sabato 31 marzo 2012

Festeggiamenti posh

Dopo che AlexV mi ha fatto spargere un po' di lacrimuccie di gioia, intuisco che sta a me descrivere la gioranta di ieri.
Essendo i 20 anni un numero importante ed avendo deciso che per me rappresentano la fine dei cojoneggiamenti selvaggissimi (passerò ora solo a quelli selvaggi, senza superlativo), ho pensato bene che un pranzo con AlexV ed Amando avrebbe fatto al caso. Ci siamo vestiti in  una maniera incommensurabilmente figa e siamo andati in centro. Non scherzo, sembravamo usciti da uno di quei film dove ci sono i turisti stranieri che vengono a Roma e si trovano davanti tutti sti tipi vestiti fighi che sorseggiano caffè al br. Eco, qualcosa di simile. Abbiamo pranzato qui, ma non un pranzo normale, no. Abbiamo fatto una gloriosa American Breakfast,con uova strapazzate e bacon 
 e pancake per concludere. E si, mi sono fatta mettere la candelina in cima.

Dopo aver posato un po' sulla scala del Palazzo delle Esposizioni siamo andati a Monti a prendere un gelatino  e poi un giro in centro. Con conseguente pisolino di cui AlexV ha già diffusamente parlato.
I festeggiamenti non sono però conclusi. Vi terremo aggiornati.
                                                                  Midori

Obiettività

Molto spesso incontro uomini totalmente inconsapevoli della loro bruttezza. Che tu, donna, li vedi, e dici: "Ohimmèa, da quello non mi farei toccare mai,ma neanche con la punta di un bastone!".
A volte non sono nemmeno così tanto brutti, oggettivamente parlando, ma lo diventano non appena aprono bocca e tu hai modo di accorgerti di quanto siano viscidi.
E' il caso di Bostik, ad esempio, che non sarebbe neanche un brutto ragazzo, ma che ormai ai miei occhi è qualcosa di obbrobrioso proprio per il tasso di umidità del 100% che porta con sé quando mi si avvicina.

Sì, stamattina sono acida come il mio yogurt scaduto nel frigo.
Ma se son così cattiva è perché un po' se le cercano:non passa giorno che non senta dire a Quasimodo :
"Quelle cesse delle mie compagne d'anno (di ingegneria)"
Ora: va bene che spesso si dice che le ragazze di ingegneria son brutte, anche se le mie amiche, e son parecchie, che studiano ingegneria sono bellissime, e non lo dico solo io ma anche il loro contratto da modelle, ma veniamo al punto: QUASIMODO, TI SEI VISTO ALLO SPECCHIO?
Vien da rispondere che no, non si può esser visto allo specchio perché quando ci passa davanti quello si rompe!
Perché Quasimodo è veramente BRUTTO con la capital B, e anche con tutte le altre lettere! E cosa che più mi fa sentir male è che NON E' NEANCHE SIMPATICO! 
Voglio dire: sei brutto, esser brutto mica è un delitto, è vero che Madre Natura non ti ha dato una mano,ma allora dattela da te e sii almeno simpatico. Un cesso di tali proporzioni HA IL DOVERE MORALE di essere simpatico. Invece no. Fa lo splendido (yak!). E si permette di dire agli altri che sono dei cessi! Ma oh, Quasi, ti sei visto?
Io lo so già che un giorno glielo dirò in faccia, che è brutto ma così brutto che non ho neanche un termine di paragone! 

Per fortuna la maggior parte degli uomini brutti che conosco io sono simpatici. E obiettivi nei confronti di se stessi. Sono brutti e lo sanno. E di conseguenza sono consapevoli che, se una donna si dovesse basare solo sull'aspetto fisico, loro, la famosa topa, in vivo, non la vedrebbero mai. Così un bel giorno tu li incontri per strada, tutta felice che sia primavera, e loro ti ripondono tra il serio e il faceto:

Grrrrr....azie primavera di aver risvegliato i miei ormoni, ben sapendo che MOLTO DIFFICILMENTE troverò un antro umido dove consumare loro e me! 

W la sincerità e l'obiettività su se stessi! Che a far ridere le donne ne vien fuori solo qualcosa di buono! Almeno non si schifano, e magari non iniziano ad evitarvi!
Ok, Midori mi chiede che gente io conosca. Chiudo e vado a tavola!

Alex V

Un buon NON compleanno

Avevo detto a Midori che avrei fatto un post sul pranzo che ci ha offerto per il suo compleanno, ma tutto sommato è superfluo, a parte il fatto che ci ha riempito che neanche fossimo stati in Puglia! (e di conseguenza c'è stato un generale sonnellino dalle cinque del pomeriggio alle nove di sera, saltando la cena)
Comunque, adesso non è più il compleanno di Midori e quindi possiamo finalmente cantare tutti in coro:


Ecco, avevo pensato di scrivere su Midori, e su quello che rappresenta per me. 
Sul fatto che ci comportiamo a volte come una coppia sposata da anni. O a volte come due vecchie comari spettegolone. O che è la mia spalla su cui piangere, e io credo di esser la sua.
Potrei raccontare di tutto quello che abbiamo passato assieme, o del fatto che mi pare di conoscerla da tutta una vita.
Che è fantastica, anche se a volte se lo dimentica.
Oppure potrei smetterla con queste lacrimevoli fregnacce e starmene un  po' zitta, ché il silenzio val più di mille parole. E poi non sono brava in queste cose.
Buon compleanno te l'hanno detto tutti, e allora io aggiungo:
BUON NON COMPLEANNO, MIDORI!


Alex V

venerdì 30 marzo 2012

Behind Blue Eyes

Da oggi dietro quegli occhi blu c'è un Caporal Maggiore. Complimenti per il grado.
Hai pure smesso di fumare. Hai visto che hai saputo migliorare anche senza di me?
Ancora complimenti.
Goodbye and so long.


Alex V

Fiorenza

Io ed AlexV in tailleur camminiamo. 
-Ci son di quelle cose che mi fanno dare di matto.
-Tipo?
-Tipo quando alla Bitchy va il rossetto sopra ai denti. Glielo vorresti dire, ma non hai abbastanza confidenza per farlo. Ed allora eviti, ma con lo sguardo torni lì.
-Conosco. A me capita con una collega d'università: si fa sto mascherone di cipria e fondotinta ma non arriva all'attaccatura dei capelli, no. Tipo a maschera, metà fronte e guancia.
-A me capita anche con Lucia mia sorella. Tipo questa estate le era lievitato il culo, no? Ecco, lei si ostinava a mettere quelle gonnelline a tutù svolazzanti con i sandali raso terra e le treccine. Proprio non si rende conto. Da dove sei uscita, dalla casa nella prateria?
-Si, vabbè, ma a tua sorella lo puoi dire.
-E lo faccio! Ma secondo te mi ascolta? Certo che no. Oh, poi l'hai vista anche tu l'estate scorsa. 
-Si, in effetti si, a dirla tutta. Oh però tu quanto sei stronza con tua sorella.
-Sono sincera.
Un caricaturista da piazza ci apostrofa: Caricature! Dottoressa, è interessata?
-AlexV, ti ha chiamato dottoressa.
-Veramente?
-Si.
-Firenze regala sempre grandi emozioni.
Si, perchè questa conversazione è avvenuta a Firenze, dove io ed AlexV, ieri, siamo andate nella prima nostra uscita da Roma come hostess per congressi. Si, perché quando capita un'agenzia ci chiama e noi facciamo tutte le carine e perfette. A dirla tutta io ho barato sull'altezza, ma sono stata salvata in corner dalla conoscenza dell'inglese e del francese. Gioia. 
Adesso avete un altro tassello della nostra strana vita.
C'è anche da dire che siamo brave e che è un lavoro interessante, perché si incontra un sacco di gente e se si ha abbastanza faccia tosta capitano occasioni irripetibili. Come, per esempio, accodarsi ad una visita guidata ad una biblioteca prestigiosa e maneggiare una cinquecentina (vi dico solo che stavo letteralmente morendo).
Poi volete mettere, girare per Roma e Firenze in tailleur, foularino e tacchi? Personalmente ogni volta mi sento come le hostess di Di Caprio in Prova a Prendermi, ovvero incommensurabilmente professional e figa, anche se io non vado sugli aerei.

                                                                                                            Midori

giovedì 29 marzo 2012

Love is extraordinary

L'amore è una cosa meravijosa, come dicono qui a Roma, ma ci sono dei limiti.
Ieri siamo andati dal gelataio. In coda davanti a noi una coppia. Due armadi.
Lei aveva una maglia con lo scollo a v sulla schiena. E tatuata la frase, dalla nuca a mezza schiena:
Nei problemi
e pensieri miei,
Renato tu ci sei.
Il tutto abbinato a scarpe fucsia pitonate e rossetto rosso ciclamino che a confronto la Bitchy è una make up artist.
Di questa storia c'è anche la variante pugliese: "Amò, ma mi ami?", "Mò, mocc ou cazz che ti amo".
L'amore ai tempi della finezza.
                                                     Midori

I could have danced all night

Dai 14-15 anni ho avuto questo amico, che chiameremo M. Io ed M. abitavamo a due stradine di distanza, si andava a scuola insieme. La mattina passavo da lui, citofonavo e già mentre scendeva le scale mi chiedeva di fargli copiare qualcosa dei compiti a casa, e mi sorrideva con quegli occhi chiari e sinceri. Come potevo dirgli di no? E sulla strada per scuola si parlava e rideva, ed al ritorno lo stesso. Il secondo anno lui cambiò scuola, ma si faceva ancora la strada assieme. Passavamo anche un sacco di pomeriggi assieme, da me o da lui, anche a non far niente, lui a giocare alla play station ed io a leggere. Come una famiglia.
La cosa bella di M. erano le mani. Erano grandi, e quando mi toccava o abbracciava sentivo quasi una scia di calorino dove passavano. Alle feste ed ovunque si ballasse ballavamo sempre insieme. Anche se nella nostra concezione di ballo non c'è la chiara idea del "concedere un ballo", "riservare un ballo", tanto cara a Jane Austen e K. Mansfield, noi sapevamo che avremmo avuto quei due o tre balli insieme. In un immaginario carnet lui era la mia certezza.
Insieme ballavamo bene, ci muovevamo come un solo corpo e anche i balli lenti, che posso risultare in un semplice dondolio, con lui erano qualcosa di più complicato e naturale insieme: le sue mani sui miei fianchi mi guidavano in piccoli impercettibili otto tracciati sul pavimento dai nostri piedi.

A questo punto io me la prenderei con le stupide commedie che per anni hanno riversato inutile melassa nelle orecchie di una qualsiasi fanciulla x, portando all'estremo del patologico un luogo comune, pilastro portante dell'happy ending: i due amici che finiscono insieme scoprendo di amarsi alla follia. Carrozza in dissolvenza verso il tramonto, fine.
E balla oggi che balla domani, e stai insieme, comportati da fidanzati senza far nulla, ecco che lui comincia  piacermi. E lui si mette con un'altra, dimenticando completamente anni di amicizia. 
Finisce così, senza dissolvenza al tramonto, ma con il fermo immagine di saluti cordiali ma distanti ogni volta che ci vediamo.
M. sta ancora con quella ragazza, da tre anni. Da due anni e mezzo io sto col Rufo. Ogni tanto mi manca il mio amico, prima che io sputtanassi il tutto cercando di portare su un altro piano quello che non era fatto per essere elevato. 
Chissà, forse in un universo parallelo sta accadendo.

                                                                 Midori

mercoledì 28 marzo 2012

Brothers&Sisters

Fraterna chat serale:


- <3 Ascolta Imitation of Life
-  ciao, chi sei?
- Il lupo mangiafrutta
- Non sapevo esistesse
- Lo ignori perché sei troppo piccolo per conoscere quel gioco :P
- '-' '.' '-' :L :/ :'-':
- Che facce fai?
- Faccie di cacca
- Speak italian please
- Faccia di cacca stai zitta, la chat è mia e le regole le faccio io
- No caro, questa è la MIA chat: faccina stupidina
- Mother of God! COME OSI 
- Memento audere semper...Ops! scusa, tu non sai il latino! LIKE A BOSS babe
- 1+1= 2. Ops, tu non fai matematica. TRUE STORY. Strinata!
- Ho dato un esame di statistica e uno di fisica: Sorry bitch, I'm a ghetto girl! IO STRINO
- La statistica fa parte di economia
- Epic fail: la statistica è matematica
- Comunque tu sai contare fino a patata quindi SHUT UP
- Non mi sembra che quello che fai te sia un corso sui numeri complessi
- Basta mi fermo qua perché tu mi stai trascinando al tuo livello e poi mi batterai con l'esperienza
- Non si cancellano sei anni e mezzo in poche frasi.

Io e mio fratello Duccio ci vogliamo un sacco bene.
Alex V

E Dio creò l'uomo e lo chiamò Adam

Scrolling down la pagina facebook di AlexV.
-Oddio questo che schifo.
-A me hanno sempre fatto un po' senso gli uomini con i fianchi.
-Quindi Dude ti fa schifo?
-Lui lo maschera bene.
-Secondo me i fianco ci deve essere, non deve essere un fiancone.
-Essì, io quello dicevo.
-Senti dimmi un nome.
-Come?
-Faccio io. A-d-a-m L-e-v-i-n-e.

Silenzio. Estatica contemplazione.
-L'uomo senza fianchi è un armadio. L'uomo deve avere i fianchi, parliamone.
-Ma questo è il fianco giusto!
-Il fianco grosso deriva da una circonferenza di bacino grande, che si porta dietro non solo il fiancone ma anche il culone. In una donna entro certi limiti può anche andare bene, in un uomo NO. Il fiancone fa senso.
- Concordo. A pieno.
Estatica contemplazione.
-C'è qualcosa di strano in questa foto
- La mano?
- Yes. Sembra minuscolo
- Credo, CREDO, sia photoshoppata
- Quindi non esiste donna con quella fortuna...
- No, a parte chi se lo scopa. E anche avesse il più piccolo del mondo, non lo sapremo mai. Ma ci tengo a precisare che io me lo sdraierei lo stesso.
- E' l'unico uomo tatuato, molto tatuato...
- TROPPO tatuato
- ...che mi scoperei
- Già
Estatica contemplazione
- Io avevo anche comprato il primo CD, songs about Jane
- Anche io!
- Io l'avevo comprato principalmente perché lui era gnocco
- A me piacevano anche le canzoni
- This love has taken too time...Sunday mornin' rain is fallin'....And she will be looooooooooved!!!! Sì, erano carucce
- Il genere di canzoni che canti la domenica mattina, appena uscita dalla doccia col turbante in testa... e usando la spazzola come microfono!
In sottofondo parte Moves like Jagger.

                                                                                                                                Alex V e Midori

Viaggio: meanwhile in Italy

Appena atterrati a Vilnius, chiamata di rito a mamma perché tranquillizzi il resto della famiglia e comunichi che non sono morta.
-Mutti, vedi che sono atterrata, tutto a posto.
-Qundi sei atterrata? BRAVISSIMA!

Come se l'aereo l'avessi pilotato io. 

                                                                                      Midori la pilota

Ti presento i miei...


Eh sì, il MioUomo ha cenato con me e i miei genitori.
Visto che io ho conosciuto madre, padre, fratelli, sorelle, zii, zie, nonne, nonni e cugini fino al 7 grado, una cenetta in 4 neanche a lume di candela non mi sembra granché come sforzo.
Ma io sono la figlia femmina, e il padre è sempre il padre.
In realtà è andata fin troppo liscia. Il MioUomo l'ha definita una serata molto più che piacevole. E sì che con MioPadre se l'è cavata parlando di ingegneria e MiaMadre se l'è coccolato tutta la sera, ma tant'è.
Oddio, MioPadre un po' d'interrogatorio lo ha messo su, ma avrebbe potuto fare molto peggio.
In fondo, MioPadre fa un po' paura visto da fuori, ma se ci parli non è cattivo...

Unica pecca (rivelatami da MiaMadre al telefono che si spanciava dal ridere):
- Tuo padre è rimasto sconvolto quando il TuoUomo alla fine, quando ci siamo salutati, ha dato i baci sulla guancia anche a lui!!! Dovevi vedere la faccia in macchina! Totalmente sconvolto!! Ahahha! Ho avuto ben bene da dirgli che il tuo è un Uomo del Sud, ma se ci penso continua a farmi ridere!!
TuoPadre è serioso e formale e questa cosa non se l'aspettava.
Però, almeno non ha fatto come mio nonno con mio babbo, quando mio babbo è andato da lui per dirgli che voleva corteggiare mia mamma, e mio nonno gli ha detto:
Me, dle potate a nì vogi!
(traduzione: Io non voglio cose leggere, se ci esci poi te la sposi, stai bene attento!)

Alex V

martedì 27 marzo 2012

Italiano = Włoski

Quando a Vilnius abbiamo incontrato un gruppo di ragazze polacche non pensavamo che la storia della Costa del pelo fosse nota anche a loro. Invece eccole lì pronte a ridacchiare, loro biondissime e glabrissime di fronte a cotanta italianità.
Così scopriamo pure che il polacco è una delle pochissime lingue al mondo dove per indicare gli abitanti dell'italia non di dice "italienish" o roba comunque derivata dalla lingua originale, ma si usa una parola squisitamente polacca quale Włoski.
E noi lì ad ascoltare dicendo
- Wow! Cool! etc
Poi una di queste si gira e fa:
- E sì, perché quando sono arrivati i primi italiani in Polonia, i polacchi sono rimasti stupiti nel vedere che questa gente aveva un sacco di peli neri ovunque, e allora li hanno ribattezzati Włoski, che è una parola che vuol dire "con tanti peli, peloso"...ahahaha...
Risate smorzate sul nascere: istintivamente ci guardiamo a vicenda per vedere in che condizioni siamo, se almeno noi donne siamo andate regolarmente dall'estetista e non sfoggiamo due mustacchi che potrebbero ulteriormente confermare anche oggi l'idea che in chissà quale tempo remoto si erano fatti i polacchi.
Mando un sms al MioUomo:
I polacchi chiamano gli italiani "pelosi"
Confortante risposta del MioUomo, che ha tirato su il morale dei pelosi italiani:
L' 'om HA da essr pelùs
W gli uomini della costa del pelo. W il MioUomo e tutti gli uomini del sud, che del pelo fanno un vanto (ma io intanto mi riprendo un appuntamento dall'estetista, che non si sa mai)

Alex V

Geografia del bulbo pilifero

Ci sono delle piaghe che torturano l'umanità dall'alba dei tempi. Oggi vi parlerò di una in particolare, che affligge le donne delle coste mediterranee.
Seguendo una linea costiera che risale da Gibilterra fino ai Pirenei, riprende dal basso Lazio seguendo tutta la costa sud italiana e risalendo fino al Molise (assolutamente non da escludersi le isole, la cui zona interessata è tutta la costa), riprende poi dai paesi basso slavi seguendo i contorni della Grecia e dell'Asia Minore, continuando per tutta la costa del Medio Oriente ed l nord Africa, tornando di fronte a Gibilterra. Ecco, questa porione di costa è la famosa "Costa della Peluria". Concetto mutuato da Jeffrey Eugenides che ne parla nel suo Middlesex.

Cantami, o Musa, delle donne greche e della loro battaglia contro l'inguardabile pelo! Cantami di creme depilatorie e pinzette! Di pomate schiarenti e cerette! Cantami dell'orribile peluria nera che come legioni persiane di Dario cala sulla terra achea di fanciulle ancora adolescenti! No, Calliope non era sorpresa della comparsa di un'ombra scura sopra il labbro superiore. Mia zia Zo, mia madre, Sourmelina, e persino mia cugina Cleo soffrivano del problema del pelo che spunta dove non dovrebbe.

Dagli undici anni cominciano i primi segni, che la donna mediterranea riconosce ed eviterebbe volentieri: strane bollicine compaiono sul labbro, sotto le ascelle, le gambette lisce e lucide cominciano a diventare ruvide al tatto, qualcosa di muove. I bulbi piliferi si sono destati e bombardati da ormoni impazziti fanno diventare quella che fino a ieri era la vostra figlioletta in una scimmietta nervosa e sospirante.
L'avere i peli chiari è un sogno che molte rincorrono, guardando invidiose le poche bionde delle zone sopra indicate. In famiglia si stilano classifiche di chi e più o meno pelosa ed in quale punto. Così mia sorella Lucia essendo la più scura si piangeva dei peli sulle gambe quasi imbarazzanti, ma erano ampliamente bilanciati dall'assenza di baffetto o sopracciglia. Non così fortunata ero io, baciata dal monosopracciglio e da un paio di baffetti che mi facevano sembrare un carabiniere. Per fortuna ai sedici anni ho potuto interrompere il rito di andare ogni due settimane dall'estetista per non somigliare alla sorella di Big Foot. La più invidiata in famiglia è però Mutti, che col suo essere rossiccia ha vinto dei peli biondissimi alla roulette genetica.
Cominciare ad andare dall'estetista non è una scelta, ma un passaggio obbligato : e va bene che "donna pelosa, donna virtuosa" che "donna baffuta sempre piaciuta", ma c'è un limite a tutto.
Andare dall'estetista significa poi entrare in mondo magico, fatto di sole donne. E qui torna il gineceo che i ha seguito per tutta la vita: risatine chiocce, le estetiste che si sussurrano le cose all'orecchio tra loro, ridono e scherzano alle spalle della capa del salone. E poi alla fine diventano tue amiche, in qualche modo, probabilmente per la Sindrome di Stoccolma o masochismo latente.
Molto divertente era quando io e mia sorella ci dedicavamo al fai-da-te, perchè l'estetista era magari chiusa o non ci andava di trascinarci fin lì.
Farticolarmente famoso è rimasto in famiglia tale episodio: io e mia sorella stavamo sperimentando una nuova crema depilatoria. La utilizzo io e tutto ok. La mette mia sorella. A quanto pare ci dimenticammo di guardare l'orologio, fatto sta che quando gliela tolsi, insieme ai peli se ne vennero via delle belle strisce di pelli. Baba applicò pomate su pomate, ma la povera Lucia soffriva e girava per casa con le braccia alzate. Questo non parve vero a Nonna P, pronta a carpire qualsiasi occasione per farci il solletico sotto le ascelle.
Penso sia stata l'unica volta in cui mia sorella ha mandato male mia nonna. Nonna p rideva perchè non aveva capito, Lucia piangeva per il dolore ed io guardavo, meravigliandomi della plasticità della scena.
Da allora mia sorella Lucia va solo dall'estetista.
Con tutto questo non voglio propagandare il modello estetico imperante che vuole la donna glabra e senza peli superflui. No, si tratta i una semplice questione di gusti personali. A me i peli non piacciono. C'era una mia amica al liceo che era confinta che decololarli fosse la soluzione. Aveva quindi questo perenne batuffolo di polvere biondiccia sul labbro superioire. Non era un bel vedere. La chiamavamo Baffettina. Che ricordi.
Ma la costa del pelo avanza signore e signori. E ve lo dico arricciandomi il baffetto. Mi pare il caso di prendere appuntamento dall'estetista.
Midori

Ricorda il tuo passato, vivi il tuo presente, costruisci il tuo futuro


Sabato è venuta a trovarmi qui a Roma una mia amica storica di casa, che faceva teatro con me e che adesso studia medicina. E' venuta apposta apposta per vedere la mostra del Body World, quella con i plastinati umani. Macabra finché ti pare, ma per uno studente di medicina è il non plus ultra.
Penso anche che l'inventore della plastinazione non avrebbe mai potuto essere un italiano: troppi inghippi con la morale religiosa. Ammetto che ci sarebbe spazio per un dibattito.
Alla fine della mostra c'è un invito a donare il proprio corpo alla scienza:

"Un tempo anche io ero come te: vivo
Un giorno anche tu sarai come sono io: morto
Ma potresti anche decidere di essere come sono adesso: un plastinato"


- Ok...parliamone...Alex, tu che ne pensi?
- Penso che continuo a essere dell'idea di farmi cremare

Comunque non è tanto questo che mi ha fatto riflettere quanto a quello che era successo prima.
Io mi sono fatta trovare davanti all'Olimpico, la mia amica era venuta in macchina, e mi ha caricato lì.
- Io vorrei sapere come mai ancora non l'hanno buttato giù
-Cosa scusa?
-Massì...dai...
- L'obelisco? perché c'è scritto Mussolini Dux?


Non credo si debba essere nostalgici del fascismo per ritenere quanto meno forzata l'affermazione della mia amica. Perché mai bisognerebbe tirare giù l'obelisco? Perché l'ha fatto Mussolini che era un dittatore? Secondo questa logica bisognerebbe radere al suolo anche lo stadio stesso, o via della Conciliazione, e compagnia bella.
Il fascismo è stato una pagina nera della storia italiana. Ciò non toglie che il fascismo sia stato. E se è bene criticare, è bene farlo con spirito critico.
Mi sono accorta del disagio della mia amica, che si è resa conto di aver detto una stupidaggine. La memoria storica è importante.
Così come è importante che il passato non pesi troppo sul presente. Il fascismo è stato, ricordarlo è inevitabile, ma, appunto, è storia vecchia.
Vedo i video di Caterina Guzzanti sui giovani di Casa Pound e un po' rido un po' no, perché mi accorgo che della storia spesso e volentieri si fa un uso distorto e strumentalizzato. E questo è uccidere lo spirito critico. La mia amica era a disagio perché si è accorta che anche lei per un attimo ha soppresso lo spirito critico solo per fare un commento molto radical chic di sinistra.
Come se poi alla gente importasse davvero, se l'obelisco c'è o non c'è. E poi, diciamolo: l'obelisco davanti all'olimpico ci sta pure bene.

Altra cosa: parlavo con i miei delle elezioni comunali che si terranno a maggio:
- Ho visto un po' i candidati, devo ancora leggere i vari programmi, poi torno a casa a votare, quindi dopo pasqua si sa già che torno a maggio...
- Vabbé, ma che torni a fare
- Ma scusa ci sono le elezioni!
- E ho capito, ma tanto chi vuoi che vinca?
- Dici?
- Eh
- Vabbé io torno lo stesso
- Bah, fai tu...
Il problema è che da un lato io capisco mia madre che vede le cose come vanno e sa esattamente cosa succederà, ma dall'altro io sento il bisogno di votare! Per me è l'unico modo per dire come la penso in politica, non sono di nessun partito e mi prendo pure il lusso di votare a seconda della personalità che si presenta e del suo programma. A volte mi prende una sconfidenza (come dice la nonna di Midori) verso la situazione politica italiana! Però poi penso che non ha senso far finta che la politica non mi riguardi: la politica che mi piaccia o no mi riguarda eccome!
E penso anche che lo smacco più grande che si possa fare a un cattivo politico sia andare a votare. Anche se poi lui i voti magari se li compra con un po' di vecchio e sano clientelismo...

Alex V

lunedì 26 marzo 2012

Circus is in the town

A maggio ci saranno le elezioni comunali, giù a casa. Svariate sono le cose che mi lasciano perplessa:

  • Per la prima volta dopo anni la destra non si presenta compatta (pazienza).
Questa cosa è abbastanza un evento. E vabbè che da noi la sinistra è un teatrino con personaggetti buffi, ma diciamo che la certezza è sempre stata la desta unita e la sinistra frammentatissima. Ed ora questo. Mah.

  • Il Pd ha raccolto sul suo carrozzone tutti quelli che a destra non si sentivano più rappresentati.
Praticamente ha aperto un circo. Ora, già normalmente il PD non si accocchia al suo interno, pure con quelli di altri schieramenti volete impegnarvi? Della serie facciamo ridere. Ed appunto percvhè facevano ridere e volevano una persona seria hanno chiesto a Mutti di candidarsi come consigliere comunale. Chi è più serio di Mutti? Chi saprebbe dar meglio un'immagine di stabilità, austerity e polso di ferro? Churchill, forse. La Mutti, che non nutre grande rispetto per i politicanti o pseudo tali del nostro comune ha declinato, non so se usando la frase "siete quattro pagliacci" o qualcosa di più politically correct.
  • La gente ha già cominciato a chiedere voti in giro.
Roba che persone che non sentivo da anni mi contattano su fb e mi chiedono se scenderò a casa per le votazioni. E se so già chi votare, perché ci sarebbe mio padre/cugino/zio/fidanzato/padrino di battesimo/cognato che si candida. h, non scendo? Ma mia sorella scende? Ma i miei sanno già chi votare? Anche i nonni? Neanche un voto riesci a far uscire dalla tua famiglia? Capisco. Ma tu hai nessuno che si candida? No? E che ti costa un voto allora?
Lo schifo, in sintesi.
  • Un partito particolarmente progressista e giovanile ha candidato gente particolarmente progressista e giovanile.
Gente del 1991 per intenderci che è venuta a scuola con me, con la quale ho studiato per la maturità. E se tra quattro giorni compio vent'anni e vago nella bolla del "politica vade retro", vedere gente della mia stessa età militante mi fa accapponare la pelle. Della serie che dovrei smetterla di cojoneggiare, mettere la testa sule spalle e smetterla di amare follemente il governo tecnico (si, perché a me il governo tecnico piace). Che poi da un lato sono contenta di essere sfuggita a quel mattatoio che sono le sezioni giovanili dei partiti. Quei posti dove ti lobotomizzano e ti mettono a portare borse di personaggi piccoli piccoli con la speranza un giorno di essere favoriti in qualche colloquio o concorso pubblico. Meglio come sto io, mi sa.

Qualche specificazione di dovere sul perché io ami il governo tecnico: 
Il governo tecnico è qualcosa di buono e giusto. Va bene, non ci hanno promesso altro che sangue, sudore e lacrime, ci cavano soldi come salassi, ma lo fanno equamente. Soprattutto sanno quello che fanno! In Italia abbiamo questa tendenza, un po' a fare senza competenza, ad arrangiarci, ma la cosa va bene fino ad un certo punto. Poi rischia di diventare solo ridicola, tutti che accialdano tutto.
Negli ultimi anni i Italia non si trattava più di politica, ma di circo. Mi ricordo le ultime elezioni, quando bisognava spiegare a nonna p come e chi votare. Un po' come quando ci fu il passaggio all'euro e dovemmo spiegarle il valore di ogni moneta e banconota (cosa che afferrò molto, ma molto in fretta. Della serie: il gruzzoletto non si tocca).
L'addetta in questo caso ero io, con il valente sussidio di mia sorella. Ppapà ci aveva dato i facsimile da far studiare alla nonna e sui quali farle fare le prove.
-Allora, nonna dove devi mettere la croce?
-Ddow (qui).
-No nonna, proprio su quello no!
-P'ccè allà nonn? c' yè cuss?
-Berlusconi nonna.
-Nzia' maj! (non sia mai !)
Questa sera ogni sera la settimana prima delle elezioni. Ancora oggi tremo al pensiero che nonna possa aver dato un voto a Berlusconi per sbaglio. 
Ai serva Italia.

                                                                               Midori
 

Too Cool!

Salve cari fashion followers!Anche oggi il nostro staff vi porta alla scoperta delle ultime tendenze in fatto di moda!
Cosa vestire, quali colori portare in questa primavera 2012? Beh, la fine del mondo si avvicina, quindi perché non osare un po'?
Noi crediamo che il look vincente per far voltare le teste sia quello da turista nordico in viaggio in Italia! Perchè è un look cosmopolitan, casual che può essere arricchito con dettagli per tutti i gusti e le tasche!
Via libera allora al bermuda kaki multi tasche, sandalo Nike con calzino di spugna e cappello per proteggersi dal sole!Potete giocare come volete con i dettagli e divertirvi a trovare calzini sempre più particolari ;) A noi piace questo nuovo essere Cool e Glam!



Ok, no, non sono ammattita è che ho voluto provare cosa significa scrivere per un fashion blog stupido. Ci si sente effettivamente stupidi. La verità è che a me i fashion blog delle volte stanno proprio antipatici. Specialmente quelli dove ci sono le blogger che si fanno le foto, proprio a dire "Ma guardami quanto sono stata brava a caparmi ed abbinare i vestiti2. Ok, bene, applauso. Il tuo narcisismo è arrivato dove voleva. Ora torna a casa e togliti quegli abbinamenti improponibili. 
Ho delle amiche che hanno un fashion blog e da quando hanno iniziato se la sentono particolarmente calda. Che poi conoscendole non è che ci sia molto da sentirsela calda se a tutti gli eventi vai con il tuppetto dei capelli sporchi (cinque anni di liceo mi fanno sapere molto bene le uniche occasioni in cui fai il tuppetto, cara. Non mi freghi). Loro sono contentissime così ed allora yay, contenti tutti. 
A volte però diventa un'esagerazione. Roba che si sono comprate la reflex per farsi le foto quando vanno a ballare e far vedere quanto la loro mise sa comoda ed adatta all'occasione. o Quando montano i set per farsi le foto vestite, in queste pose improponibili e con i ritocchini non tanto ritocchini.
Poi scusate, ma a me i fashion blog non piacciono. 
L'unico che riesco a seguire è questo: www.garnerstyle.com . Già il fatto che si presenti come fa(t)shion blogger fa capire molte cose.
Lei ha un sacco di autoironia ed una self confidence che le invidio profondamente, per quanto io trovi alcune sue mise discutibili. E non le metterei mai. Mai. Mai. Mai.
Detto questo, spero sarete contenti di sapere che questo blog non prenderà una piega fashionista.
Peace
                                                                 Midori

New Girl e altre storie

Il titolo fa riferimento alla nuova serie TV che ho iniziato a guardare sotto consiglio del MioUomo.
Ma soprattutto sintetizza bene come mi sento: NUOVA.
Sarà l'aria di primavera che si respira, sarà che il ciclo è lontano, sarà che dopo gli esami ho ricominciato a Vivere, ma sto veramente BENE. Sto bene con me stessa come non mi capitava da un po', e con un po' intendo 2 o 3 mesetti. Tra l'altro, questi 15 giorni tra vacanza e rientro sono stati densi di avvenimenti e mi sento attiva e frizzante. In una parola: F.I.G.A.
Poi in questi giorni mi è capitato di stare praticamente tutto il tempo in centro e muovermi in metro.
Io adoro la metro, mentre non mi piacciono gli autobus.
In metro incontro sempre gente interessante:
- all'andata: famiglia di zingari- non- accattoni. Posto vuoto. Io mica sono razzista, mi siedo. La bambina è bellissima, e si fa fare le foto dal cellulare della madre. Ride, sorride, fa le facce:
- Ma sei proprio una modella tu!
Lei inizia a parlarmi nella sua lingua: io non capisco un'acca, però sorrido e annuisco convinta. La gente intorno è estasiata e partecipa con sorrisi all'evento. I bambini sono oltre le differenze culturali, penso. Poi mi accorgo che in quel preciso angolo della metro oltre a noi ci sono 2 sudamericane, 1 africano, 1 cinese e un vecchio barbone italiano, che offre caramelle a tutti. Ci penso un po' su e arrivo alla conclusione che io e i bambini andiamo ben oltre le differenze culturali.
- al ritorno: entro nella metro piena, non mi siedo, mi appoggio al palo centrale (detta così è brutta ma non so in che altro modo spiegarlo). Intorno a me si raggruppa un gruppo di ragazzetti portoghesi. E quando dico intorno a me dico proprio intorno, nel senso che io ero al centro e loro parlavano tra di loro. Io sorrido anche stavolta, scambio due sguardi con il leader che stanno a significare:
- Ehmbè che ci vuoi fare? Io ascolto tutto anche se non capisco una mazza e ti do ragione
Al momento di scendere mi salutano tutti con bye bye e sorrisi.
Io in metro mi diverto sempre.

Alex V

Viaggio: come forse la Lituania è più vicina al cielo & i suoi gatti alle tigri

La Lituania è cattolicissima. Ma non è un cattolicesimo bigotto. Per intenderci, non è quello delle bigotte da chiesa o delle animatrici della messa, quelle con la chitarra che la rendono un po' un circo. Mi riesce più facile pensare alla loro forma di religiosità che alla nostra. In Lituania la religione è stata veramente un porto sicuro durante le varie occupazioni: la cosa bella è che era una religione collettiva, condivisa, non era il ripiegarsi in se, piangendo come Giobbe. Era il collante sociale, lo è ancora. I preti, i frati, quelli che agivano in segreto e nell'ombra durante il regime sovietico non erano altro dalla società: non erano insomma dei consolatori che si tenevano a distanza dai guai. No. Scendevano anche loro in piazza a manifestare e protestare, non erano vezzeggiati e coccolati dal Vaticano. Erano con la gente, per la gente.
Raramente ho visto questo atteggiamento, per lo meno dalle mie parti, dove i preti sono su un gradino superiore e se ne stanno lì a dispensare benedizioni e penitenze.
A Kaunas siamo finiti a dormire in un convento, dove ci hanno ospitati. Abbiamo anche visitato la chiesa del convento, che durante l'occupazione sovietica era stata adibita a palestra, stalla e poi deposito dei farmaci. Cadeva in pezzi e dentro era freddissima. Poi il frate che ce l'ha fatta visitare ci ha fatto un regalo: ci ha cantato un' Ave Maria a cappelli, lì, nella chiesa vuota. E per un attimo mi sono sentita portare su, come posso spiegarlo? Ero nella musica, salivo con le note... quando ha smesso di cantare mi veniva da piangere.
Il giorno dopo siamo andati alla collina delle croci. Su consiglio di più persone ci siamo andati all'alba, prima che aprissero le bancarelle o ci fosse altra gente. 
La collina delle croci è una collina dove dai tempi del dominio zarista i Lituani vanno a piantare delle croci per chiedere grazie, dire preghiere, commemorare la gente sparita durante il regime sovietico, ringraziare delle piccole gioie della vita.
Ci sono croci di ogni dimensione e materiale. Era l'alba, tirava un'aria che pizzicava, in qualche sentiero c'era ancora del ghiaccio. Abbiamo vagato, ognuno per conto proprio, chi credeva e chi no. Chi voleva ha lasciato una croce. Arrivata alla cima della colina mi sono guardata attorno; ero tra gli ultimi, eri lì in cima da sola, vedevo i miei amici giù, che comparivano e riapparivano tra le croci. Ho pianto, ho lasciato la mia croce e non so neanche io cosa ho chiesto o se ho ringraziato. Se Dio esiste lo avrà saputo leggere lui il mio cuore. E poi, mentre stavo lì, un gatto mi passa tra le gambe, pigro, come se fosse annoiato dalla mia presenza. S'infila tra le croci e sparisce.
Che poi in Lituania i gatti hanno delle dimensioni impressionanti, roba che i gattoni di Roma a confronto sono dei micetti. Ce ne siamo resi conto la prima sera, quando camminando per strada ci siamo trovati davanti una specie di tigre bianca e nera.
-Ma quel gatto è grosso più di Midori!
Dice il saggio: quanto un gatto è più grosso di te nasconditi dietro AlexV e prega non ti scambi per un topo.      
                                                                                               Midori


domenica 25 marzo 2012

Post Vilnius

L'ultima sera a Vilnius è stata pazzesca, come già si sa dal post di Midori.
Tengo a far presente 3 punti:
- dopo la birra all'insaputa di Midori io e Dude ci siamo calati un numero indefinito di shottini di vodka. Eravamo troppo vicini alla Russia per non farlo
- Dude balla veramente bene (ma questo lo sapevo già, dato che a ballare facciamo sempre coppia fissa)
- Non è la prima volta che qualcuno fa uscite equivoche su me e Dude

Queste vacanze di Natale io sono stata da Midori e poi da Dude.
Dude dice sempre che suo padre è terribilerrimo, e incute timore. Io però l'ho incontrato e mi è sembrata una persona parecchio simpatica.
- Certo che ti è sembrato simpatico! Non sapeva che pesci prendere con te, wanné! Quello pensa che io tradisco Ipazia con te!
- O.O
- E perché mi avrebbe lasciato casa libera sennò??

Alex "Rovinafamiglie" V

Non paga, al nostro ritorno ho preso da parte Alex V e Dude e gliel'ho chiesto.
-Ragazzi ma voi due andate a letto insieme?
-...
-No Midori, wagnè, sono sconvolto. 


  Midori






Telefonate col Rufo

-Rufo, amore, ti ricordi di tre anni fa, quando c'eravamo appena messi insieme?
-Si, mi ricordo.
-Ti ricordi che andammo sul molo, al tramonto davanti al mare? Che la sera mia sorella mi organizzò una festa a sorpresa per la partenza?
-Si. 
-...
-Dove vuoi andare a parare?
-Quel pomeriggio mi rompesti la bretella del reggiseno. Non mi incazzai con te perché stavamo insieme da poco e perché la sera ci fu la festa. Ecco, mi incazzo ora.
-...
-...
-Quando ti deve venire il ciclo?
-Domani forse.
-Capito. Ti amo lo stesso.

Dice il saggio: se un uomo sa gestire i tuoi scleri da PMS, tientelo stretto.
                                                                                                     Midori
P.s. Si, lo so: sembro un mostro da come mi descrivo, ma anche il Rufo ha un suo caratterino.

Viaggio: di finlandesi tristi, birre gratis e pavimenti del bagno lerci

Ultima sera a Vilnius, pronti per andare l'indomani mattina a Kaunas. Che si fa, che non si fa, alla fine vince l'idea birretta e poi chi vuole va a ballare (indovinate di che partito eravamo io e Nazi AlexV). 
Ci infiliamo in un pub universitario e ci installiamo. Non c'era un'anima a parte noi, il barista ed un suo amico. Con i due euro canonici ordiniamo il litro di birra a testa. Dovete sapere che la birra lituana oltre ad avere il pregio dell'economicità, ha un sapore buonissimo. Fondamentalmente si può dire che siamo andati avanti a birra.
Dopo un po' gli effetti della birra cominciano a farsi sentire e cominciano le processioni al bagno.
Vediamo Spadino tornare con un'aria abbastanza perplessa.
-No, ragazzi, sono appena stato rimorchiato in bagno da un finlandese che voleva aggiungersi a noi.
-E che gli hai detto?
-No, gli ho detto no. Se uno ti si avvicinasse in bagno e chiedesse di unirsi a te, tu che faresti?
Non passano neanche cinque minuti che si avvicina sto tipo, altissimo, biondissimo e paciocchissimo. 
-Posso unirmi a voi?
Il tutto con un perfetto inglese. Ora, mica puoi rispondere di no ad uno palesemente solo in un locale dove ci sei solo tu col tuo gruppo.  Ci organizziamo, gli facciamo spazio.
-Come ti chiami?
-Henry. (sospriro)
-Di dove sei?
-Finlandia. La parte sfigata. (sospiro)
-Studi?
-Si, economia.
-Ah, che bello. Vivi con i tuoi, con degli amici?
-No, da solo (sospiro).
-(DISAGIO) Con chi viaggi?
-Da solo, i miei amici mi hanno dato buca. (sospirone).
Il ragazzo poi si lancia in un monologo che sto ancora cercando di capire, non per la difficoltà dell'inglese, quanto per l'ampio numero di sospiri che inframmezzavano il tutto. Ad un certo punto mi era calato un male di vivere che non potete immaginare. E poi arriva il barman. E chiede due persone per giocare a biliardino. Prima che chiunque ci possa soffiare il posto io ed AlexV ci precipitiamo, per scappare anche dalla tristezza nordica imperante.
Al biliardino la scena sembra quella da bar americano, noi tutte fighe con le nostre birrozze ed il barman ed il suo amico (che, lo dirò, erano dannatamente carini).
-Mixed Teams?
E sia. IO con il biondino,  AlexV col barman. Ta, ta, ta, la partita finisce. 
-Another? Italy vs Lithuania?
-Sure.
Io ed AlexV ci guardiamo.
-Oh, che dici, la mettiamo la scommessa? Chi vince offre una birra?
-What, what, what?
- If we win you offer us a beer.
-Ok, if We win, you offer us another game.
-Ok.
Ultimo sorso alla birra e cominciamo. 
Per farla breve, noi italiani ci distinguiamo sempre in due campi: il chiasso ed il calcio (sia pure balilla). Anche in questo caso io ed AlexV siamo state italianissime, infliggendo ai tipi una sonora sconfitta, con urla animalesche ed assolutamente poco femminili.Il massimo di urli che hanno tirato giù i ragazzi è stato un "Oh NO" tra i denti. La birra gratis sapete è ancora più buona.
Nel frattempo s'era fatta ora di andare a ballare. Io ed AlexV con un litro e mezzo di birra in corpo eravamo lanciatissime. Poi io ho offerto tre giri di shottini a lei e Dude per il mio compleanno. 
Mentre Dude shekerava AlexV in pista, io intrattenevo il finlandese, che si era attaccato tipo cozza.
Il tipo li guarda che ballano in pista e, sospirando, dice:
-Love is such a beautiful thing.
A quel punto, grazie al cielo non mi ha retto la vescica, così ho recuperato AlexV e siamo andate a porgere i nostri omaggi alla toilette. Le racconto l'uscita del nostro finlandese, ridiamo, poi lei mi si accascia sul pavimento lordo ed io faccio appena in tempo a piazzarle il bidone dell'immondizia davanti. Dude l'aveva shekerata così bene che l'aveva fatta arrivare al vomito lei che non vomita mai.
Siamo rimaste in bagno un bel po', accasciate su quel pavimento lurido, a parlare anche di cazzate, con la testa leggera leggera. 
Poi Dude ha infilato la testa nel bagno delle donne, ci ha recuperato e ci ha portato a dormire. Henry ci ha seguito fin fuori.
-Ed ora dove si va?
Dude l'ha guardato, mentre reggeva AlexV da un lato ed io stavo appoggiata al muro sul punto di addormentarmi.
-Da nessuna parte!
Inutile dire che abbiamo sbagliato svolta ad un certo punto e ci siamo  persi. In albergo siamo crollate a dormire. Ed il giorno dopo alle 7, Nazi AlexV era già in piedi e pronta per fare un ultimo giro prima di partire. Chi non era venuto a ballare o chi non aveva bevuto dormiva ancora. Noi no. Noi eravamo pronte ed operative.
E quella mattina ci siamo congedati da Vilnius.
                                                                                                                     Midori

Post Agrodolce della Domenica Mattina

Il senso di svuotamento interiore che si prova a finire un libro è qualcosa di drammatico. Se poi era una collana di libri letta tutta d'un fiato il buchetto nell'anima aumenta. A Song of Ice and Fire è stata una scoperta meravigliosa (grazie AlexV): posso solo dire che ho comprato tutti i libri in inglese e che in meno di un mese li ho divorati. Attendo il prossimo con ansia. Si, peccato che ci vogliano tre anni, come minimo. L'altra cosa che non mi è piaciuta è la qualità dell'inchiostro dell'ultimo libro, A Dance with Dragons. Sapete, no, quell'inchiostro che ci passi sopra il dito e sbava? Quello. Inchiostro non adatto alla carta ecologica utilizzata dalla Harper per la realizzazione del libro. Hanno praticamente dato alle stampe un libro che non tende all'immortalità (non era neanche un'edizione economica, ma quella figa con la copertina rigida). In queste cose la piccola prosivendola che è in me alza il capino e minaccia il mondo col dito.
Stamattina  stato bruttissimo svegliarmi, tendere la mano sul comodino per prendere il libro, cercare il segno e ricordarsi che no, è finito. A queste piccole bestemmie interiori si aggiunge Baba che mi chiama all'alba (le otto, vecchio orario...ma di domenica mattina è alba). E poi Baba mi ha passato Nonna P.
Ormai le telefonate con lei seguono uno schema preciso, lo stesso che seguivano le mie con baba quando partiva per qualche congresso.
-Midò, midori? Come stai alla nonna?
-Bene nonna, e tu?
-Tutto a posto. (tono lamentoso) E quando torni?
-A Pasqua, nonna.
-AAh (conta sulle dita quanto manca.) Na settimana?
- (ha sbagliato il calcolo.) Quasi nonna.
-C'jè bell. Mò io e Maria Midoriti prepariamo la camera. Sei contenta alla nonna?
-Si nonnna.
-Na settimana. mèh, mèh, mèh. Nu vas allà nonn.

Un tempo ero io ad occuparmi di lei, adesso è il contrario. Che piccola stretta al cuore.

                                                                                                                     Midori