giovedì 20 giugno 2013

Compagni di viaggio

Prima di partire per rotolare verso sud (rotolare letteralmente dato che ho pranzato al giapponese no limits con Judoka e sister), sono ovviamente passata in libreria.

Sono dell'opinione che i viaggi in treno siano un qualcosa di enormemente serio. I viaggi in treno hanno bisogno di un certo numero e tipo di distrazioni e non possono assolutamente essere intrapresi senza un buon libro. Ovviamente non è che il libro si possa scegliere a caso tra quelli che si hanno a casa. Oppure non si può arraffare il primo tascabile che capita sotto mano in libreria. La scelta di un libro per un viaggio in treno è qualcosa di minuzioso e viscerale.

Si deve passare per i corridoi tra gli scaffali lentamente. Prendere in mano, soppesare e chiedersi se questo libro sarà un buon compagno per il viaggio. Chiedersi cosa si vuole provare durante il viaggio. Si sta cercando un amico con il quale dialogare? Si vuole ridere a voce alta spaventando tutto il vagone? E se questo libro fosse il vicino di sedile antipatico che occupa tutto il bracciolo?
Scegliere un libro per un viaggio in treno lungo è una cosa dannatamente seria.

Il libro che questa volta mi ha chiamato dagli scaffali è una raccolta di racconti di Murakami.
Si, lo so: avevo mangiato giapponese, Murakami è il mio scrittore preferito, si tratta proprio di una scelta filosofica. Lo so, lo so. Ma vi assicuro che è il libro che mi ha chiamato.


Un po' mi ha intrigato la copertina, lo ammetto. Ma il peso, l'odore, tutto era giusto. Prometteva di essere un buon compagno di viaggio.
Così è stato.

Nei racconti di Murakami sembra non succeda nulla, ma in realtà accade di tutto. La cosa più bella è il ritrovare pezzi di ricordi che sono poi all'origine di altri suoi libri. I racconti vanno letti uno ad uno, con delle pause tra l'uno e l'altro, perché devono Affondare. 

Già dalle prime righe ho capito che era il libro giusto, perché mi sono riconosciuta in tutti i personaggi, anche se non mi ero mai trovata in quelle situazioni, anche se agivamo dalle parti opposte del mondo. Ma io ero loro.
E poi altri due plus:
  • La raccolta contiene il racconto La lucciola, primo germe di Norvegian Wood.
  • I racconti sono tradotti di Antonietta Pastore, garanzia di un amore verso la cultura giapponese e di una letterarietà che non tradisce gli originali. Anzi, lei vale anche come scrittrice. Suggerisco Leggero il passo sul tatami (primo regalo di compleanno che mi ha fatto AlexV. E scusate se è poco).

                                              Midori

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