venerdì 27 luglio 2012

Valentina e le Avanguardie parte 1

O meglio: Le Avanguardie e Valentina, per rispettare l'ordine cronologico.


La mostra delle Avanguardie Russe all'Ara Pacis merita tanto. Se (incautamente) venite a Roma in questo caldo periodo, andateci, ma prima munitevi di copri-spalle perché dentro ci saranno 18 gradi, per permettere a quel belloccio del tipo che controlla che nessuno rovini i quadri di stare in  giacca e cravatta. 
Io ci sono andata con Ipazia, mia fida compagna di avventure in assenza dei corrispettivi ingegneri, e tutte e due siamo rimaste affascinate. Dentro infatti ci sono quadri di un giovanissimo Chagall (che venero da quando avevo 15 anni e per circostanze poco chiare finii nel suo museo a Nizza) e poi Kandiskij, e di lui dimenticatevi quadri cerchi e triangoli perché quelle nella mostra son opere in cui ancora l'astrattismo puro era lontano (però caspita, che belle!).
La sua Piazza Rossa di Mosca è incredibile, non l'avevo mai vista neppure su un libro (anche perché al liceo ho studiato Storia dell'arte ad cazzum) e son proprio rimasta di sale:


Avanguardie Russe in mostra allAra Pacis di Roma

Peccato non ci fosse una stampa, perché  mi piace parecchio...
Tutti gli altri pittori e artisti non li conoscevo (a parte Tatlin, di cui avevo vagamente sentito parlare) ma non mi hanno deluso affatto: 
dalla Goncharova, a Falk, Rodchenko, Lubov, Malevic, e ancora tanti altri!


Poi vabbé, davanti al poster di informazione che sentenziava "...la ricerca di un'arte esatta, simile al lavoro dell'ingegnere..." accanto al "Paraboloide iperbolico" di Marakova, ci è salita un'ansia da esame di analisi II (che nessuna delle due ha fatto direttamente, ma possiamo dire di averlo vissuto sulla nostra pelle!) che vai, ci stava una risata liberatoria (e di apprezzamento)!


Il tutto si completa e si corona con un bel video documentario sull'arte e la cultura nella Russia del primo Novecento, in cui non mancano i riferimenti all'ormai hipster-abusato Majakovskij che comunque ci piace e ci aggrada. 

In ogni caso la mostra merita anche solo per un quadro veramente attualissimo:tra quelli di Lubov, c'è questa Venere che sembra le haitiane di Cezanne, distesa nuda e languida sul letto, che guarda con fare picassiano lo spettatore, e dietro di lei... un gattone!
Vuoi vedere che Belen nel suo video aveva cercato la citazione colta? E invece tutti a chiedersi "Ma il gatto che c'entrava???"


O Tempora, O Mores!


Alex V






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