Da quando è finita col Rufo mi capitano cose strane.
Dopo neanche 24 ore che era finita col Rufo sono tornata visibile agli occhi degli esseri umani di sesso maschile.
Ad aprire le danze abbiamo svariati ultra quarantenni che provano ad abbordarmi sui mezzi. Di solito la frase d'aggancio che usano è: "Ma sei sarda per caso?". E continuano chiedendo da dove vengo, dove vado e che studio. Ovviamente, dato che non siamo in un film o in un libro non sono ultra quarantenni sexy alla George Clooney ma brutte brutte copie di ciò che potrebbe essere definito passabile.
C'è poi un amico di Zzia che nei fumi dell'alcool ha segretamente confessato urlando alla Judoka che io gli facevo sesso.
And, last bt not the least, sono stata ricontattata dal Bisteccaro, mio ex dei 15 anni, che è da allora che è rimasto fulminato sul mio seno e non riesce a superarlo.
A parte questo ultimo caso, dovuto a Facebook, gli altri non si spiegano. Deve esserci una ragione biochimica per tutto questo, forse ho cominciato ad emanare feromoni ed estrogeni vari, non lo so.
Non me ne lamento, per carità, ci mancherebbe, però, insomma, ecchecavolo, fosse passata una settimana.
Perché sospetto che quando sarò di nuovo pronta a frequentare ragazzi non ce ne sarà neanche uno all'orizzonte?
Mentre tento di scorticare un pompelmo che ha una scorza spessa almeno due dita, appena tornata da lezione, penso a quante discipline non professionistiche che invece gli universitari praticano a livello agonistico. Primo fra tutti: la corsa alla fermata dopo sotto il diluvio, quando devi fare il cambio e proprio mentre scendi l'altro tuo indispensabile mezzo riparte. E allora c'è la corsa in stile centometrista verso la fermata dopo. E già che ci sono corro anche tra una goccia e l'altra, così non mi bagno. Date a Bolt la mia borsa dell'università: lui, l'autobus, lo perde. Mmmmarooonnn quanto è aspro questo pompelmo! Adesso avrò la bocca a culo di gallina per tutto il giorno! Poi c'è il salto della lezione,tattico per mangiare prima e non fare la fila, o per farsi anzi due ore di studio in biblioteca, e tornare poi. In una facoltà a frequenza obbligatoria, diventa veramente una sfida tra studente e professore, che invece magari alla tua frequenza ci tiene. E allora si escogitano i vari modi per risultare presente, che vanno dal banalissimo "mi mettono la firma e io esco prima che arrivi" ai più raffinati "entro, metto la firma, e sgattatiolo via senza farmi vedere". Che diventa imbarazzante se siamo in 100 e per arrivare alla porta devi per forza passare a lato del prof. Eppure, ho visto gente mimetizzarsi e scivolare praticamente sotto lo stipite, o smaterializzarsi da una parete all'altra con un'abilità invidiabile. Io invece sono una pippa in questo sport, quindi o resto o non vado proprio. Questo pompelmo non sa di nulla, a parte essere maledettamente aspro. E non mi fa pensare ad altro a parte quanto sia aspro. E quanta fame abbia e quanta poca voglia di cucinare. Altre discipline fisiche coatte che coinvolgano l'universitario medio adesso non mi vengono in mente. Io questo pompelmo lo butto. Alex V
Nonostante ogni tanto mi faccia tragici film mentali immotivati (giuro, quella di ieri era la prima volta, probabilmente connessa anche con l'apprensione di fondo che mi porto dietro in questo momento)non mi vedo come una persona apprensiva. Non sono mai stata una che chiama spasmodicamente per sapere dove sei, cosa fai, quando torni, con chi sei, cosa farai, quali sono i tuoi programmi, chiamami quando torni, hai bevuto, non guidare, mi raccomando, almeno un sms.
Ma Lui, il mio ex, è militare in missione, e sinceramente da quando ho letto che la settimana scorsa in Afghanistan uno ci è morto, non riesco a non pensarci. So benissimo quale sia il suo reggimento, so benissimo anche quale sia la sua base.
So anche che non lo devo cercare, chiamare, contattare in alcun modo. Perché, punto primo,per lui la mia presenza è deleteria. Lo so, e me ne devo fare una ragione (perché se è vero che Lui di me ne ha fatta un'ossessione, è anche vero che io non ho fatto molto per impedirglielo). E poi perché, per seconda cosa, non so neanche quale sia il suo numero, e se leggerà la mail mentre è laggiù e se mi risponderà. Ergo, potrei io stare male per niente. E poi, a che pro dovrei contattarlo privatamente? Per fargli sapere che cosa? Che lo penso, che sono preoccupata per lui?
Si ritorna al punto 1. Quindi meglio che se ne stia tutto bello concentrato senza pensare che lo cosa penso io. A me devono andare più che bene le notizie sul giornale. E la speranza che stia bene.
Mi sono risposta da sola. Ed è giusto così.
Eppure non sapere in questo caso è un tormento. Non che non dorma, non che non viva,non che non rida, ma il pensiero di fondo c'è sempre. E capita quell'attimo in cui non riesco a pensare ad altro, ed è agghiacciante.
-O bimbi, io vado a nanna, che domani ho lezione alle otto.
-A chi lo dici, AlexV, io ho sveglia all'alba...
-Io non ho università. Quindi dormirò fino a tardi.
-Vaffanculo Midori.
Stamattina. Ore 7.04.
WEIIIIWEEEEEIEEEEEEIWWWWEIEEEEEI.
Mi sveglio all'improvviso. Non connetto. Allarme. Allarme antincendio.
Cazzo. Cazzo. Cazzo. Ok, devo uscire. Ma devo coprirmi o farà freddo. Cazzo. Cazzo. Mi infilo i jeans ed una felpa da sopra il pigiama. Cazzo. Nell'ingresso mi incrocio con AlexV ed Amando. Ci segue l'uomo di AlexV. Non c'è adrenalina, siamo ancora morti di sonno. Sul pianerottolo incrociamo gli altri, scendiamo le scale, poi punto di raccolta.
-Gente falso allarme. Quasimodo del 7b ha bruciato il caffè sul fornello.
AlexV ripeteva "Io vi odio. Tutti. Vi odio". Amando ha bestemmiato ed è scappato in università. Io ero basita. L'uomo di AlexV taceva con uno sguardo assassino. Quasimodo si è fatto piccolo piccolo ed ha avuto la geniale idea di sparire, dato che rischiava il linciaggio. Cavallo Pazzo ed Orso avevano gli occhi sgranati.
-Ragà, caffè da noi?
-E andiamo.
Come tutte le vittime di calamità naturali (in questo caso la calamità è Quasimodo) ci siamo trovati in salotto, con plaid sulle spalle e tazze di caffè fumanti.
AlexV continuava a ripetere "Vi odio tutti".
Non riuscivo a darle torto.
Midori PS: Io non ripetevo "Vi odio tutti". Ripetevo "Devono morire tutti", rivolto a chi ha fatto scattare quel dannato allarme proprio mentre mi alzavo dal letto, traumatizzandomi a morte. Alex V
Ultimo piano figo, nessun rumore di tacchi che si ritirano la sera alle 4. Ottimo.
Bagno con mega finestrone per il ricambio d'aria. Ottimo.
Cucina che può contenere addirittura più di una persona contemporaneamente. Favoloso.
Stanze da letto grandi. Meraviglioso.
Contro
Esposizione a nord-ovest della mia stanza.
Ieri mi sono beccata un bel colpo di freddo andando in giro con i miei. La temperatura è calata bruscamente, oltretutto. Stamattina, essendo più dolorante di una nonnetta con l'artrosi e l'osteoporosi sono rimasta a casa.
Amando ed AlexV hanno corso il rischio di ritrovarmi morta per assideramento. Ad un certo punto avevo non so quanti strati di pile addosso.
-Non sono mai stata una persona apprensiva. E nemmeno ossessiva. E neanche opprimente.Dai, insomma Midori, lo sai. Ormai mi conosci. Ho un rapporto con il cellulare ottimo, nel senso che non lo uso mai, o quasi mai, telefono lo stretto indispensabile e non rispondo mai. O quasi. Solo che sono partiti due ore fa, dovevano prendere due cose dal vecchio appartamento e non sono ancora tornati! Mi riferisco a MioUomo e Dude che l'accompagna. -Hai provato a dargli un colpo di telefono? -MioUomo ha dimenticato il cellulare qui, e Dude ha il telefono staccato. -Certo che si son proprio messi d'accordo eh? -Dude non ha mai il telefono staccato, lo sai quant'è preciso lui! -Alex, non volevo essere io a dirtelo ma...il TuoUomo e Dude hanno fatto la fuitina: sono scappati in Brasile, mi dispiace -Che è successo qui? -Niente, Amando, è successo l'inevitabile: il SuoUomo ha preferito Dude ad Alex e l'amore ha trionfato sulle norme sociali. -Niente, è che sono partiti due ore fa e ancora non sono tornati...e Dude ha il cellulare spento...e il MioUomo corre con la macchina... -E vabbè, dai, si saranno fermati a parlare con i vicini -Ho chiamato la sua vicina, dice che non li ha visti -Vogliamo chiamare il Policlinico e chiedere? -Mmmm...no...cioè non lo so...mi sembra eccessivo...dai, se non arrivano entro mezz'ora telefoniamo... Una mezz'ora d'agonia dopo. -Alex, vedi che Dude sta salendo le scale. -Fiùùùùùù -Alex...però... -Sì, Midori, lo so: la devo piantare di guardare Grey's Anatomy la sera prima di andare a dormire e pensare ai peggio scenari. -Ecco. Alex V
Dopo una bella cenetta chez Amando-AlexV et Midori, ieri sera si è fatto un giro in centro. Ma il pezzo forte era oggi. Alle nove già io, i miei e gli amici di famiglia al seguito, trotterellavamo per Roma. Io guidavo, mostrando a tutti l'assoluta padronanza delle strade romane, anche se non avevo la minima idea di dove stessi andando. Eppure, nonostante il mio senso dell'orientamento barbino abbiamo fatto un bel giro. E poi abbiamo aspettato che Renzo e Lucia ci raggiungessero. Si, perché le riunioni di famiglia noi le facciamo in grande: ovvero ci mettiamo tutti d'accordo su una data e convergiamo in una parte precisa dell'Italia (ovvero o Milano o Roma).
Abbiamo visitato la mostra di Vermeer alle Scuderie del Qurinale, dove ho comprato un poster che a breve troneggerà sulla parte della mia stanza:
E poi abbiamo vagato per Roma, stretti stretti contro il freddo, con l'odore delle caldarroste, che a Roma si sente tutto l'anno, ma vuoi mettere con quest'aria finalmente autunnale, mentre stai a braccetto con Baba e guardi le vetrine con Mutti, mentre Lucia ti prende per mano e ti indica un artista di strada.
La parte più brutta sono i saluti. A Termini con Renzo e Lucia. Sotto casa con Mutti e Baba. Ed il countdown per Natale che è partito nel momento in cui mi sono tirata il portone alle spalle.
Mi sono fatta le scale trattenendo le lacrime, ho infilato le chiavi nella toppa, ho aperto la porta.
-Ragazzi, sono a casa.
AlexV è venuta ad abbracciarmi, e poi anche Amando.
Allegra comitiva a pranzo dalla Bedda. Momento del caffè. Spadino (uomo della Bedda) esordisce con: -Oh, gente, io oggi vado all'Ikea, chi è con me? -Spadino, ma che ci vai a fare all'Ikea? -Eh, mi serve una lampada, 6 o 7 cuscini... -6 cuscini? -Sì, sei cuscini -Ma che ci devi fare con 7 cuscini? Il remake de La principessa sul pisello? -Ho deciso di farmi un divano -Come "farti un divano"? -Partendo dai cuscini? -E compratelo, no? -Sì, in effetti dovrei vedere per comprarmelo...no perché i film li devo guardare in stanza ché c'ho il coinquilino rompicoglioni (il Virgineo, aehm) e tu hai visto la mia stanza, no? Ha una conformazione strana e quindi mi torna male vederli dal letto...che poi è scomodo per guardarci i film seduti...Maestro, lei cosa ne dice? -Che la roba dell'Ikea mi fa schifo -No, ma vedi che i divani dell'Ikea hanno quella copertura che si sporca subito, poi tanto prenderesti quello da due che è scomodo -Ah, sai cosa è comoda? La poltrona quella con lo scheletro in legno! -No! Quella ce l'ha mio fratello, e se provi ad allacciartici le scarpe si ribalta! E' testato! Da mio fratello, s'intende -Figurati se provi a farci altro! -Ma comprati una brandina -Ma è scomoda! -Bedda prima dici divano, poi dici brandina: insomma, anche te deciditi! -Non se ci metti i cuscini -Allora mi servono 6 cuscini -Oh, oh, se vai all'Ikea mi compri i biscottini allo zenzero? -Anche a me! -Anche a me! e finì tutto a salmone, tè e biscottini allo zenzero. Alex V
Ok. E' domenica mattina, ho fatto tardi ma mi sono alzata presto, e adesso devo studiare. Perché ho gli esami e devo studiare. In casa dormono tutti perché tutti hanno fatto tardi, ma io ormai sono in piedi, e quindi devo studiare. O no? Bhè, in effetti ci sarebbe la cucina da pulire, i piatti da lavare...no, ha lavato tutto Amando, quell'uomo è anche troppo puntuale. E poi con i genitori di Midori in visita è tutto tirato a lucido. Allora allora allora... Maledetta a me che questo settembre mi sono ripromessa che il mio motto per la casa, anziché
ACCUMULA ACCUMULA ACCUMULA E IGNORA!
(che ha funzionato per ben 2 anni) sarebbe diventato:
TENERE PULITO
E' PIU' FACILE CHE PULIRE
Che in effetti funziona alla grande. Quindi adesso mi tocca. Mi metto alla scrivania, apro i libri e...ehi...un attimo... Ikea, una domenica pomeriggio di inizio ottobre. -Uhhhh! Guarda, MioUomo, c'è l'asse da stiro piccolo in offerta! -Ah, perché, non ce l'hai già? -No, in realtà io e Midori non stiriamo mai, e le camicie le portiamo sempre in lavanderia...però è uno sbatti...in momenti critici al massimo chiediamo tutto a Dude, che però ha un ferro da stiro ridicolo e un asse sfondato...che dici, lo compro? Per 4 euro e 90... Il caso volle che al centro commerciale ci fosse in offerta un mirabolante ferro da stiro a soli 14,99. E così, pur di non studiare, stamattina ho stirato. Ho stirato due camicie. E' la prima volta che mi stiro qualcosa da sola in vita mia. Data epocale, è pure cambiato il tempo. Più che a una studentessa di medicina, rischio di finire come una casalinga disperata... Se lo sa mia madre, mi insegue con il battipanni. Alex V
Ieri sera sono andata a dimenticare i miei dispiaceri in campagna. Come Jane Eyre che scappa da Thornfield Hall dopo la scoperta della bigamia di Rochester. Ecco, io sono andata con la Judoka da Zzia, dato che al suo paese c'era una sagra.
Non importa quale sia la domanda, il vino è sempre una risposta molto adeguata.
Poi Zzia ha cugini che lavorano in tutte le cantine, quindi ad un certo punto ci siamo ritrovate con bottiglie di vino offerte a simpatia, sangria, biscottini al vino, patatine e tanto amore, in un clima volemose bene e beviamo come se non ci fosse un domani.
Oggi il mio ritorno a casa era previsto per l'ora di pranzo, in modo da sistemare casa in attesa dell'arrivo dei miei domani. Ma come spingere giù dal letto tre ventenni che si sono ritirate ubriache perse? Solo alle 12 siamo riuscite a trascinarci fino alla cucina. A quel punto mi è squillato il telefono.
-Midori, tesoro! Che tempo fa oggi a Roma?
-Mmmm, piove..mmm
-Ma dormivi?
-Eh...
-Vabbè, noi comunque arriviamo stasera! Abbiamo anticipato! Non sei contenta?
Flash: la mia stanza, disordine, puzzone di sigarette, bagno lurido e sacco della biancheria sporca pieno fino all'orlo.
-Ma per che ra arrivate?
-Per le 6.
Sono riuscita ad arrivare a casa alle due. La scena è stata più o meno questa.
Per fortuna che Amando ed AlexV mi sostengono.
Adesso casa è linda e pinta, i miei stanno per arrivare ed ho le occhiaie che mi scendono fino alle ginocchia.
Quando Luca ti dice "Venerdì cena a casa mia! Dai, venite!" ti armi di bottiglie di vino e di un buon amaro per andare. Un po' titubante, perché non sai chi c'è e di gente che conosci ci sono te, Cavallo Pazzo e Dude, appunto. Amando e Midori sono per altri lidi, e il MioUomo è a casa. E poi Luca non è amico tuo, è amico di Cavallo Pazzo, quindi non sai bene cosa aspettarti. Dai, venerdì sera diverso. Ma non me l'aveva detto nessuno che era una festa Erasmus! Almeno non c'è da preoccuparsi di chi conosci e chi no, fino alle 2 ha continuato ad arrivare gente nuova! Di sicuro c'è che eravamo troppi in un posto troppo piccolo, e gli unici movimenti concessi erano quello di scivolamento tra i vari corpi o la rotazione su se stessi, per parlare con più gente possibile. Simile a una di quelle feste di compleanno in cui conosci solo il festeggiato e poi te la devi cavare da te se non vuoi stare a morire in un angolino, però sono più o meno tutti nella tua stessa situazione. Ah, e devi parlare inglese. Almeno un minimo: è ottobre, molti ancora non sono pratici dell'italiano! Poi gente che ci prova, con tutti e con tutte, ma devo dire moderatamente e solo il minimo indispensabile: dai racconti leggendari dei miei compagni d'università che c'erano già stati (e qualcuno c'era pure ieri sera, yeah!) mi aspettavo qualcosa di molto più sopra le righe. Oddio, è anche vero che c'era un cinese in tight, che era di per sé una cosa sopra le righe. E poi niente, queste serate come nascono finiscono, e un Dude torso come pochi ti ricorda che c'è da andare. Alex V
Ad un certo punto non è che si possa continuare a dare craniate al muro. O ad ignorare l'elefante seduto in stanza con voi. Ad un certo punto bisogna dirselo, sinceramente e come coppia. Abbiamo un problema.
Premettendo che è una delle frasi più brutte che una persona possa sentirsi dire, la frase che fa camminare sull'orlo del precipizio. A volte porta a cambiamenti epocali nella relazione: da oggi rivoluzioniamo tutto e ci amiamo in una maniera completamente nuova, ricominciamo da noi due e sistemiamo il contorno. A volte porta a cambiamenti epocali e basta: finisce e non c'è molta più speranza di recuperare.
Io sono una grande negazionista dei problemi di coppia. Si tratta sempre di periodi, sindrome premestruale o problemi con l'università, o gelosie infondate. Ma il rapporto no, fino all'ultimo sono convinta vada bene. Fino a quando non riesco più a raccontarmele, queste pietose cazzate che dovrebbero far filare tutto liscio, ma nascondono solo la dura verità: c'è una malattia nel corpo della relazione. Tante volte in tre anni e mezzo si è riusciti a salvarla, col Rufo. Siamo stati dei bravi medici.
A volte però è terminale e diventa solo accanimento terapeutico.
A nessuno piace chiudere una fase della propria vita in cui si è stati felici, si ha amato e si è creato qualcosa di speciale. Ma poi si torna a riva. Insieme ai rifiuti. Come sulla spiaggia di Follonica.
E che puoi dire, che puoi fare? Si può provare a farsi male. Ed anche in questo io ed il Rufo siamo stati bravissimi, perché ci siamo feriti in una maniera che non credevo immaginabile. Ai limiti della dignità.
Il colpo finale: la distanza. Perché se a 500km di distanza non hai voglia di sentire la persona che per tre anni e mezzo è stato il tuo cuore e stomaco e polmoni, diventa innegabile: il problema c'è.
Non importa di chi sia stata la colpa responsabilità (lo diceva sempre il mio professore di filosofia del liceo, che il termine colpa è abusato e che solo chi si macchia di reati è colpevole di qualcosa): un po' mia, un po' sua, secondo il proporzionale, il diretto o il ballottaggio. Si è arrivati a questo. E bisogna trovare il metodo meno doloroso per farlo.
Basta enunciare cazzate come l'esistenza di metodi indolore. Non esiste la ceretta indolore, figuriamoci la fine di una relazione. In ogni caso come si fa e si fa, si sbaglia sempre. Si tratta di salvare il salvabile.
Basta anche con la cazzata del chi lascia non soffre. Chi lascia soffre esattamente come chi è stato lasciato, con la differenza che non ha la simpatia del resto del mondo, perché "l'hai lasciato tu, cosa pretendi?".
Fatto sta che ogni volta è un salto nel vuoto, un lasciarsi dietro un posto dove si è stati felici per cercare fortuna all'Ovest, come pionieri nordamericani, con tanto di carro.
Ci vuole un maledettissimo coraggio.
Magari poi, mentre si sta lì a definire le cose pratiche (perché dopo tre anni e mezzo è un divorzio), allora ci si ricorda i momenti vissuti insieme e si attesta che a parte l'ultimo periodo è stata una storia meravigliosa. Si piange un po', per un attimo balena la pazza idea di tornare insieme ("lui mi ama ancora, siamo stati così bene in passato, funzionerà!"), ma basta poco per ricordarsi che ciò che è stato è andato.
Allora dai, ci risentiamo, ok, proveremo a rimanere amici, quando farà meno male, sicuro allora, ciao, ciao, è così difficile mollarsi, già, lo so, stiamo altri due minuti, ok. Adesso basta.
Gli spietati salgono
sul treno e non ritornano
mai più, non sono come noi
perduti antichi eroi
noi due che al binario ci diciamo addio…
Tre anni e mezzo bellissimi, ma anche dolorosissimi. Grazie Rufo.
Questo post è dedicato a tutti i maschi fidanzati e alla loro crisi d'ansia da "ommioddio-è-il-Suo-compleanno/Natale/Anniversario-adesso-che-cosa-le-regalo". Evitare di ritrovare il maglione verde con i fiori fucsia in rilievo che le avete regalato l'anno scorso nella cuccia del cane non è così difficile. Basta attenersi a 5 facili regole: Regola numero 1: NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO(programmate prima) Inspirate profondamente, espirate, guardate il calendario e rilassatevi: giocate in largo anticipo, il suo compleanno/Natale/anniversario è almeno tra una 15 di giorni. Se invece è domani, o peggio, oggi, bhè, allora tanti auguri: 9 volte su 10 siete fottuti- si sa, la fretta è cattiva consigliera*. Preparare un piano d'azione è molto più divertente e producente. Regola numero 2: TASTATE IL TERRENO(per trovare la pista giusta) Personalmente, non sono una fan dei regali programmati. Certo che in questo periodo spendere soldi ad cazzum non piace a nessuno, chiedete, più o meno esplicitamente, di cosa avrebbe bisogno in questo momento...o meglio "Amore, cosa vorresti per il tuo compleanno?". Se non volete chiedere, Uscire a passeggio per il centro lasciando alla vostra metà il tempo di esplorare vetrine e negozi può essere una buona soluzione, a patto che osserviate le varie reazioni suscitate dai diversi stimoli: scarpe, borse, vestiti...Se state camminando e la vostra lei improvvisamente inchioda e assume la tipica posa ... ...bhè, ci sono buone probabilità che abbiate fatto bingo. Regola numero 3:I SEGNALI SPESSO NON SIGNIFICANO MAI(quindi teneteli sempre presenti) Se avete portato la vostra lei in giro per negozi, le avete concesso il tempo per provare quello che più le piaceva senza batter ciglio e vi siete pure concentrati (quando normalmente avreste solo massacrato le balle per continuare a camminare fatto finta di non esserci), state pure certi che lei ha capito che il vostro interesse non è per nulla disinteressato. Allora diventerà molto collaborativa, e inizierà a mandarvi segnali molto chiari: -Mmmm avrei proprio bisogno di un cappotto... -Mmmm ma che bello questo cappotto, non trovi? -Certo che dovrei proprio comprarmi un cappotto... NB: la vostra lei potrebbe provare a mettervi la pulce nell'orecchio anche senza bisogno di andare in giro per negozi, con frase buttate lì ad arte e apparentemente innocue, tipo "Mi si è rotto l'orologio" o "Non ho un profumo", ma ammetto che saper cogliere questo tipo di input non è roba da novellini. E poi, portandola per negozi, vi risparmiate anche lo sforzo della scelta tra oggetti che, a un occhio inesperto, appaiono praticamente uguali. Regola numero 4: LA PAROLA ALL'ESPERTO (sa cose che voi non sapete) Se nonostante tutto ancora brancolate nel buio (cosa assai improbabile), o vi siete dimenticati qual è la taglia della vostra ragazza (cosa assai più probabile, anche perché probabilmente non l'avete mai saputo) rivolgetevi all'amica più stretta (amica più stretta della vostra ragazza, non vostra) : esperta conoscitrice dei suoi gusti e dei suoi segreti, vi aiuterà a non commettere il capitombolo finale. Ché, visto tutto lo sforzo profuso fino a questo punto, sarebbe proprio un peccato. Regola numero 5: NON PRENDETE STUPIDE INIZIATIVE AUTONOME (come dice la Orange) Se vi siete attenuti alla regola numero 3, la vostra donna ha capito benissimo, e si aspetta che voi cogliate il messaggio, che è stato lanciato in maniera fin troppo forte e chiara (almeno, secondo lei). Quindi non complicatevi la vita, attenetevi a quanto deciso (anche se non apertamente dichiarato). A questo punto, mettete da parte i dubbi: potete avere la ragionevole certezza che quest'anno col regalo farete goal, le avete letteralmente "letto nel pensiero". Al massimo, seguite la regola 4. E fidatevi a questo punto anche del vostro istinto: sarete sorpresi, eppure tutti quei giri in centro in cui la vostra lei blatera su cosa è figo e cosa no, e su cosa si comprerebbe e cosa no, hanno lasciato il segno. Non fatevi fuorviare dalla commessa: voi, piccoli maschi impauriti, finireste ancora più confusi. Non fatevi neppure fuorviare dall'amica della vostra amica: la vostra donna non l'ha nemmeno mai vista. Soprattutto: non iniziate a pensare laterale, tipo "Ma questo magari le può piacere, solo che l'altra volta non l'ha visto". Allenata da anni e anni di shopping estremo, la vostra donna conosce a menadito la disposizione dei manichini e delle collezioni di Zara, ed esclude a colpo d'occhio tutte le cose che sa poco interessanti per lei e i suoi gusti. Se non ha visto qualcosa, è perché non l'ha voluto vedere. Punto. E' fondamentale capire che la vostra donna sa quello che vuole e come lo vuole, perché altrimenti, per scrupoli non richiesti, vi ritrovate a comprare un cappottino scampanato con maniche 3/4 al posto di quello lungo e militare che avevate visto insieme e andava benissimo. Anche perché la manica a 3/4 su un cappotto è utile quasi quanto un paio di moonboot aperti davanti. (cit. Orange) C'eravate quasi, al regalo perfetto, e invece vi siete fatti traviare all'ultima curva, poco prima della luce, neanche foste Orfeo e Euridice. Ma non preoccupatevi: festeggerete lo stesso a mezzanotte con lo spumante e le risate. Dopo tutto, come disse il MioUomo consegnandomi il pacchetto,
Se non ti piace lo puoi sempre cambiare.
Invece, l'uomo che si è creato un sacco di problemi pur di trovare una cosa che ti piacesse davvero per il giorno del tuo compleanno, quello non si può cambiare. Perché è bello così. E meno male! Alex V *PS: idea per i deprecabilissimi ritardatari: i diamanti sono i migliori amici di una donna, ma anche l'oro non scherza. E poi, si fa fondere che è una meraviglia. Ma anche portarla in libreria e dirle: "Scegli tutto quello che vuoi" non è malaccio. Se la vostra donna legge molto, però, forse ve la cavate più a buon mercato con un anello ;)
- Allora Le Figarò, come va? - Mah, guarda, proprio in questo momento sto prenotando il volo per casa...e devo anche muovermi! -Come mai? Che è successo? -No, ma niente, solo che ero d'accordo con la mia amica d'università che saremmo tornati assieme, e poi invece lei ha prenotato da sola e adesso per prendere lo stesso volo mi devo muovere sennò non trovo posto... -E ma non è colpa mia! E' che mio padre mi ha chiamato oggi per farmi il biglietto! -Ecco! Cioè, ma voglio dire: ma la senti? "Mio padre mi ha fatto il biglietto"! Ma ti sembra normale? Hai 20 anni, vivi fuori casa e ancora ti fai fare i biglietti da tuo padre! Cioè Alex ma ti sembra normale? -Mah, guarda,anche a me è MioPadre che di solito fa i biglietti -ODDIO! Ma io appena sono venuto a Roma ho iniziato a farmi i biglietti da solo! Io non lo so, poi volete pure passare per indipendenti... -Scusa, Le Figarò: chi è che ti compra le mutande? -... Colpito e affondato. Finché è mammà che ti compra le mutande, non intavolare discussioni che potrebbero rivelarsi imbarazzanti. Per te. Alex V
-Allora, dai, su un'aula intera c'è qualcuno che sa citarmi la lettera che Ingrid Bergman mandò a Rossellini?
Una ragazza alza timidamente la mano.
-Ecco, brava la signorina! Ci dica, ci dica...
-Mi pare fosse una cosa del genere: Se ha bisogno di un'attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo "ti amo", sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei.
-Esatto signorina. Immaginate come doveva stare male la povera Anna Magnani. Del resto, come ci ha detto la cara sosia... [si ferma. Guarda meglio la studentessa] la sostitut... [si riferma. La riguarda] La vostra collega...
Prendete una cantina, porchetta, amatriciana, carbonara ed un vinello sincero, giovani con un età tra i 20 ed i 23 ed otterrete quello che è successo ieri sera.
Io ero partita preparata.
Avevo lasciato il letto pronto, con pigiamo sul cuscino, bacinella già strategicamente vicino al letto. Bacinella della quale non c'è stato bisogno, grazie al cielo.
Però Dude ha un livido grande quanto una mela sul gluteo destro, a quanto afferma ed io ho un bernoccolo grande quanto un mapo sulla fronte. Bernoccolo che è colpa di Dude, ovviamente.
Il problema di Dude quando beve è che diventa ancora più molesto di quanto sia normalmente da sobrio.
Due anni fa quando andammo a ballare era così ubriaco marcio che prese me ed un'altra amica sottobraccio e cominciò a fare un passo tipo incrociato, molto sirtaki ma che prevedeva degli sprint in avanti appena la calca si apriva un po'. Ora, fatelo voi il passo incrociato con lo sprint se avete bevuto non so quanti cocktail ed avete un tacco 9. Fatelo. Praticamente ci hanno dovuto scollare dal pavimento con la spatola. E noi ridevamo.
Ieri, di ritorno a casa, Dude passa a vedere come stessimo. La mia borsa sul tavolino di fronte al divano.
-Vuoi vedere che te la lancio in faccia?
-Tanto non lo fai.
Tonf.
-Ahia, Dude, mi hai fatto male!
-Dai che non è niente, io sono caduto dalla panca. Aspè, ti soffio sulla bua.