giovedì 27 giugno 2013

C'erano 3 giapponesi e un gruppo di coreani

Termini, ore 06:58 a.m.:affollata e assolata.
Il mio treno almeno è semivuoto: c'è solo una comitiva di coreani che mangiano a tutto spiano panini del McDonald, ne finiscono uno e ne aprono un altro,a ripetizione. Sono così stordita dal sonno comunque che non realizzo (ma che cazzo si magnano quelli a colazione???) e piombo in uno stato a metà tra la veglia e il sonno (leggasi "mi siedo e il rincoglionimento mattutino non passa, anzi, semmai, peggiora").
Più in là, verso Pisa, sale una coppia di giapponesi con figlio lattante al seguito, e si piazzano nei posti davanti ai miei. Sono chiaramente giapponesi e non cinesi o coreani, e lui ha chiaramente la faccia bidimensionale. Questo lo posso capire ancora, nonostante sia stordita dal sonno.
Parlottano. Lei chiude il passeggino o quello che è e va a metterlo in fondo al vagone.
-Reggi il pupo
Lui rimane lì, incastrato tra il tavolino e il posto, in piedi, con il lattante in braccio, che lo guarda come se volesse dire "embè, adesso che si fa".
Lui è visibilmente imbarazzato. A un certo punto inizia a fare pat-pat sulla testolina del neonato, che prima probabilmente si chiede "ma che sta facendo questo qua", e poi saggiamente scoppia in un pianto disperato. Sì, vuole decisamente la mamma. 
Questa arriva, lo calma e poi sibila al marito:
-Sei un deficiente!
O qualcosa del genere. Ma ci sono dinamiche così universali che anche una lingua completamente diversa dalla nostra non può dissimulare.
Il tutto è durato più o meno 50 secondi. Uno spasso che mi ha svegliato.
Vabbè, tanto dovevo scendere.
Chissà dove se ne vanno però, un gruppo di coreani e 3 giapponesi, su un treno diretto a genova, di mercoledì mattina, e senza valigie!

Alex V

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