venerdì 14 settembre 2012

Dietro la maschera

Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera. 
Non è stato Cioran l'unico a capire che tutti noi, ogni giorno, portiamo una maschera, anzi, più maschere, a seconda dei casi e delle occasioni. Certo, c'è chi ne indossa una più visibile di altri...

Il solito tran-tran romano adesso comprende la sveglia la mattina mia e di Dude (Amando no, poverino, che lui gli esami li ha finiti, lasciamolo dormire) e una bella colazione con cappuccio e cornetto al bar sotto casa. Ed è lì che stamattina un ancora sonnacchioso Dude ha sbottato:
-Oh, ma l'hai vista quella? Ma come fa a lavorare tutto il giorno con quella maschera?
Alzo lo sguardo dal mio cappuccino, e imbrocco al volo la faccia della cameriera: cerone caraibico, 2 tonalità di ombretto in tinta che arrivano fino alla tempia, matita, eyeliner, mascara up and down, rossetto, matita, lucido. 
-Cioè quella c'avrà un anno più di noi e così conciata sembra ne abbia dieci di più! Ma avrà 2 mm buoni di trucco!
-Vabbè Dude, hai presente la Madrina?
-Sì
-L'hai mai vista senza trucco?
-No
-Nemmeno io.

Allora, io ho iniziato a truccarmi (il che vuol dire o occhi o bocca, mai entrambi insieme, e il massimo che faccio oltre a mettermi il mascara è dare una passata di eyeliner) l'anno scorso. Quindi mi manca sia la tecnica, sia la spavalderia, sia la cultura dell'andare in giro con una vera maschera al posto della faccia.Del resto, MiaMadre non si è mai truccata, quindi mi mancava sia l'esempio sia la materia prima, perché in casa mia i trucchi sono sempre stati ridotti all'osso (matita nera, mascara, fondotinta, fard: niente di più che il necessaire per le grandi occasioni). Però se ci penso bene non sono poche le persone che conosco che invece non escono senza almeno un filo di trucco, soprattutto qui a Roma. 
Perché lo facciamo?
Per apparire più belle?
Per apparire più curate?
-Ma se quei mascheroni vi fanno sembrare orribili (e lo so che Dude qui avrebbe voluto aggiungere anche "e oche e superficiali", ma questo perché è Dude).
Copertina di "La Maschera"
di Paola Poggioli, storia yaoi
che ha stregato la mia migliore
amica Orange (in effetti,
è un libro che si fa leggere ;))
Quando si parla di un make-up basic, chiaro, la vanità c'entra eccome.E c'entra anche l'idea che noi abbiamo di noi stesse (tanto per ricollegarsi alla famosa questione del bello). Ma quando si arriva al mascherone, secondo me, il nocciolo della questione è un altro.
Ci conciamo come alberi di Natale per sentirci protette, per concretizzare la massima di Cioran, inconsapevolmente. Mettiamo così una barriera più mentale che fisica tra noi e il resto del mondo, e possiamo affrontarlo con meno paura.
Non ho altra spiegazione. Perché veramente la cameriera del bar sotto casa sotto quei chili di fondotinta e chissà che altro è una bella ragazza,anche se lo nasconde bene.








Alex V

4 commenti:

  1. "una è tanto più autentica, quanto più somiglia all'idea che ha sognato di se stessa" - Tutto su mia madre

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  2. io sono la dannazione di mia madre, estetista, e mia sorella casalinga make up artist...al di là di mascara e terra non so andare...

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    1. Ahahaha! Bhè, mi sembra giusto: mica vuoi omologarti! :) :P
      Alex V

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