giovedì 27 settembre 2012

Ancora sull'uguaglianza tra i sessi e altre questioni tecniche

Qualche mese fa, a lezione di fisiologia, vennero fuori un po' di cose interessanti sull'argomento uomini/donne che io avevo riassunto in questo post.
Ora sto riprendendo il mano tutto il malloppone (esame in vista) e l'argomento "ormoni e comportamento" non stanca di affascinarmi a livelli estremi. 
 Esempio estemporaneo: i livelli di ossitocina, nella femmina e nel maschio, influenzano fortemente il comportamento sociale e affettivo, contribuendo a instaurare un senso di fiducia reciproca (non a caso se ne ha un picco durante e dopo l'orgasmo), è responsabile del comportamento materno e anche paterno verso la prole, e pure di un comportamento socievole e non aggressivo. Tant'è che se ne riscontra una carenza in certe forme di autismo.
Ecco, io tutte volte che studio argomenti di questo tipo mi esalto.

Torno a focalizzarmi però sulle differenze tra cervello maschile e cervello femminile, anche perché quest'estate ho lasciato cadere la cosa.E' chiaro che lo schema da me sintetizzato nell'altro post non è altro che una generalizzazione stilata su basi statistica. Riportando i risultati in un grafico, esiste una gaussiana (Aidi, se sbaglio, correggimi), c'è uno standard (anche se in questo campo non so quanto sia corretto parlare di standard, ma tant'è) e poi ci sono le sfumature(più di 50 e non di grigio).  
Ma per tutti quei casi che non si riconoscono in questa "categorizzazione", che si dice? 
La forma mentis di una persona ha davvero una forma fisica (cit. Raffy) e quanto è giusto che ce l'abbia (aggiungo io)?
Eh, bella domanda.Pensandoci e ripensandoci, arrivo alla risposta più scontata: è una questione filosofica alla quale non sono in grado di rispondere (grazie, questo lo si sapeva anche a giugno).In termini teorici,uno bravo potrebbe anche trovare una bella soluzione, ma il fatto è che in termini pratici il chi siamo noi è collegato alla singola individualità di ognuno, all'epigenetica, all'ambiente in cui cresciamo e a tutta quella imprevedibile casistica che rende ognuno una persona unica.  

Al di là di chi siamo, nell'ambito della medicina e della ricerca si sono scervellati i molti e in più campi per capire come e perché diventiamo quello che siamo. Ricollegandoci alla differenza tra lo sviluppo delle varie aree cerebrali maschio/femmina, pare che gli omosessuali abbiano un cervello più simile al "tipo" femminile. E una ricerca condotta sui nati a Berlino nel '45 ha rivelato che vi è una percentuale significativa di omosessuali tra i nati dopo il bombardamento rispetto a quelli nati prima (o molto dopo, tipo nel '46).
Conclusione: il comportamento materno durante la gravidanza influenza il sex brain difference nonché l'orientamento sessuale.
E questo è tutto molto interessante.
Fin qui abbiamo spiegato alla bell'e meglio il maschio (anche se più che darmi risposte, questi studi mi fanno sorgere nuove domande. Ma apprezzo lo sforzo di chi li ha condotti).
Ma per le femmine? Lesbica si nasce o si diventa? La questione a questo punto può essere posta anche in termini inversi, ovvero: etero si nasce o si diventa
E, questione ancora più spinosa: i bisessuali???? (tralasciando poi tutto il campo di transgender e ermafroditi)
Allora, quelli a cui mi sono rivolta mi hanno consigliato di seguire una ricerca danese che sta studiando, appunto, l'omosessualità femminile. 
Già, perché gli studi fin'ora erano focalizzati solo sui maschi. Si sa poco su "come funziona la femmina"  di default, figurarsi se si sa come e quanto contano gli ormoni sul suo orientamento sessuale!
E con questo non voglio dire che del maschio si sappia di più, solo che nell'ultimo secolo del maschio se ne sono occupati di più (e a questo proposito evito la riflessione sul maschilismo imperante della società moderna). A partire da Freud e Jung, che forse qualcosa ci avevano preso. Toppando però su tutto il fronte a proposito del gentil sesso.

Uguali...diversi...sempre animali siamo. E in fondo, per quanto questi studi mi interessino parecchio, sono pur sempre studi. La vita è un'altra cosa, e per fortuna va avanti felice anche nella totale ignoranza del perché la gravità ci faccia cadere a terra anziché sollevarci.

E' per questo che ritengo insensata, anzi, quasi brutale, la decisione di una coppia del Canada, che ha deciso di crescere i propri figli senza rivelarne il sesso (né agli altri, né a loro).
Al di là dell'impossibilità della cosa (materialmente: suvvia dai, ma come fai?...),va bene la parità di trattamento, ma una cosa del genere mi pare un tantino eccessiva!
Che siano rimasti troppo colpiti da Extraterrestre alla pari?

Alex V-studiante



5 commenti:

  1. o.O davvero esiste una famiglia che ha deciso di non rivelare ai propri figli il loro sesso??? ma poi mi chiedo.. "intendono allevarli in un bunker??" se così fosse (e se vogliono riuscire nel loro intento, così devono fare) sarebbero perseguibili PENALMENTE!!! ma poi che senso ha???? mah.... o.O

    tieni botta=)

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    1. Pare. E' una storia che hanno raccontato durante una conferenza con tema "gender e trans-gender" in università. Io infatti sono basita :/
      ;)
      Alex V

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  2. Ti ringrazio per avermi citato, mi hai fatto sentire parte di qualcosa di speciale *____*
    Come sai, trovo anch'io che l'argomento sia affascinantissimo... c'ho ripensato proprio l'altro giorno mentre studiavo le differenze fra il "linguaggio femminile" e quello "maschile": i maschi usano il linguaggio per affermare il loro status e consolidare la loro indipendenza, per questo tendono a "prevaricare" la donna verbalmente e spesso continuano a fornire informazioni a persone che sono visibilmente disinteressate. Le donne, invece, usano il linguaggio per rinforzare i legami affettivi, per questo a volte gli uomini trovano la conversazione femminile troppo confidenziale o triviale. In più le donne evitano di interrompere o rispondere in modo troppo asciutto, e usano frequentemente la forma epistemica: "penso che...", "forse", "probabilmente", "una specie di..."
    Tutto questo mi ha fatto capire ancora di più quanto le categorie di "uomo" e "donna" siano per certi versi ben definite, ma per altri così labili, visto che non sono in grado di riconoscermi in nessuno dei due "genderlects".
    Quella della famiglia canadese è chiaramente un'estremo, ma comincio a pensare anch'io che l'identità di genere sia qualcosa di troppo complicato per poter essere etichettato e classificato... perchè oltre al sesso biologico, le influenze socio-culturali sono determinanti nel definire chi siamo. Tuttavia, non riesco a non pensare che queste differenze, tra individuo e individuo (piuttosto che tra uomo e donna), siano "fisicamente" visibili. Voglio dire, se ci sono, dovranno pure star scritte da qualche parte? :S

    :S Avrò scritto cose sensate?

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    1. U.U che bel commento Raffy! Io sull'uso del linguaggio quasi quasi c'avrei fatto un post!
      Comunque, a breve inizio quel famoso corso d'approfondimento...e appena ne saprò di più, lo metterò per iscritto :)
      Alex V

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    2. Grazie *____* Sono molto curioso... mi sento in'infiltrato a Medicina :P

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