testimone di laurea, voi e Zzia, la grande assente, sareste i miei.". E poi basta, che altrimenti ci si alzava la glicemia in una maniera mortale.

Mi fa strano pernsare che una fase della mia vita si sta per concludere. Mi fa ridere il fatto che ogni esame sia come il primo.

I primi esami della mia vita sono stati quelli della primina e quelli di inglese. Dai sei anni almeno un esame all'anno (Mutti era una madre tigre da prima del boom dell'omonimo libro. Una madre tigre hipster, quindi).
Ogni volta, da quando ho sei anni aspetto davanti alla porta della stanza nella quale si terrà l'esame, le emozioni e le risposte fisiologiche ed ormonali sono le stesse.
Prima l'ansia, un'ansia terribile, che sale dallo stomaco ed arriva alla gola. L'adrenalina che sale e poi, di colpo, il nulla. Il vuoto, dentro il quale mi muovo, la schiena perfettamente dritta, a voce all'improvviso calma.

Anche ieri è andata così. E così sempre andrà.

                                          Midori