martedì 30 aprile 2013

Midori zitella- pt.3

Gelato con AlexV e Judoka. 
Passa una macchina di coattoni rari, musica tunz tunz a palla, gomito fuori dal finestrino, canotta e braccio pompato, con tatuaggi vari.

-Certe cose solo vicino a casa vostra.
-Se se, adesso Judoka ricominci sulla zona più bella, se la tua o la nostra...
-Eh, ma erano coatti rari...
-E su questo nulla da dire.
-Che poi io alla fine ne conosco di gente di queste parti... tipo c'è un mio amico il cuiu padre ha fatto i soldi con la mafia per la costruzione delle palazzine che vedete.
-Cazzo di gente conosci?
-Eh col judo. Un po' di tutto. Non puoi capire il grezzume quando sono andata al suo compleanno il mese scorso.
-Judoka, ma se il compleanno era il suo, non era quello che volevi presentare a Midori?
-Eh, lui.
-Cazzo, che stima che hai di me per presentarmi certi soggetti.
-Guarda che aveva un senso logico.
-Ovvero?
-Allora, tu sei strana quando conosci la gente, no? E hai delle uscite molto particolari.
-E quindi?
-E niente, lui di solito è così fatto o ubriaco alle feste che non ci avrebbe fatto caso!
-Judoka, sei un genio! Abbiamo risolto i problemi di Midori!
-Vi state rendendo conto che mi state dicendo che io posso interessare solo a qualcuno con le facoltà psichiche alterate?
-Ma mica per piacere, solo per conoscere, per rompere il ghiaccio.
-Io non ho parole. Ma veramente. 

                                                                                   Una Midori sempre più sconvolta

lunedì 29 aprile 2013

Il mondo sottosopra

Una volta un tipo mi ha detto che di fronte a una porta chiusa, prima si bussa, poi si bussa di nuovo, ma alla terza volta si entra,perché tanto nessuno ci dirà "avanti".
Nella fattispecie, si riferiva alla vita da studente di medicina, ma penso che si possa estendere un po' a tutti i campi; comunque, per medicina, funziona.
Anche quando dicono "Oggi non ce la facciamo a farvi visitare i pazienti, abbiamo un po' da fare, quindi scegliete: o tornate un'altra volta, o non tornate, oppure fate un po' vita di reparto vera: guardate quello che facciamo noi", scegli sempre di rimanere, e di rompere i coglioni. Male non te ne può venire: alla fine qualcosa da vedere si trova sempre, e c'è comunque da imparare, ché tra teoria e pratica c'è sempre un abisso.
E domandare, ché da studenti non c'è niente da perdere.

Tanto la figura di merda è dietro l'angolo comunque, perché che vogliamo saperne noi, alla fine della fiera?

Quindi la mia politica di tirocinante è spaccare i coglioni assillare il tutor. Che di solito è un povero specializzando che in quel momento, lo so, vorrebbe essere a compilare le cartelle piuttosto che sobbarcarsi di un gruppo di poppanti come noi. Invece no. Poi non è vero, eh, la maggior parte degli specializzandi sono simpatici e disponibili. 

Comunque la nuda e cruda realtà dei fatti di cui devo prendere atto è questa:

gli specializzandi nel grande ciclo della vita dell'ospedale sono gli "schiavi", e noi, studenti innocenti, dunque, ANELIAMO a essere al posto loro. Perché un giorno saremo noi al loro posto. E tutto si ripete. 

Quindi NIENTE PANICO e passatemi il fonendo.

Come diceva quel tale: No pain, no gain.

Alex V

sabato 27 aprile 2013

Pensieri e parole

io penso a scacchi ragazza mia
tu ancora a dama

Questa frase me l'ha detta Panda l'altro giorno in una conversazione su fb. Non mi ricordo perché e per come (anzi, probabilmente l'ha buttata lì un po' a caso, per fare scena), ma mi è piaciuta un sacco, e quindi l'ho scritta un po' ovunque.

E nulla, mi piaceva condividerla anche qui (ché sai mai è tratta da un libro e io non lo so!) anche perché è il 1000esimo post, e avevo bisogno di una frase a effetto per celebrare il momento.

Alex V

venerdì 26 aprile 2013

Gru e relazioni

A tutti prima o poi capita nella vita. 
Succede come nella fiaba giapponese della moglie gru.

Sentendomi molto Carrie Bradshaw mi ritrovo a scrivere di sera, sigaretta in una mano, un bicchiere di succo di frutta nell'altra (che un Cosmopolitan non me lo posso fare adesso). 

Comunque, dicevo, prima o poi capita a tutti nella vita. Investire tanto in una storia, su una persona. Perché la si ama, e la si ama tanto. Non sono l'unica a cui è successo, è matematico, nella vita prima o poi succede a tutti. Anche a persone insospettabili.
"Stiamo così bene insieme, perché dobbiamo litigare per questa cavolata?". E giù a fare il primo passo, ad ingoiare rospi, Nel 90% l'altro (o l'altra, perché quando dico che capita a tutti, parlo anche dei maschietti) ci marcia e non farà mai quel passo, in nessun caso. 
"Abbiamo litigato, mi ha trattato malissimo, anzi direi umiliato, però dai, alla fine è una tantum, mi ha detto che cambierà". E l'altro, l'altra non cambiano, mai. Ma è una storia nella quale si è deciso di investire, quindi via, ci si sacrifica, ci si spiuma a sangue. Dall'altro lato solo avidità, perché a tanti va bene finire per avere sempre ragione.
Ma alla fine arriva un punto in cui ci si rende conto che così non va. Che la storia nella quale si era investito non era questa. Che la persona che si è tanto brigato per tenere con noi non è quello che quando si litiga non richiama mai, tanto lo fa l'altro. 

Sono le piccole cose che fanno scattare.
Un messaggio troppo telegrafico.
Il rumore ossessivo di un pacchetto di gomme che viene aperto.
Un tono di voce troppo alto.

"Ma io con questo che ci sto a fare ancora?".

In quasi tutti i casi, quando si lascia, si è ancora innamorati. Nella prima settimana pianti, ma pianti seri. "Perché senza l'altro non ci so stare".

Tutto sta nel riprendersi e rendersi conto che si sopravvive. 
All'altro rimarranno le mani piene di piume, mentre la gru vola via.

                                                                                                    Midori

Pensieri in libertà

Mi sembrava di avere un sacco di cose da raccontare, ma adesso me le sono dimenticate: i punti salienti sono che nessuno è tornato a casa perché abbiamo tutti un sacco da fare, e quindi ci siamo sfogati gettandoci sul cibo. Per l'esattezza, amatriciana, amatriciana come se non ci fosse un domani.
Poco importa se poi l'unica cose che si riesce a fare è dormire senza prendere neanche un po' di sole perché, se è vero che il cibo è buono, il tempo fa schifo.

Ah, finalmente sono riuscita a vedere La Compagnia dell'Anello senza addormentarmi: per qualche oscura ragione, la trilogia del Signore degli Anelli è sempre stata meglio di un sonnifero, sia come libro che come film: non lo reggo, solitamente al compleanno di Bilbo Baggins già ronfo!
Ma stavolta era la volta buona: complice il MioUomo che mi scuoteva quando ero lì lì per crollare e mi esortava con frasi tipo "ancora 20 min, dai, poi finisce, ancora 20 min" -l'avrà ripetuto qualcosa come 10 volte nel corso del film- (neanche gli specializzandi di pneumologia che fanno fare il test del cammino alle vecchiette sono così assillanti), ma soprattutto grazie ai 3 caffè che mi ha offerto a scadenze variabili di 30-40 min, l'ho visto tutto.

Emozioni e sensazioni: mmm sì, caruccio. Quello che mi ha colpito di più è stata la capacità di Frodo di addormentarsi e dormire in qualsiasi situazione. Già. 

Adesso mi toccano gli altri due. Ahia.

Alex V

lunedì 22 aprile 2013

Il fantasma della primavera passata

Io per te avrei dato tutto, o meglio, avrei mollato tutto, e tutti.
Io per te avrei cambiato me stessa; mi correggo, avrei mutilato me stessa.
Mi sarei stracciata le vesti per dimostrarti quanto poco appartenevo a quel mondo "borghese", da te amato e disprezzato al tempo stesso.
Più di una volta mi hai obbligato a tagliarmi le ali. 
E' come se la nostra relazione fosse stata una continua sottrazione: invece di moltiplicare le cose belle di noi, era un continuo togliere, togliere, togliere. Mai aggiungere, o almeno dividere.
Ora che ci penso, non sapevo che tu fossi un tale appassionato di minimalismo, ma probabilmente non te n'eri mai accorto neanche tu.
La nostra fortuna, o sfortuna, è stata partire da qualcosa di veramente molto bello e ricco, tant'è che ce n'è voluto, di tempo, prima di arrivare all'osso.

Se penso alla nostra relazione, ci penso con regret, e lo dico all'inglese solo perché il suono mi dà l'idea di qualcosa che gratta da dentro, una morsa, sempre più gentile nel tempo, ma sempre morsa è.  
Per chi mi conosce, il mio affetto per te è per certi versi incomprensibile: io lo so che eravamo arrivati a un punto in cui non poteva venirne fuori niente di buono, nemmeno se avessi rinnegato tutta me stessa (cosa che avrebbe anche potuto avere un senso in un romanzo francese dell'ottocento, ma la vita non è esattamente un romanzo francese dell'ottocento, e anche l'annullarsi nell'amore o nel presunto tale è qualcosa di estremamente sorpassato), eppure...noi lo sappiamo.
Io ricordo. Tu ricordi. Ognuno dal suo punto di vista, che vede il colpevole nell'altro. Almeno per te. Io per me so bene le mie colpe, e non le nego. Però i momenti da tragedia romantica li ricordo con distacco, come una vecchia parte recitata.

Come ogni coppia, abbiamo creduto, e ancora crediamo, di essere qualcosa di unico e irripetibile. Sì e no.
Io non rimpiango te, rimpiango quello che abbiamo avuto. Anzi, rimpiango il tempo in cui lo abbiamo avuto. Perché sono passati quanti, 4, 5, 10, 100 anni?
Non lo so più, ma mi sembra lo stesso così lontano.

Quasi vorrei che tu leggessi queste parole: forse mi daresti ragione, forse negheresti tutto. Più probabile che tu mi dica di lasciarti in pace, una volta per tutte. Come succede sempre, anche quando mi cerchi tu.
Perché sei ancora bloccato a quei pomeriggi di primavera di mille anni fa, quando venivi a prendermi in moto, e andavamo al mare, e i problemi erano lontani, perché c'era il sole, ed eravamo innamorati e l'inverno era ancora lontano.

Io invece sono seduta in una stanza in affitto a Roma, a vivere una nuova primavera, che sa sempre più d'estate ormai.

O magari mi sbaglio, e allora la prossima volta che ci becchiamo mi offri qualcosa da bere. 

Del resto, le abitudini son dure a morire.
Buon compleanno.





domenica 21 aprile 2013

Week end di clausura

Chiedo perdono per la latitanza, ma questo week-end, complice provvidenziale sciopero dell'Atac venerdì, è stato interamente devoluto a lei, che mi aspettava al varco. La Tesi. Il momento prima o poi doveva arrivare. Il mio relatore stava già cominciando ad avviare le pratiche per dichiararmi dispersa e procedere poi con la dichiarazione di morte. O almeno così credevo.
In realtà ho scoperto che io ed il mio relatore siamo sulla stessa lunghezza d'onda. abbiamo tutti e due la testa tra le nuvole.
Che non dico sia una cosa brutta, per carità, ma rendiamoci conto che in una collaborazione di questo tipo almeno uno dei due deve essere una persona adulta, matura e responsabile. E lui è quello che si è dimenticato che doveva farmi l'esame. E poi se la taja, se la taja tantissimo. Lui ride, si fa certe risatone che veramente, professore, mi insegni. Mentre mi teneva il corso al primo semestre sembrava invecchiare di lezione in lezione. Finite le lezioni, puf, è ringiovanito di botto. 

A ogni ricevimento è disponibilissimo, mi manda un sacco di articoli che possono essermi utili. Solo che me li manda tipo quattro volte. Perché ovviamente si dimentica di avermeli già mandati. Oppure mi ha prestato un libro. Quando gliel'ho restituito l'ha guardato stupito. Si era dimenticato di avermelo prestato. Anche nella gestione del lavoro della tesi è molto sciallo. Quando piena di dubbi prima di cominciare a scrivere sono andata ad aprirgli il mio cuore, per poco non mi diceva "Fai come c***o ti pare". Ma lui ha questo aplomb inglese, non l'avrebbe detto mai.

Così venerdì mi sono trasferita armi e bagagli dalla Bitchy, al piano di sotto. Lo so, lo so. Qualche mese fa mi sarei sbellicata alla sola idea. Sembrava impossibile. E invece. Io e la Bitchy siamo entrambe alle prese con la tesi. la sua connessione internet basta appena per supportare Spotify. Abbiamo iniziato venerdì mattina, con brevi pause solo per i pasti, per Amici Miei-Atto II, per Il Laureato ieri sera. Sono tornata a casa solo per dormire. AlexV, La Bedda ed altri vari ci raggiungevano per i film. O li raggiungevamo noi per il caffè.

Salvare, salvare ogni 5 minuti. Adesso mi è venuta anche la psicosi del "E se adesso si dovesse cancellare tutto?". 
Ho scritto, ho scritto, ho scritto.
E poi alle 17.00 ho salvato per l'ultima volta.
I primi due capitoli, pronti.
L'ho fatta vedere ad Amando.
-Ma la bibliografia nelle note è fatta benissimo!

Ci credo che è fatta benissimo, In seconda elementare le altre bambine alla fine delle ricerche facevano i disegnini, mia madre mi faceva mettere la bibliografia. Sono traumi.

Emersa dal tunnel volevo solo dormire. Ma ho lavato a mano anche il mondo. Finito questo mi sono lavata i capelli. E adesso penso andrò a dormire il sonno dei giusti.

                                                                                                                    Midori

sabato 20 aprile 2013

Epica politica


Precisamente tra 19 anni i politici si riuniranno 
con molto affanno:
di tempo per agire ne avrai a iosa,
sguinzaglia Gasparri e la tua banda mostruosa!
Poi Bersani, un dì fiero -ma quando?-
ancora cadrà
perché Grillo in un sol boccone 
se lo mangerà!
-Sììììì: Berlusconi regna!-
Un piccolo monito giunge infine:
se Renzi combatte per te sarà 
la fine!

Alex V



venerdì 19 aprile 2013

E poi ci troveremo come le star

Non so che sia successo sta settimana: forse c'era il "Ritrova i vecchi compagni di classe-Day", ma insomma, dopo Vogon, sono stata contattata dalla mia amica NomeCognome che sta cimentando nella titanica impresa di organizzare la cena di classe.

E noi, a tre anni dalla maturità, non abbiamo mai organizzato una cena di classe.
So che può sembrare blasfemo, ma eravamo una classe unita solo finché si trattava di copiare i compiti -in classe- da me. Andava bene così, gli equilibri funzionavano, come anche i vari patti di non belligeranza. 
Dopo il liceo, chi era amico ha continuato a frequentarsi, chi si sta simpatico ogni tanto si scrive su facebook, e a tutti gli altri si augurano tante belle cose.
E così pensavo sarebbe continuata. Anzi, avevo già scritto un bell'epilogo a proposito.

Però quando NomeCognome mi ha proposto la cena, la cosa, devo dire, mi ha stuzzicato non poco: rivedersi, tutti, stile "e poi ci troveremo come nel bar", vedere quanto le facce siano cambiate, quanto in fondo siamo tutti rimasti uguali...Sì, se fanno una cena di classe, mi va di esserci. Non tanto perché dobbiamo essere tutti amici, quanto perché anche io facevo parte della classe. Quindi insomma, ci voglio essere. 
Vabbè, è vero che c'è gente che non si parla da prima di allora, ma sarebbe anche il caso magari di mettere tutto da parte e dirsi quanto meno Buonasera, o no?
Magari un sorriso potremmo pure farcelo, alla fine ci siamo trovati a rovinarci condividere quei 5 anni sui banchi, qualcuno ha pure nostalgia (non io).
Alla fine sono combattuta tra l'orgoglio che mi dice di strabattermene di tutto e di tutti, e la curiosità di partecipare: cosa possa venirne fuori di buono non lo so, ma magari mi tolgo anche due sassolini dalla scarpa. Il tutto con il sorriso sulle labbra, ovviamente, ché se mi devo fare il sangue marcio non mi muovo dalla capitale.

Sono positiva, e matura: appianerò le tensioni, farò le congratulazioni ai laureandi, e dimenticherò per una sera almeno i vecchi rancori. Se si farà, ci voglio essere. Se non altro per vedere se gli altri sono disposti a fare lo stesso.

Alex V



giovedì 18 aprile 2013

Antigone- la storia non finisce

Una delle mie passioni sono le grandi tragedie greche, ma questo l'ho detto più volte. Anzi, l'ho detto così tante volte che il MioUomo ha deciso una volta per tutte di regalarmi un biglietto per andare a vedere l'Antigone al Teatro Eliseo. In realtà, quello che lui non poteva sapere (ma io sì) era che lo spettacolo in questione non è l'Antigone di Sofocle, ma una rielaborazione di Valeria Pannella, versione che ha debuttato questo settembre, a Napoli mi sembra. Poco male, purché di Antigone si parli.

I fatti di fondo sono gli stessi: il corpo di Polinice da seppellire, Creonte che lo vieta, Antigone che si ribella alla legge degli uomini per seguire la legge della pietas, la legge del cuore, lo scontro, "anche se sei mia nipote e l'innamorata di mio figlio la legge non può cambiare", la prigione, l'intervento di Tiresia, il corifeo e la corifea spaesatoi (di chi porto la voce, se sono solo? Solo di te stesso), e infine il suicidio. Quello che cambia in questa versione, quello che fa la differenza tra l'antico e il moderno, è che Polinice non è morto sul campo di battaglia: si è spezzato l'osso del collo,e da 13 anni giace immobile in un letto, senza parlare, senza mangiare, senza respirare se non con l'ausilio delle macchine perennemente in attività. Creonte ha vietato che sia altrimenti. Ma Antigone non ci sta: la vita è un soffio che esce, non uno che entra. 
90 minuti ininterrotti di sola emozione, tra l'altro mi sarei aspettata di tutto ma non l'espediente della regia mi ha davvero colpito, che è stato azzeccatissimo: scelta di far recitare gli attori sul palco, ma dietro una sorta di "schermo", su cui all'occorrenza vengono proiettati in primo piano i volti degli attori, e a ogni cambio d'azione alcune frasi a effetto prese dal testo. Insomma, sono proprio contenta. Il teatro mi manca molto, sia vederlo che farlo, e uno spettacolo così fa sentire la nostalgia ancora di più.

Al MioUomo non è piaciuto, perché non gli piacciono le tragedie. Ma in alcuni punti c'era un'ironia sottile, senza contare "il lato comico" del tutto, rappresentato -egregiamente- dalla guardia. E poi avrebbe apprezzato più una posizione più moderata, da parte di Antigone come di Creonte. 

Scusa, ma così non c'è lo scontro, c'è solo conciliazione, e se c'è solo conciliazione allo spettatore non è richiesto lo sforzo del farsi delle domande e di pensare, e magari di prendere una posizione. Che poi è il compito per cui il teatro esiste ancora, nonostante la televisione e i dibattiti e il politically correct. 

Quando al legislatore manca la ragione, è il popolo che deve tornare a ragionare

Alex V

Antigone- behind the scenes

A che ora partiamo, se dobbiamo essere a teatro alle 9 meno un quarto?
Mah, non so, alle 8...8.15, tanto prendiamo la metro, no?
No, a quell'ora è troppo tardi: usciamo alle 7.45.
Mmm...va bene...

Ovviamente non va bene, se dici che usciamo alle 7.45 e il MioUomo riesce a essere in ritardo di 10 minuti. E poi inizia a lamentarsi che non ce la faremo mai a essere in tempo.

Io non mi sto lamentando,sto solo dicendo che oggettivamente non ce la possiamo fare a essere in orario, ecco tutto...
Certo, che se tu muovessi il culo e risparmiassi fiato, forse potremmo guadagnare tempo prezioso...
Guarda che non ce la facciamo, ci serve mezz'ora solo per arrivare...
A parte che ci servono 20 minuti, e poi 5 per arrivare al teatro da Repubblica...
Servono 20 minuti, se non di più...
Te ne accordo al massimo dieci: appena usciti dalla metro dobbiamo volare!

Erano le 20.07.
Se alle 20.30 avete visto una scheggia di rosso vestita e con il tacco 12 sfrecciare a tutta velocità per Via Nazionale, con dietro un tipo in camicia tutto trafelato che arrancava, beh, è probabile che abbiate visto me e il MioUomo che andavamo spediti verso il Teatro Eliseo.
A qualunque costo: se io dico che saremo in tempo, allora saremo in tempo.
E infatti alle 20.37 eravamo fuori dal teatro. 
Se dico che ce la facciamo, ce la facciamo. E chi dice il contrario, o è uno scansafatiche, o è un sabotatore: ma con me, non la passa liscia, no, no, no.

Oh, ma al ritorno andiamo piano, eh però, che fretta non ce n'è...

Alex V

PS: eh sì, ogni tanto una seratina mondana me la concedo...magari tutte le volte fosse a teatro! 

mercoledì 17 aprile 2013

Sad eyes e sere di niente

E ci sono quelle sere che non sanno né di carne, né di pesce, in cui vorresti arrivasse un cambiamento di quelli epocali, qualcuno che rovesciasse tutti i tuoi tavoli e le tue scrivanie, facendo uscire i sogni dal cassetto e facendoli rotolare per il pavimento della stanza.
Sere in cui l'unica cosa che voglio è un abbraccio, ma un abbraccio non da amici, ma da qualcuno con cui condividere qualcosa in più. Qualcuno con cui condividere altro, condividere un mondo, un futuro.

E non importa se oggi pomeriggio avevo solo voglia di insultare gente, così, in maniera random, perché forse sono una brutta persona, o forse no. Quello che importa è che stasera, anche se Amando è nella stanza accanto, anche se ieri ho dormito da Judoka e ci siamo rilassate con Game of Thrones e noodles, anche se tra poco mi andrò a vedere un film con la Bitchy, anche se ho una nuova foto con Zzia e Judoka, una foto così bella che ti scalda il cuore, anche se tutte queste belle cose esistono, tutte queste belle persone che mi vogliono bene sono al mio fianco, ecco, mi sento sola sulla faccia della terra.

Dopo aver fumato in cortile con Watusso, l'unica è accendermi una sigaretta qua in stanza, alla finestra.
Lascio cantare il mio Bruce in sottofondo, mentre dal computer arrivano notizie di un'Italia alla deriva, di un mondo dove bombe esplodono all'est ed all'ovest. Ma io sono una piccola cosina sola sulla superficie nera della terra, mi disinteresso di tutto. Mi prendo una mezz'oretta per piangere, perché ogni tanto fa bene ed è tanto che non spremo due lacrime. Ma le lacrime non scendono, né per i miei piccoli problemi, né per i mali del mondo.

Nel frattempo la sigaretta è finita, mi guardo per un attimo nel riflesso della finestra.

Noi esseri umani siamo veramente piccola cosa.

                                                                                                                               Midori

martedì 16 aprile 2013

Messaggio ricevuto

I Vogon sono una delle razze più sgradevoli della galassia; non sono cattivi ma insensibili burocrati zelanti con un pessimo carattere, sì. Non alzerebbero un dito per salvare la propria nonna dalla vorace bestia Bugblatteral di Traal senza un ordine in triplice copia spedito, ricevuto, verificato, smarrito, ritrovato, soggetto a inchiesta ufficiale, smarrito di nuovo ed infine sepolto nella torba per tre mesi e riciclato come cubetti accendifuoco. Sono belli come un pugno in un occhio, e la loro poesia è una delle peggiori dell'universo: l'ascolto può provocare danni mentali e fisici.
voce sui Vogon della Guida Galattica  (cito a memoria)

Io ho conosciuto un Vogon: è stato al liceo con me, ma siccome scriveva "rincuorare" con la "q" è stato presto bocciato (all'epoca non aveva ancora velleità poetiche, quindi non ricorreva ancora alla scusa "è una licenza poetica"). Era un tipo così viscido che provocava l'orticaria a distanza, e nessuno ne ha sentito la mancanza.
Ovviamente, grazie ai vari social, era improbabile che non ci ritrovasse tutti. E così, Vogon iniziò ostinatamente a mandarmi messaggi viscidi e untuosi,possibilmente in inglese maccheronico (e facendo un uso smodato quanto palese di google translate) con in allegato le sue poesie (no, quelle erano in italiano...più o meno). Lo fai una volta, lo fai due volte, alla terza volta (dopo che hai anche iniziato una campagna di guerra mettendo mi piace a tutte le mie foto) io ti blocco, e non se ne parli più.
Questo accadeva 2 anni fa. 
Ieri mi arriva una mail, la apro; è Vogon.
3 sole parole, un solo, strappalacrime, concetto:

You've been... desappointing

In ogni caso, dopo la ridarella che ha contagiato anche Midori e Watusso,ho deciso di resistere alla tentazione di correggerlo. 

Ah, che brutti scherzi che tira l'ubris.

Alex V



lunedì 15 aprile 2013

Vedi Napoli e poi muori

Cosa c'è di meglio di una bella gita a Napoli per spezzare la fatica di una settimana universitaria? Tanto più che lo si decide all'ultimo momento e siamo ospiti a casa di Dude. E allora tutti pronti via, alla volta di Napoli e dintorni.
-Ma cosa sei, un segnale luminoso "Turisti in visita"? Ma non lo vedi che con quella giacca arancione c'hai scritto in faccia che non sei di qui?
E poi non penserai mica di portarti il portafoglio in borsa? Io non ho mai visto uno scippo, magari questa è la volta buona...Ma lo sai che Napoli è l'unico posto al mondo dove ancora ho visto vendere sigarette di contrabbando per le strade?
Viste queste rassicurazioni, mi libero di tutto il superfluo e, maglietta bianca e in borsa solo fazzoletti, mi preparo al grand tour, caffè in una mano e sfogliatella nell'altra. Per fortuna, al fianco di Dude terrorizzatore e del MioUomo Principessa sul Pisello c'erano anche Midori e tutta l'allegra brigata, sennò girare solo con loro 2 sarebbe stato come girare con una fidanzata mestruata e la sua migliore amica (mestruata anch'essa). A difesa del genere femminile, posso solo dire che almeno noi abbiamo la scusante del ciclo, loro invece erano isterici a gratis! Questa allegra formazione ci ha visto scorrazzare per la città tutto il giorno.
la fermata metro Toledo: un motivo più che valido per
prendere la metro (anche se non se ne ha bisogno)

Scorrazzare non è il termine giusto: la nostra visita aveva un fine più culinario che culturale, quindi ci siamo limitati a rotolare da un posto all'altro, pronti a mangiare come se non ci fosse un domani. La frittatina di maccheroni da Luisa, una bella pizza al Trianon, pastiera e ministeriale da Scaturchio, caffè al Gambrinus, con Dude che faceva gli onori di casa, da bravo figlio di napoletani. Ci siamo pure beccati gli allenamenti delle barche a vela per la Coppa America, e tutti i napulicchi a prendere il sole, tiè!




perché prendere una pizza tanto elaborata quando puoi avere
la più buona margherita (con la bufala) del mondo?

E la mia giacca arancione da turista è stata così apprezzata che a San Gregorio Armeno un artigiano mi ha regalato un cornetto portafortuna; ho anche rischiato che Dude mi vendesse in cambio di un angelo da presepe, ma questa è un'altra storia ("mi sarei accontentato anche di un pastorello"). Com'è un'altra storia quella delle tre in motorino senza casco e con i leggins leopardati, che costituiscono il vero capo d'imputazione. Insomma, le storie che girano su Napoli sono vere. Com'è anche vero che nessuno mi ha scippato, e che la gente ti sorride, e se ti vede in difficoltà dà indicazioni senza che tu le chieda, e evita di farti fare giri peschi per arrivare dove vuoi arrivare. 

Insomma, è proprio vero: vedi Napoli e poi muori. Perché con il sole, il caldo, la bellezza,l'allegria, c'era solo da mettersi su uno scoglio e morire lì, senza pensieri.

Sono tornata e voglio già ripartire. 


Alex V

sabato 13 aprile 2013

Vacanze romane (non nostre)

In origine doveva essere un brunch a Monti, con giro al mercatino vintage. Poi un brunch. Poi altro ancora.
La gente non dovrebbe far organizzare queste cose a me, Midori.  Alla fine l'ideona: pranzo a palazzo Incontri. Anche perché di un incontro si trattava: bloggers meet blogger (e sorella).

Ommioddio e se non gli piacciamo?
Smettila di farti 'ste pippe mentali e aiutami a decidere cosa mettereeee!!

Domenica, dopo spasmodica attesa, nevrosi da primo appuntamento e grandi aspettative, eccoci davanti a Montecitorio a svelare il nostro anonimato a Raffy. Dopo un iniziale momento di spaesamento ("Siamo sotto l'obelisco, mia sorella ha una pecora addosso"), eccoci lì.

Scena in bianco e nero, no, meglio seppia (tipo pubblicità insopportabile): la folla, noi che ci giriamo a destra e sinistra al rallenty, i capelli ondeggiano al vento...ECCOLO! La corsa tra la folla che ci divide, il tempo ricomincia a scorrere e in testa un solo pensiero:

Come si interagisce con una persona che conosci ma solo attraverso uno schermo?  
In maniera imbarazzata, all'inizio. Inizio durato appena 5 minuti.

Raffy e la V. sono meravigliosi.Sottolineiamo il concetto ma non diciamo di più perché scadremmo nella smielosità più totale.

E poi il mondo è piccolo.

-No perché Midori, tu che sei della zona, la conosci questa qui che fa i video con gli outfit su youtube?
-No, aspè, quella  di ***?
-Si, lei! Andava al liceo, ma non nella stessa classe con una mia compagna di università!
-Veniva in classe con me!
-No!
-Si!
-Troppo trash!
-Assolutamente!

Doveva essere un brunch e poi un rapido ritorno a studiare, e invece. Invece è stato amore. E un pomeriggio perfettamente bilanciato tra il culturale e il mondano, perché dopo un'allegra visita alla cripta dei frati cappuccini in Via Veneto (sì, quella interamente decorata con ossa umane...) che, non te lo fai un giretto a Monti per il mercatino?
Per concludere e scoprire che abitiamo a due passi da casa della sorella. 

Eh sì, il mondo è piccolo. 

Ma la gente che lo abita è meravigliosa.

                                                                                  Midori&AlexV







giovedì 11 aprile 2013

Mente e cuore

5 ragazze in camice bianco trotterellano per i corridoi di un reparto qualsiasi di un ospedale qualsiasi dietro a una sesta in camice verde, di quelli da sala operatoria. Entrano nelle varie stanze, ordinate come anatroccoli dietro mamma papera, e ascoltano e osservano tutto con attenzione, preparandosi a ripetere le varie manovre loro stesse, meticolosamente, una ad una, timidamente impacciate.
"Non abbiate paura, palpate, palpate! Imparate ad tastare le differenze tra normale e patologico! State tranquille:i pazienti non si rompono così"
Ormai hanno quasi finito l'ultimo paziente, ed è quasi sera; quando si toglieranno il camice torneranno con la mente alle sei ore di lezione del mattino,al pomeriggio in reparto, e penseranno che anche oggi non studieranno niente, perché dopo un'intera giornata in ospedale l'ultima cosa che vogliono è riaprire gli appunti e provare a studiare. Ma adesso hanno ancora il camice e il loro fonendo attorno al collo, e sono troppo concentrate a cercare il polso tibiale posteriore del vecchietto per curarsi di quello che faranno dopo, mentre aspettano la corriera per andare a casa.
Alla fine il polso lo trovano tutte, si può ringraziare il paziente per il disturbo.
Quello però non le lascia andare via: tira fuori dal cassetto un foglio per ognuna, e su quel foglio c'è una poesia.
"Questa è dedicata a tutte le donne, dovrebbero darvela i vostri fidanzati, ma non importa: ve la do io. Arrivederci!"

Alla fine, sono tornata a casa, e invece di studiare ho ritagliato il foglio con la poesia, me la sono rimirata,poi l'ho appesa sull'armadio.

Così, quando gli appunti mi guardano con aria accusatoria, posso sempre volgere lo sguardo a delle parole amiche, e riprendere con il solito tran tran.

la poesia che ci è stata regalata dal simpatico paziente-poeta


Alex V

Simpatici premi

Doppio Geffer ci ha nominate per un premio blogger, il primo da quando siamo tornate in sella :) ed ecco allora le regole:

Elencare sette proprie caratteristiche.

Premiare 15 blogger con meno di 200 follower.

Seguire il blog che ha premiato.

Allora, on y va a çommancer, scrisse Midori nel suo francese maccheronico.


  1. La capacità di perdere tempo a vuoto. Motivo per cui mi riduco sempre all'ultimo momento per tutto.
  2. Ho le dita dei piedi molto corte, stile porcellini. E l'alluce enorme. Non ho dei bei piedi. 
  3. So perché la statua del Mosè a San Pietro in Vincoli ha le corna e ne vado molto fiera.
  4. Sono allergica ai pollini di cipressi, graminacee e certamente qualche altra pianta che al momento mi sfugge.
  5. Ho la capacità di farmi dei filmini  mentali che a confronto Jd di Scrubs è un pivello. E si, mi piace l'Appletini.
  6. In questo periodo sto fumando troppo e vado avanti a caffè.
  7. Dubito che al mondo esista spettacolo più bello che quella sottile ascia arancione sotto le nuvole all'orizzonte, al tramonto.
Come hai detto? 7 caratteristiche? Sè, e ora chi le tira fuori 7 caratteristiche...

  1. Faccio molto caso agli odori, e mi affido al mio odorato sopraffino anche per "stilare" mentalmente una prima impressione di una persona o di un posto
  2. Periodicamente cambio la mia "fissa" di turno (che poi dalle mie parti si dice "la scimmia"): ho avuto la scimmia delle monetine, la scimmia dei cereali nel latte la mattina, la scimmia per gli ingegneri...no, questa non mi è ancora passata
  3. Ho un'altissima opinione di me stessa, ma riconosco che non è detto che gli altri debbano condividerla per forza a loro volta
  4. Posso ballare tutta la notte su un tacco 14 senza sentire il dolore (di solito poi passo la notte successiva con i piedi a mollo nell'acqua...)
  5. Non sono tagliata per i climi grigi e umidi (addio Londra, a mai più rivederci!)
  6. Leggo velocissimamente
  7. L'unica cosa che mi salva dal vomitare anche l'anima ogni volta che prendo un mezzo (pubblico o privato, autobus o treno) è la musica a volume improponibile nell'ipod. Oh, ho un sistema vestibolare molto delicato

Per quanto riguarda i blog: questo premio se lo meritano di diritto tutti i blogger che passano da qui, per il solo fatto di essere passati da qui. Quindi, sentitevi liberi di commentare, rispondere, leggere, premiare come meglio credete.


AlexV&Midori

Risvegli.

Non ogni rincoglionimento mattutino si assomiglia. L'epifania mi è arrivata stamani, mentre, convinta, usavo la schiuma per capelli al posto del deodorante. E no, non è la prima volta che mi succede.

C'è quel rincoglionimento appena svegli che è manifesto, anche l'ex dormiente ne è a conoscenza. L'occhietto è a mezz'asta, gli arti pesano quintali, a confronto un bradipo ha la mobilità e la velocità di un ghepardo. Si tratta del rincoglionimento che passa solo da una a due ore dopo la terza tazza di caffè. Il rincoglionimento di chi si è alzato perché doveva, se no avrebbe continuato per ore. Dai miei studi antropologici, direi che è il tipo di rinco da cui è afetto Orso.

Poi c'è il rincoglionimento da drama queen, chiaramente Amando. Consiste in una ventina di minuti a letto, in totale immobilità, fino a quando non sente voci in corridoio e comincia a miagolare reclamando attenzione. A questo punto gli occhi sono già aperti, la comprensione è un po' lenta, ma ogni scusa è buona per farsi coccolare. Ad un certo punto il soggetto abbandona le coltri e si attiva, molto lentamente ma in maniera perfettamente coerente.

In Lucia ho visto il rincoglionimento torvo. Fino a quando non ha eseguito la sua routine ti guarda male, ma male, tutta arruffata, tipo gufetto. Poi diventa affettuosa e normale, ma prima io la evito.

Il rincoglionimento fisso è abbastanza brutto. Il soggetto fa quello che deve fare, apparentemente sveglio, ma intervallato da pause di svariati minuti in cui fissa l'oggetto in questione. Oddio, fissa, in realtà sono delle vere e proprie ricadute di sonno ad occhi aperti. O quasi. Di solito è accompagnato dal ciuffo storto grazie al cuscino. 

Stamattina io invece ero un glorioso esempio di rincoglionimento attivo. Questa particolare categoria vede l'ex dormiente attivo, che fa tutto quello che deve fare, ma con danni considerevoli, frequenti vuoti di memoria e il soggetto che si stupisce di tutto questo. "Eppure sono sveglia!", pensavo, cercando la molla per legarmi i capelli, già legati con la suddetta molla. "Veramente non capisco!", togliendo la schiuma per i ricci da sotto le ascelle. "E dire che sono sveglia!" rifacendo il letto con i libri da studiare nelle coperte.

Mah.

                                                                              Midori

martedì 9 aprile 2013

Midori zitella-pt2

-Ciao Mutti.
-Ciao tesoro! Tutto bene?
-Si, un po' stanca, ma soddisfatta. Baba come sta?
-Sta bene, sta bene, ora è al telefono con il giovane e promettente chirurgo assunto da poco in ospedale.
-Quello che Lucia a visto, conosciuto e che lei ha trovato affascinante?
-Lui!A proposito lo sai che si è lasciato con la ragazza? Poverino.
-Capita.
-Che poi a pensarsi lui è ancora un ragazzo...promettente, però.
-Ah. Che intendi per ragazzo?
-Dai, ha 36 anni, solo 15 anni più di te!
-E 16 meno di Baba.
-Che è un ottimo partito però... carriera già avviata, single...
-Mutti che stai ad insinuare?
-Non sarebbe meraviglioso se te lo facessimo conoscere?
-No.
-Baba, alzi la cornetta?!
-Fatto.
-No, la conversazione a tre no.
-Baba caro, perché non facciamo conoscere il giovane chirurgo a Midori?
-Tu sei scema.
-Ecco, diglielo Baba.
-Ma dai che è un ottimo partito, tua figlia è una bella ragazza.
-Io mi rifiuto.
-Ecco, Baba dimostra di avere buonsenso.
-Una madre si preoccupa del bene della figlia.
-Scusami signora Bennet, eh...
-Intanto lei le figlie le ha sistemate.

« È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie »

                                                                                          Midori, basita. 

Datemi una reflex...

...e fotograferò anche il buco di culo del mio cane,perché sono una grande fotografa.

Gèèèè, ma questa chi è?
E' una tipa delle parti mie.
Ah. Ma ha l'età di tuo fratello.
Più o meno.
Ah.
No, i tatuaggi non sono suoi, neanche i piercing, sono aggiunti con photoshop, o disegnati, o non so. Comunque non sono i suoi.
Ah. Ma è nata così o...
No, è che s'è comprata la reflex...
Ahhhhhhhhh...
Poi sai, ora la vedi così, ma ha fatto una dieta fortissima e sai com'è...
Sì, so com'è: il cervello, senza zuccheri, soffre.
Già.

Alex V

lunedì 8 aprile 2013

Midori zitella-pt1

Università, pausa caffè e sigaretta.
-No, perché i miei mi hanno regalato l'uovo nocciolato della Lindt, il mio ragazzo quello dei Baci Perugina.
-Il mio ragazzo invece un coniglietto della Lindt, dolcissimo lui.
-I miei genitori uno artigianale extrafondente, non potete capire la bontà.
-Tu non sei normale. Extrafondente? Ma scherzi. Viva l'uovo della kinder!
-Si, si si.
-A te l'hanno regalato i tuoi genitori, Midori?
-No, in realtà Renzo l'ha regalato a Lucia ed allora l'ha preso anche a me.
-Come si fa con la cognata zitella che poi va a vivere con la coppia di sposini. 
-...
-Midori?
-...
-Midori? Che ho detto?
-La dura verità. Adesso scusatemi, ma vado a comprare le caramelle che tra quindici anni offrirò ai miei nipotini, tirandole fuori da un borsellino odoroso di talco.

                                                   Midori

Ingenuità

Passare un pomeriggio intero a casa a ridersela guardando tutti insieme video di questo genere:

Poi in un giorno di pioggia in autobus una tizia mi attacca bottone dal nulla e inizia a chiacchierare del più e del meno buttando in mezzo alla conversazione riflessioni sui massimi sistemi della vita e dell'universo. Per concludere con:
-Ti posso chiedere il numero,così qualche volta usciamo?

Ok, sarò facilmente influenzabile ma...




***LESBICHE INGENUI***

*E io che iniziavo a pensare di essere poco sesky dal momento che ancora nessuno mi aveva spottato sul sito della facoltà...*

Alex V

domenica 7 aprile 2013

Giornate spensierate in una Roma assolata, con nella testa canzoni anni '80. 



E viene solo voglia di ridere.

                                                             Midori

Dalle piogge di Castamere ai 2 soli del Sud

WILMA, SONO A CASAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!

Novella Fred Flinstone, sono tornata anche io! Uh Midori, Amando! Quanto mi siete mancati!
E, adesso lo posso dire, FINALMENTE UN PO' DI SOLE!
Stavo ammuffendo, con tutta quella pioggia!

E' inutile, posso dire quello che voglio ma sono come la calcolatrice che avevo alla medie: senza sole, mi si scaricano le batterie. Nonostante il viaggio di ritorno mi abbia stremato (in treno ho rischiato di vomitare 2 volte, poi a Termini la valigia grande ha tentato di uccidermi sempre 2 volte...neanche fossi Midori!), è bastato annusare la primavera per stare bene, anzi, benissimo! Sono così carica che anche l'umor nero di Midori ha dovuto soccombere a cotanta allegria! 
E poi vediamo Raffy!
Che bello!

E poi, sono tornata da neanche 24 ore e sono già la persona più ricercata di questo posto: Midori e Amando, ma se non fossi stata ricercata da loro, nonostante lo studio, non sarebbero bastati tutti i soli del mondo per farmi riprendere, ovviamente il MioUomo (claro che sì), e poi quello che senza di me cosa farebbe tutto solo nella capitale, dato che non sa farsi nemmeno un caffé (ora che Cavallo Pazzo è in Erasmus però, credo sarà costretto a imparare): Dude.
Ma si sa, in assenza di Ipazia, la sua ragazza, l'accompagnatrice preferita sono io.
Devo fare un servizio, mi accompagni?
Ti accompagnerò.
Non ho ancora capito se ho un ruolo tipo cane da difesa nel caso lo volessero stuprare,oppure faccio proprio da diversivo mentre fugge e grida: Stuprate lei invece che me! LEI!
Comunque sia, ovunque andiamo mi scambiano per la sua ragazza.
Ieri era la cassa. E mi è andata bene che il chitarrista a cui l'abbiamo venduta era pure carino (una copia del Benagol, che a sua volta è una copia troppo smilza del MioUomo), sennò sai che palle mentre parlano di sound e altro.

Almeno c'è il sole. E che sole!

Alex V